La Gazzetta dello Sport

ASL, PROTOCOLLI, PROPOSTE

REGIA UNICA: CONI AL LAVORO

- Valerio Piccioni

L’assalto del Covid al calcio e allo sport è illustrato anche dalla ragnatela di circolari, decreti, leggi e leggine in cui si infila la collezione di positività che ha decimato le squadre alla vigilia del campionato. Facendo di fatto saltare quattro delle dieci partite in programma.

1 Ma come si stabilisce che si deve giocare una partita o che non lo si può fare? Dobbiamo partire da lontano. Ricordate la primavera del 2020 quando si parlava di ripartenza ma ogni volta si diceva «sì però se non si toglie la regola dell’isolamento alla prima positività è inutile ricomincia­re»? Se ne discusse settimane, e finalmente, il grande tessitore della ripartenza fu il presidente federale Gabriele Gravina, si giunse a un compromess­o, una specie di polizza sull’inizio del campionato.

2 La famosa quarantena soft? Proprio lei. Con una circolare del ministero della Salute si decise che le “autorità territoria­li”, cioè le Asl, avevano la possibilit­à di disporre la possibilit­à per le squadre di continuare ad allenarsi e giocare anche in caso di positività di uno dei membri del gruppo squadra.

3 Quindi sempre di Asl si tratta. Ora come allora. Sì, solo che nel frattempo le cose sono cambiate. Sono arrivati i vaccini e soprattutt­o con il decreto di Natale e la circolare del ministero della Salute del 30 dicembre del 2021, oltre alla quarantena soft, che di fatto permane come “fonte” giuridica, è arrivata la quarantena «ammorbidit­a».

4 Di che si tratta? Del fatto che se io sono un contatto stretto di un positivo, non ho l’obbligo di fermarmi e di isolarmi dentro casa. Ma posso continuare a uscire, in regime di autosorveg­lianza, e usando per 10 giorni la mascherina FFP2 per tutta la giornata.

5 Vale anche per i calciatori naturalmen­te? Certo, naturalmen­te. Ma è una possibilit­à di cui non tutti i calciatori e naturalmen­te i cittadini possono beneficiar­e. Vale solo per chi ha fatto la terza dose o la seconda negli ultimi quattro mesi, o per chi ha avuto il Covid sempre negli ultimi 120 giorni ed è guarito dalla malattia.

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Per questo la Asl ha fermato i tre giocatori del Napoli a... scoppio ritardato?

Esatto. Il problema è che ci sono due “fonti” a cui l’autorità sanitaria locale può attingere, la quarantena soft e la quarantena ammorbidit­a. Se si fosse chiamata in causa la prima, Elmas, Lobotka e Zielinski sarebbero stati ● abili e arruolati. Con la seconda, no. 7

Insomma, torna in scena il solito problema della diversità dei comportame­nti delle Asl.

Ecco, questo è l’altro punto. Il famoso coordiname­nto delle Asl, l’ipotesi di avere un interlocut­ore dentro il ministero della Salute

Perché sono saltate 4 partite e tutto quello che può succedere adesso DI CHE COSA PARLIAMO

che dialogasse con una sorta di task force Lega-Federazion­eClub, era stato immaginato in diverse sedi in uno dei momenti più crudi della pandemia. Ma poi non se ne fece più niente. Ora si riparte.

8 E come? Il presidente del Coni Giovanni Malagò, anche con Gabriele Gravina per il calcio e Gianni Petrucci per il basket, sta lavorando a una proposta al Governo per arrivare alla creazione di una sorta di cabina di regia per evitare, fatte salve le specificit­à dei territori (chiaro che in una zona rossa una Asl non può ragionare come in una regione bianca), questa babele di risposte tutte diverse all’emergenza.

9 Non c’era stato su questo già un intervento della Federazion­e Medico-Sportiva per rafforzare il protocollo federale?

In quel documento, presentato ai club dal presidente Maurizio Casasco, c’erano soprattutt­o delle misure speciali di fronte all’”effetto vacanze”, proprio il periodo che ha poi provocato il boom di positività di queste ore. Una sorta di rafforzame­nto dello screening per impedire che il contagio singolo diventasse focolaio. Si era parlato anche di non eccedere con i test rapidi (oggi sotto accusa per i troppi falsi negativi) e di continuare a puntare sui molecolari. Purtroppo quel testo fu sostanzial­mente bocciato dai club, poi il migliorame­nto della situazione epidemiolo­gica convinse che ormai il peggio fosse passato e che non esistesse più la necessità di implementa­re le misure di difesa contro il virus.

10 Questo famoso protocollo federale fa acqua insomma? Più che un nuovo protocollo, basterebbe in realtà rafforzare, meglio interpreta­re nel modo giusto quello attuale firmato dalla commission­e medica federale guidata da Paolo Zeppilli. In particolar­e, c’è il problema bolla. Prendete questo momento. Non è che si può teorizzare di rinchiuder­e tutti i gruppi squadra per mesi nel loro centro sportivo però...

11 Però? Però servono 2-3 settimane di zona franca in cui il calcio cerchi di limitare i danni nel momento in cui il virus corre, anche, naturalmen­te nelle case delle famiglie dei calciatori o comunque degli addetti ai lavori. Possibile che di fronte al rischio di una chiusura, ormai acclarato anche alla luce della giornata di ieri, non si faccia di tutto per rialzare le difese?

 ?? ?? Sul calcio italiano regna il caos provocato dalla nuova recrudesce­nza della pandemia. E nel caos le domande sono inevitabil­mente tante: su chi decide rinvii e sospension­i, su come si può andare avanti in una situazione così complicata, su chi deve decidere, su che cosa si può fare. Qui trovate tutte le risposte per capire meglio la situazione.
Sul calcio italiano regna il caos provocato dalla nuova recrudesce­nza della pandemia. E nel caos le domande sono inevitabil­mente tante: su chi decide rinvii e sospension­i, su come si può andare avanti in una situazione così complicata, su chi deve decidere, su che cosa si può fare. Qui trovate tutte le risposte per capire meglio la situazione.

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