Un inizio anno con il freno a mano Già cancellati 32 giorni di corsa
L’anno nuovo è cominciato da soli cinque giorni, ma il calendario del ciclismo mondiale conta già 32 corse cancellate. Un numero molto elevato che farà sì che tutta l’attività - o quasi - si concentrerà in Europa. L’ultima vittima della pandemia è la Vuelta San Juan, costretta ad alzare bandiera bianca per il secondo anno consecutivo così come le prove australiane. Pur con tutte le restrizioni, al momento è partita solo la Cycle Classic in Nuova Zelanda, mentre in ordine cronologico sono saltate La Tropicale
Amissa Bongo in Gabon, il Tour Down Under, la Cadel Evans Race e l’Herald Sun Tour in Australia, il Tour Colombia, oltre al Tour of Utah (a causa di problemi economici) in programma a luglio. Si tratta soprattutto di corse a tappe e il totale di 32 prove già cancellate fa impressione.
Nuovi orizzonti La Vuelta San Juan (era in programma dal 30 gennaio al 6 febbraio) aveva un campo di partecipazione di alto livello, con al via anche i nostri Filippo Ganna e Elia Viviani che avevano deciso di cominciare lì la nuova stagione che li vedrà compagni nella Ineos Grenadiers. In Argentina ci sarebbero stati altri pezzi da novanta come Peter Sagan (ieri colpito dal Covid) e Remco Evenepoel, che rimane così l’ultimo vincitore della corsa sudamericana. A questo punto il talento belga potrebbe cominciare la stagione alla Valenciana (2-6 febbraio) o direttamente all’Uae Tour (2026 febbraio). «Ma potrebbe anche correre tutti e due» ha detto al quotidiano Het Nieuwsblad Patrick Lefevere, il team manager della Quick Step. Ganna invece potrebbe debuttare in Francia all’Etoile de Besseges (2-6 febbraio), mentre Viviani alla Vuelta Valenciana o al Tour de la Provence (10-13 febbraio). Ma con questa situazione sanitaria si naviga a vista. La cosa positiva è che ormai il mondo del ciclismo ha già dimostrato di sapersi orientare bene.