La Gazzetta dello Sport

Dakar, Sainz si perde nel deserto «Non siamo idioti, mappe errate»

- HA DETTO di Paolo Ianieri INVIATO AD HA’IL (ARABIA SAUDITA)

Non ci gira troppo intorno, Carlos Sainz senior. «In 14 anni di Dakar non mi era mai capitato di girare in tondo per due ore senza riuscire a trovare la strada». È arrabbiato, El Matador, e non lo nasconde, perché nel giorno del vero debutto in gara dell’Audi elettrica, quella RS Q e-tron che in pochi mesi di test non era riuscita a percorrere nemmeno 10mila chilometri e che tutti attendevan­o alla prova del fuoco nella prima vera speciale della Dakar - i 333 chilometri di sabbia e dune dell’anello con partenza e ritorno ad Ha’Il - a tradire il tre volte vincitore del rally raid più massacrant­e del mondo, ma anche il suo compagno svedese Mattias Ekstroem, pure lui alla prima uscita alla Dakar, non è stato un problema (possibilis­simo vista l’estrema complessit­à del progetto) al suo prototipo, ma l’incapacità di trovare la strada giusta, quando alla fine della speciale mancavano un po’ più di 50 km.

Girotondo «Auto, moto, camion, eravamo tutti a girare in tondo a cercare la strada giusta, e siccome non siamo tutti idioti, anche se qualcuno è riuscito a non sbagliare, immagino che ci sia stato qualche errore nella stesura del roadbook», sbuffa il veterano spagnolo, scelto dall’Audi assieme anche a “Monsieur Dakar”, al secolo Stephane Peterhanse­l, per portare in gara quella che dal punto di vista tecnologic­o è una sfida pazzesca. Ma che anche se siamo appena all’inizio del rally, per certi versi sembra già vinta, perché il prototipo che monta tre motori elettrici derivati dalla Formula E, oltre a uno termico del DTM per ricaricare la batteria, e che a sentirlo arrivare nel silenzio del deserto ricorda un jet, fino al momento in cui Sainz ed Ekstroem non si sono messi a girare a vuoto, ha dimostrato di andare davvero molto forte. Al checkpoint del km 240, infatti, lo svedese era passato a poco più di un minuto dal dominatore di giornata, il Principe qatarino Nasser Al-Attiyah - che dopo il prologo si è portato a casa con la sua Toyota anche la prima speciale e ora guida la generale con 12’44” sul nove volte iridato rally Sebastien Loeb (Hunter) -, mentre Sainz era transitato in quarta posizione in scia all’idolo di casa, Yasseed Al Rajhy, anche lui tra quelli che alla fine si sono persi.

Orgoglio Audi «Siamo molto contenti, perché abbiamo visto che il nostro progetto è competitiv­o, e se pensiamo che dodici mesi fa non c’era nulla possiamo solo essere orgogliosi di questo inizio», sorride Julius Seebach, il Direttore Generale di Audi Sport arrivato fino a qui assieme a una miriade di ingegneri e tecnici per assistere da vicino al battesimo della RS Q e-tron. Anche Sainz promuove la vettura, però quei circa 30 chilometri in più che ha dovuto percorrere ma, soprattutt­o, quelle due ore e sette minuti pagate sul traguardo di giornata, non gli fanno venire voglia di parlare troppo del suo comportame­nto. «La RS Q e-tron ha dimostrato di andare forte ed essere competitiv­a, abbiamo avuto qualche piccolo guaio, ma niente di troppo grande e importante rispetto a quello che è successo alla fine. Sono molto deluso, perché se vogliono fare una gara di navigazion­e e dopo due giorni succede una cosa così, è triste». Alla fine, mentre il papà del pilota della Ferrari ha chiuso al 47° posto, un po’ meglio ha fatto Ekstroem, 38° di giornata a 1h29’ da Al Attiyah, mentre fino a tarda serata non era ancora arrivato al bivacco Peterhanse­l, fermato da un duro contatto con una ruota posteriore contro una roccia nella prima parte della tappa, che ha obbligato il 16 volte vincitore della Dakar ad aspettare fermo in pista l’assistenza, perdendo oltre sei ore di tempo. Comunque vada, per lui ogni sogno di classifica è tramontato e si tratterà solamente di lavorare sullo sviluppo della nuova arma della Casa dei quattro anelli.

Qualcuno è riuscito a non sbagliare, ma è triste che succeda una cosa così, sono deluso...

La mia Audi RS Q e-tron elettrica ha dimostrato di andare forte e di essere del tutto competitiv­a

Carlos Sainz Sr.

Audi, giornata dolce e amara: va forte ma Peterhanse­l è ko e lo spagnolo fa 30 km in più e chiude a 2 ore da Al-Attiyah. «In troppi abbiamo girato a vuoto»

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