La Gazzetta dello Sport

Eriksen e il gol che non ti aspetti: «Voglio il Mondiale»

- Di Vincenzo D’Angelo

Ifiori in ospedale, l’affetto della gente. Quanto amore inaspettat­o per Christian Eriksen in quei terribili momenti di giugno. A due passi da casa, davanti alla propria famiglia e a tanti amici, Chris voleva soltanto regalare un’estate di gioia alla sua gente e spingere la Danimarca verso il tetto d’Europa. Ma il sogno si è trasformat­o in incubo, anche se ancora oggi resta vivissimo nella sua mente. Eriksen torna a parlare per la prima volta dall’arresto cardiaco avuto in campo durante il match di esordio dell’ultimo Europeo, da quel Danimarca-Finlandia che per poco non gli è costato la vita e che sembrava dovesse mettere fine alla sua carriera. E invece rieccolo Chris, con le parole che non ti aspetti. La voglia di tornare in campo era stata già annunciata dall’addio all’Inter – in Italia non è possibile giocare con un defibrilla­tore sottocutan­eo – e dalle parole del suo agente: «Non aveva nulla a che fare con la storia di Chris, sono normative che esistono da decenni e valgono per tutti. Christian è ambizioso, sa di essere sano. Ma penso che dovrebbe essere lui il primo a parlare delle sue ambizioni ed è quello che farà molto presto». E

il presto è arrivato ieri, con Eriksen che è andato oltre, alzando l’asticella: «Il mio obiettivo è giocare il Mondiale in Qatar. Voglio giocare. Questa è stata la mia mentalità da sempre.

È un obiettivo, un sogno. Se sarò scelto è un’altra cosa, ma è il mio sogno tornare. Sono sicuro di poter tornare perché non mi sento... non mi sento affatto diverso. Fisicament­e, sono in perfetta forma. Questo era il mio obiettivo ed è ancora lontano, quindi fino ad allora giocherò a calcio e dimostrerò che sono tornato allo stesso livello».

Fiori e stupore Davanti alle telecamere della tv danese Eriksen riavvolge il nastro degli ultimi sei mesi e racconta: «È stato fantastico che molte persone abbiano sentito un desiderio di scrivermi o mandarmi fiori, questo ha avuto un impatto su molte persone e hanno sentito il bisogno che io e la mia famiglia lo sapessimo — ha detto il danese —. All’ospedale continuava­no a dirmi che ricevevano fiori per me, è stato strano perché non ti aspetti che la gente ti spedisca fiori perché sono morto per 5 minuti. È stato qualcosa di straordina­rio, ma è stato gentile da parte di tutti e sono molto felice di questo affetto. È stato un aiuto per me. Ora spero di tornare a giocare in nazionale e di nuovo al Parken (lo stadio dell’incidente, ndr): dimostrerò che è stato un episodio e che non accadrà di nuovo. Certo, anche in questo caso starà al c.t. valutare il mio livello, ma il mio cuore non è un ostacolo...». Insomma, servirà ancora il tifo di tutti ora che Chris punta dritto al Mondiale.

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L’ultima ad Appiano Christian Eriksen con Inzaghi lo scorso 4 agosto

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