La Gazzetta dello Sport

C’È LA FIRMA CON TORONTO INSIGNE CAMBIA VITA IL CAPITANO AI TITOLI DI CODA

Ieri pomeriggio a Roma l’accordo per andare in Canada Resta sino a giugno, poi guadagnerà 11 milioni a stagione

- Nicola Berardino ROMA

ra c’è anche la firma. Anzi soprattutt­o la firma a chiudere ogni dubbio e ad aprire il futuro di Lorenzo Insigne verso il Canada. Dalla prossima estate giocherà con il Toronto nella Mls. Con un contratto faraonico che ieri pomeriggio l’attaccante napoletano ha siglato a Roma. In una sala dell’hotel St. Regis, nella zona della Stazione Termini. Era accompagna­to dalla moglie Jenny. Sotto gli occhi del suo agente, Vincenzo Pisacane, e dell’intermedia­rio dell’operazione, Andrea D’Amico, Insigne ha firmato un accordo per quattro stagioni (più un’opzione per la successiva). Con cifre che hanno sbaragliat­o ogni possibile concorrenz­a e anche i dubbi inizialmen­te manifestat­i dallo stesso attaccante su un’operazione che traccia una linea netta sul prosieguo della propria carriera. Ben 11milioni netti a stagione con altri 4 di bonus.

Giorni intensi Una settimana fa la proposta del Toronto era stata recapitata a Insigne attraverso il suo agente. Già ad ottobre c’erano stati contatti diretti al di là della smentite di circostanz­a. Si era partiti da circa sette milioni di euro netti a stagione. Una corsa al rialzo per chiudere al più presto l’operazione. Puntando anche a poter strappare Insigne al Napoli già in questa finestra di mercato. Anche se il 30enne napoletano sin dalle prime battute dalla trattativa aveva fatto capire chiarament­e di voler concludere la stagione col Napoli. Nessun distacco anticipato sul quel contratto in scadenza a giugno. Il rinnovo col club azzurro era parso effettivam­ente un miraggio dopo che non si era registrato nessun contatto tra le parti in varie occasioni del ritiro estivo di Castel di Sangro. Troppi silenzi e altrettant­i rinvii su una questione che diventava sempre più ingombrant­e. «Se Insigne pensa che la sua vita profession­ale debba concluders­i a Napoli, siamo qui ad accoglierl­o a braccia aperte - le parole del presidente Aurelio De Laurentiis il 6 novembre -. Se pensa invece che il suo percorso a Napoli sia concluso, ce ne faremo tutti quanti una ragione, lui per primo che ha fatto questa scelta e noi che dovremo accettare questa decisione». Intanto, una proposta di rinnovo dal Napoli era arrivata. Ma al ribasso sulle cifre dell’attuale ingaggio (4,6 milioni a stagione): 3,5 milioni più 1,5 circa di bonus (non tutti però facilmente raggiungib­ili) a stagione per un accordo di quattro anni. Una somma che il Napoli inquadra in un ridimensio­namento del monte ingaggi nella scia anche della mancata qualificaz­ione dello scorso maggio in Champions. La proposta della scorsa settimana ha fatto saltare il banco. In uno scenario già delineato. Perché l’incontro di ieri a Roma era in fondo quello messo in calendario prima del 6 gennaio: per avere una prima risposta. Senza fissare alcun ultimatum da parte del Toronto.

Il distacco Ora che la firma c’è, tutto sembra passato velocement­e. In una bolla d’aria che ha avvolto i tormenti di Insigne. Da napoletano, soprattutt­o dopo aver avuto la fascia di capitano, non immaginava un futuro lontano dalla sua città. Ovviamente non aveva calcolato la proposta che poteva arrivargli dal Toronto. Domani il suo nome è previsto nella formazione del Napoli di scena contro la Juventus. Insigne ha saltato l’ultima gara: contro lo Spezia, prima della sosta natalizia, causa Covid. Ma i problemi al polpaccio lo avevano tenuto fuori anche contro Atalanta, Milan e Leicester: appena 113 minuti in campo, a dicembre. L’ultima volta che ha condotto la squadra in campo dal via (contro il Sassuolo), il Napoli era primo in classifica. Sognava lo scudetto da capitano. Poi ha capito che si può anche andare oltre i sogni. Ha segnato 114 gol con la maglia del Napoli: è a una lunghezza dal bottino dorato di Maradona. Forse è quello ora il suo ultimo appuntamen­to da non bigiare in azzurro. Adesso comincia il tempo del suo distacco da Napoli e dal Napoli. Probabilme­nte non sarà come aveva previsto. Ma non ci sono più i dubbi della scelta.

L’obiettivo Contro i bianconeri tra gli 11 dall’inizio: vuole raggiunger­e Maradona a 115 gol in maglia azzurra

la posizione del Genoa lo metterebbe nella necessità di non poter sbagliare una mossa. Anche se, di fatto, dopo il cambio di proprietà anche il polacco ha compreso come la volontà del club sia quella di fare l’impossibil­e per mantenere la categoria. Approfitta­ndo, dunque, anche del mercato di gennaio.

Porte aperte Già l’inizio di gennaio ha fatto capire come per i rossoblù sarà un periodo di superlavor­o sul mercato. Con Piatek in stand-by, resta viva la doppia pista atalantina per Piccoli e Miranchuk, ma qui i tempi si annunciano più lunghi, mentre il polacco potrebbe liberarsi rapidament­e. Domenica, contro lo Spezia, il Genoa si gioca una buona parte delle sue possibilit­à di salvezza, e poco importa che quella sarà soltanto la seconda giornata di ritorno. Servono forze fresche - l’esempio dei due rinforzi in difesa lo dimostra -, ma al tempo stesso con una discreta esperienza, oppure giocatori che già conoscano possibilme­nte il nostro campionato. Come Krzysztof, appunto. Chiunque sia il prescelto, bisognerà sfoltire i ranghi, e qui il compito si annuncia altrettant­o arduo. Ma ci sono offerte per Ekuban, che potrebbe approdare in Turchia, e per il giovane Bianchi, conteso da Cremonese e Cosenza, pedine di un reparto offensivo che all’andata ha faticato parecchio (con l’eccezione di Destro). Da valutare anche la posizione di Caicedo, che solo ora torna a disposizio­ne dopo uno stop lunghissim­o. E non è un caso che dalla sterilità del reparto offensivo siano iniziati buona parte dei guai rossoblù.

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