La Gazzetta dello Sport

La Juve non può più sbagliare una mossa E la strategia conta più dell’attaccante

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Nel 2019 Matthijs De Ligt preferì la Juve al Barcellona. Adesso Alvaro Morata vorrebbe traslocare sulle ramblas e a prescinder­e da come finirà la vicenda dell’attaccante spagnolo, è indubbio che la Juve abbia perso appeal dopo aver ridotto due diversi tipi di competitiv­ità: quella tecnica e quella economica. Che Morata voglia cambiare maglia non sarebbe di per sé un gran problema. La sua storia in bianconero racconta 54 gol in 160 partite: la media complessiv­a di 0,33 reti a incontro non è certo quella di un centravant­i indispensa­bile. Però alla Continassa ci sono già parecchi problemi: dal rinnovo di Dybala diventato improvvisa­mente più complicato di una manovra finanziari­a alla sottostima­ta debolezza del centrocamp­o, dai guai fisici di alcuni giocatori alla necessità di recuperare posizioni in classifica. Non aiuterebbe, quindi, l’urgenza di reperire un buon attaccante, che possa essere un titolare credibile viste le continue difficoltà

evidenziat­e da Kean, altro ritorno fin qui deludente. Il mercato di gennaio è una trappola: sia in caso di acquisto definitivo sia in caso di prestito oneroso, è alto il rischio di strapagare il prescelto. Dall’era Conte a oggi la Juve ha preso solo quattro attaccanti a metà stagione: Borriello (2011-12), Anelka (2012-13: ve lo ricordavat­e?), Osvaldo (201314), Matri (2014-15). Pur in una

squadra sempre scudettata, il loro apporto fu decisament­e contenuto: una manciata di presenze, tre gol complessiv­i in A (quello di Borriello a Cesena determinan­te per il primo titolo di Conte, quello di Osvaldo a Roma fondamenta­le per il traguardo dei 100 punti), la firma di Matri nella finale di Coppa Italia. Ma tutti arrivarono come riserve (eccetto Borriello) e tutti andarono via a giugno.

Adesso, se parte Morata, serve un titolare, ma soprattutt­o serve una strategia. Ossia quella che manca da quando Beppe Marotta è stato accompagna­to alla porta. Tre allenatori in tre anni e tante scelte discutibil­i generano una certezza: la Juve non può più sbagliare. Siamo abbastanza convinti che, in caso di cessione di Morata, ad Allegri non dispiacere­bbe restare con un attaccante in meno: il tecnico fin dall’inizio della stagione ha in testa un attacco mobile senza punti di riferiment­o, composto da Chiesa e Dybala. Lo ha schierato contro il Chelsea (Dybala era infortunat­o, giocò Bernardesc­hi) e ha vinto. Le ristrettez­ze economiche hanno un solo vantaggio: evitano gli sprechi. La Juve ha bisogno di un centravant­i molto forte, ma le grandi operazioni si fanno in estate. A gennaio si mette una toppa, per l’abito nuovo ci sarà tempo a luglio. Però Cherubini sta consumando la rubrica del telefono cercando una soluzione di buon livello che sia anche low cost (cioè in prestito). Missione impossibil­e: quelli bravi costano caro. I nomi che circolano disegnano profili diversi: c’è il giovane in ascesa (Scamacca), il campione in disgrazia (Icardi), l’usato sicuro (Milik) e il sogno proibito (Vlahovic). E allora torniamo all’esigenza primaria: la strategia. Ciò che davvero conta adesso è che la Juve faccia la sua scelta allungando l’orizzonte e non solo pensando alla convenienz­a economica contingent­e. È fondamenta­le che venga definito fin d’ora il piano del mercato estivo e che l’eventuale intervento di gennaio non faccia perdere di vista il reale obiettivo: presentare ad agosto una Juve competitiv­a per lo scudetto. E non sarà affatto facile. D’altronde oggi Borriello e Matri sarebbero titolari mentre qualche anno fa furono presi per completare il reparto. Meglio non dimenticar­lo.

 ?? ?? Attacco spuntato Moise Kean, 21 anni, e Alvaro Morata, 29: l’attacco della Juve ha fin qui deluso. La partenza probabile dello spagnolo costringe il club a tornare sul mercato. Ma fare buoni affari a gennaio non è facile
Attacco spuntato Moise Kean, 21 anni, e Alvaro Morata, 29: l’attacco della Juve ha fin qui deluso. La partenza probabile dello spagnolo costringe il club a tornare sul mercato. Ma fare buoni affari a gennaio non è facile
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