«Sarà la formula a convincere i singolaristi»
Paolo Canè è stato un artista della racchetta, anche in doppio. Per questo conserva una visione romantica ed estetica della specialità: «Il doppio è un’arte, non si può improvvisarlo. Ha sempre contato, anche con il vecchio format della Davis, perché se potevi mettere in campo una coppia forte eri sicuramente a buon punto. Certo, adesso ha acquisito un peso sproporzionato, è difficile
immaginare una squadra che possa sempre vincere in scioltezza i due match di singolare. Ma siccome la formula della Davis è appena cambiata, non credo ci potranno essere novità a breve. Per questo credo che sarà il format stesso, alla lunga, a convincere i big a dedicare un po’ di tempo in più al doppio se vorranno vincere l’Insalatiera. Mi sembra evidente, infatti, che non si possa fare affidamento unicamente su un grande singolarista prestato al doppio: la specializzazione ha creato delle coppie fortissime, che hanno il vantaggio di conoscersi e di saper gestire meglio i momenti decisivi di una partita. Lo abbiamo visto nel match dell’Italia contro l’Australia: Berrettini nei suoi turni di servizio cercava il punto diretto con la battuta, e quindi ha giocato tante seconde palle sulle quali poteva essere
attaccato. Ecco perché è necessario che i più forti si mettano insieme per sei-otto tornei all’anno, o scelgano comunque un partner affidabile». Per restare all’Italia, il materiale a disposizione ci sarebbe: «Fognini e Bolelli insieme hanno vinto uno Slam, Berrettini e Sinner potrebbero diventare una coppia molto interessante se riuscissero a mettere insieme un buon numero di tornei. Certo, dietro l’angolo rimane il problema della pressione: qualunque doppio italiano sentirà la responsabilità di dover far risultato senza avere troppa esperienza alle spalle».
Ha giocato la finale al torneo di Montecarlo
Nato il 9 aprile 1965, in doppio 3 tornei vinti e finale a Montecarlo (89)