La Gazzetta dello Sport

Inter, il calendario a ostacoli non è per forza svantaggio­so

- Alberto Cerruti

Iprimi saranno i primi perché dopodomani, nel giorno dell’Epifania, l’Inter capolista e campione d’inverno aprirà il girone di ritorno alle 12.30 a Bologna. È vero che alla stessa ora si giocherà anche Sampdoria-Cagliari, ma chi punta allo scudetto, o almeno al quarto balcone con vista Champions, tornerà in campo più tardi con il rischio di ricomincia­re ancora più indietro in classifica, se Handanovic e compagni vinceranno l’ottava partita consecutiv­a. L’Atalanta alle 16.30 in casa contro il Torino, il Milan alle 18.30 a San Siro contro la Roma e il Napoli alle 20.45 in trasferta contro la Juventus, comunque finisca la gara di Bologna, non potranno perdere altro terreno nei confronti della capolista se vogliono incomincia­re bene il 2022, anche se il tempo per rimettere tutto in discussion­e ci sarebbe ancora, a maggior ragione con questa novità del calendario asimmetric­o, che nel caso specifico ha preoccupat­o Simone Inzaghi. Premesso che non bisognereb­be dare un peso eccessivo al calendario, perché spesso le partite etichettat­e come “abbordabil­i”, o peggio ancora “facili”, si trasforman­o in dolorose tagliole, come si è visto in occasione dell’ultima giornata in cui lo Spezia ha vinto 1-0 a Napoli, è evidente la differenza tecnica dei prossimi sei avversari dell’Inter, rispetto a quelli affrontati all’inizio del

girone d’andata. Tra il 4-0 all’esordio contro il Genoa e il 22 sempre in casa contro l’Atalanta, Inzaghi raccolse in tutto 14 punti grazie anche al 3-1 contro il Verona, al 2-2 contro la Sampdoria, al 6-1 contro il Bologna e al 3-1 a Firenze. Adesso, invece, i prossimi sei avversari dell’Inter saranno il Bologna, la Lazio (l’unica squadra contro cui ha perso),

l’Atalanta, il Venezia, il Milan e il Napoli. È facile sottolinea­re che oltre all’Atalanta ci saranno la Lazio, il Milan e il Napoli, con un totale quindi di quattro avversari su sei con ambizioni europee. E soprattutt­o è facile sottolinea­re che un bottino identico all’andata di 14 punti, quindi senza sconfitte, ne varrebbe in realtà molti di più, lanciando l’Inter verso lo scudetto con largo anticipo. In tal caso quello che oggi sembra un handicap si trasformer­ebbe in un vantaggio, non decisivo ma quasi anche per altre ragioni. L’Inter, infatti, è già davanti a tutti, perché ha quattro punti più del Milan secondo, e cinque più di un campionato fa, e poi non ha l’urgenza di rinforzare la squadra-base al contrario della concorrenz­a, con il rischio tra l’altro di sbagliare gli acquisti e appesantir­e il bilancio.

L’unico rischio che corre l’Inter, semmai, è quello di pagare sul campo un prezzo più alto degli avversari a livello fisico, perché tra la prima partita del ritorno a Bologna e la terza in casa dell’Atalanta, i nerazzurri giocherann­o quattro volte in dieci giorni, visto che il 12 gennaio contendera­nno la Supercoppa italiana alla Juventus.

Ma se anche Capello, che di scudetti e coppe se ne intende, ha ribadito alla “Gazzetta” che l’Inter è la squadra più forte, come sostiene dall’estate scorsa, sono gli altri a doversi preoccupar­e. Non Inzaghi.

 ?? ?? Capolista Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter al comando in Serie A, abbraccia Stefan De Vrij ed Edin Dzeko, due artefici del primato
Capolista Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter al comando in Serie A, abbraccia Stefan De Vrij ed Edin Dzeko, due artefici del primato
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