Una tattica sfuggente e le promesse degli agenti...
La ricca offerta dell’Arsenal (70 milioni alla Fiorentina) è solo l’ultima grande tentazione per arrivare subito a Dusan Vlahovic. In estate sulle sue tracce c’erano Atletico Madrid, Tottenham e, sul fronte italiano, la Juventus. E presto si aggiungeranno nuovi candidati, ma la partita è troppo complicata per pensare ad un finale all’insegna dei sorrisi.
Dialogo e sospetti In questa delicatissima battaglia di nervi la contrapposizione fra i rappresentanti del giocatore e la proprietà viola è ormai senza esclusione di colpi. Un braccio di ferro dannoso per tutti, soprattutto per la serenità dell’ambiente. Le accuse lanciate da Joe Barone sono in linea con i sospetti avanzati dai dirigenti toscani in questi mesi. Purtroppo il dialogo con Kristic e i suoi referenti a Belgrado è partito con il piede sbagliato già nelle precedenti stagioni. In quel frangente Commisso aveva l’esigenza di risolvere la grana Chiesa, lasciando in secondo piano la questione Vlahovic. E ora i nodi stanno venendo al pettine. Da un lato ci sono le pretese economiche dell’entourage dell’attaccante, dall’altra le giustificate aspettative della Fiorentina. Le riflessioni di questi giorni sull’offerta dell’Arsenal sono figlie di questa grande incertezza. La Fiorentina vorrebbe tenere il suo goleador fino a fine stagione, ma è consapevole che arrivare a giugno senza un acquirente significherebbe far crollare il prezzo del cartellino.
C’è il rischio che Dusan dica no anche ai Gunners, in attesa di spasimanti ancor più generosi. A meno che non abbia già in segreto trovato un’intesa a lui (solo) favorevole.
Alla Juventus, ad esempio, sono entrati nell’ordine di idee che la tattica sfuggente dei suoi rappresentanti sia legata proprio a qualche promessa già fatta in largo anticipo.
Un vero giallo.