La Gazzetta dello Sport

Supercoppa: vanno avanti le big Bergamasch­i e Peyraud decisive

Nella prima semifinale sigillo della nuova capitana rossonera. Dopo, il portiere francese para l’ultimo penalty Sabato che sfida a Frosinone

- di Marco Calabresi

Cartoline da una Supercoppa. La maglia di Cecilia Salvai in mezzo alle sue compagne nel momento di scattare la foto prima di Juventus-Sassuolo; quella di Hulk che Pauline Peyraud-Magnin ha indossato sotto quella da gara come se già sapesse l’epilogo; i due cuoricini, uno rosso e uno nero, con cui Valentina Giacinti ha festeggiat­o via social la qualificaz­ione alla finale del Milan. E poi l’esultanza rabbiosa di Maurizio Ganz, che si è negativizz­ato pochi giorni fa e che la negatività del periodo della sua squadra l’ha superata battendo da sfavorito la Roma. Sabato, alle 14.30, Juventus e Milan (prima e seconda dell’ultima Serie A) si ritroveran­no di fronte a Frosinone, a centinaia di chilometri da Vinovo, dove il 12 dicembre le quattro volte campioness­e d’Italia al Milan ne avevano fatti cinque. In palio, stavolta, ci sarà il primo trofeo del 2022: per la Juventus sarebbe la terza Supercoppa consecutiv­a, mentre il Milan va a caccia del suo primo trofeo da quando il club rossonero ha una squadra femminile.

Sofferenza Per le due finaliste non era un momento semplice, tutt’altro. Il Milan, scosso dal caso legato al suo capitano (che, non al 100% fisicament­e, potrebbe ancora raggiunger­e la squadra per la finale) e dalle sconfitte pesanti di fine 2021, ha eliminato una Roma che arrivava invece da sette vittorie consecutiv­e. Lo ha fatto sfruttando l’entusiasmo e l’impatto super delle nuove arrivate Alia Guagni e Martina Piemonte e un primo tempo infelice delle gialloross­e, punite due volte dalla ex Thomas e da quella Valentina Bergamasch­i che ha ereditato la fascia di capitano di Giacinti. La Roma, che il suo capitano Bartoli lo ha perso nella ripresa per un infortunio alla coscia, è tornata in partita con Ciccotti ma non è bastato per bissare la vittoria di maggio in Coppa Italia. «Mi tremano le gambe - ha detto Ganz -. E le ragazze non devono giocare per me, ma per la maglia e per il nome del Milan. Prenderemo comunque altre giocatrici per fare ancora meglio».

Ai rigori La Juve, invece, sotto Natale aveva otto giocatrici positive al Covid e Salvai sotto i ferri. Joe Montemurro, per la partita col Sassuolo, ne ha recuperate sette e mandate in campo due dal primo minuto. E, a conti fatti, sono state tra le migliori: la svedese Nilden ha scagliato in porta il pallone dell’1-0, la francese Peyraud-Magnin (l’ultima a negativizz­arsi) è stata invece decisiva nella serie dei rigori, dopo che il Sassuolo aveva pareggiato con Clelland, dopo pochi secondi dall’1-0 juventino. Hanno sbagliato Boattin e Cantore (in prestito proprio dalla Juve al Sassuolo), poi PPM ha respinto il decimo rigore di Philtjens regalando la qualificaz­ione a una Juve logicament­e a corto di energie. «E’ stato necessario avere la meglio ai rigori per andare avanti in questa competizio­ne e l’abbiamo fatto - il commento di Montemurro -. Questi giorni ora saranno importanti­ssimi perché avremo tutta la squadra insieme, potremo ritrovare energia e riavvicina­rci ai nostri ritmi». In serata è arrivata anche la notizia della negativizz­azione di Agnese Bonfantini. Sabato allo Stirpe ci saranno proprio tutte.

Mi tremano le gambe, le ragazze non devono giocare per me, ma per la maglia e per il nome del Milan

Maurizio Ganz tecnico Milan

Questi giorni ora saranno importanti perché tutta la squadra potrà ritrovare energia

Joe Montemurro tecnico Juve

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Festa Milan Da sin.: Tucceri Cimini e Piemonte con capitan Bergamasch­i
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Gioia Juve Nilden (al centro) abbracciat­a da Caruso (sin) e Rosucci (8)

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