La Gazzetta dello Sport

MILANO BATTICUORE FESTA DOPO LA PAURA E BEFANA DA LEADER RESPINTA LA VIRTUS DI SUPER BELINELLI

- di Andrea Tosi MILANO

L’Olimpia domina, poi subisce la rimonta di Bologna trascinata dal suo asso: 18 punti negli ultimi 10’. Il supplement­are dà a Messina il primato col +4 in classifica

Il supplement­are è il giusto epilogo, con tanto di punteggio Nba, della partita più attesa del campionato. La vince Milano sulla Virtus, prima dominando poi soffrendo le pene dell’inferno sotto le triple infuocate del fantastico Belinelli, grazie al suo poker d’assi (Melli-RodriguezH­ines-Hall) servito in mano a coach Messina che può governare la sfida con un collettivo più efficace (6 uomini in doppia cifra contro 4) restando avanti 43’ su 45’. Eppure Bologna, con la forza del suo fuoriclass­e e le fiammate di Weems, Teodosic e Jaiteh, va molto vicina a rovinare la doppia festa di Messina, alla sua 400a vittoria in A, e allo Mvp Melli, alla 200a partita in maglia biancoross­a. Lo scontro diretto per il primato in classifica premia la capolista che può allungare a +4 sulla sua grande rivale ma non castiga i campioni d’Italia anche se l’occasione per coach Scariolo di appaiare l’Olimpia era molto ghiotta ma con tante assenze per infortuni e Covid (9 uomini utili per Milano; 10 per la Virtus) è difficile interpreta­re la portata di una partita così. Ma quando si alza la palla a due in un Forum quasi spettrale ecco che si accende lo spettacolo. Non è lo showtime, ma esce un bel film d’essai per 2650 appassiona­ti.

Testa e cervello due sinonimi che nel derby d’Italia dei canestri spiegano il successo Milano e l’avvio bruciante di Sergio Rodriguez. Il Chacho nel duello generazion­ale impartisce una lezione di classe antica al giovane Pajola e in quello a distanza tra i grandi play vince l’atteso testa a testa con Teodosic. Per il veterano spagnolo è una bella rivincita dopo il flop della finale scudetto di giugno che ha visto il rivale serbo vincere tutto a mani basse. Ma nell’economia della gara la prova di Melli, difensore anche su Teodosic (tenuto a 3 punti nel primo tempo) e anche su Beli, è quella che corona lo sforzo di Milano. «Volevamo questa vittoria per superare il momento difficile del Covid - riflette Melli -. Non era facile rientrare affrontand­o uno squadrone come la Virtus eppure siamo sempre stati avanti e solo nel finale, per nostri errori, la partita si è riaperta. Ma siamo stati bravi a riprenderl­a dimostrand­o quando sia forte la qualità morale di questo gruppo». Hines, Hall e il migliore Grant visto su questi schermi completano l’opera mentre Messina ci mette un po’ di tattica usando un quintetto apparentem­ente destruttur­ato col trio di lunghi Melli-Bentil-Hines insieme dall’inizio ma senza un’ala piccola naturale.

Due sorpassi La La Virtus, a parte due sorpassi effimeri, sta sempre a ruota sprecando l’occasione nel supplement­are agguantato dalla sesta tripla di Beli (18 punti nell’ultimo quarto). Il +3 di Weems dura un attimo, poi Hall chiude la difesa che regge sull’ultimo tiro da tre, sempre di Weems, sulla sirena del 45’. «Bella partita che Milano ha meritato di vincere perché è stata più attenta a contenere le palle perse - argomenta coach Scariolo -. Alla fine hanno deciso i dettagli, non siamo stati reattivi nel controllar­e un paio di rimbalzi difensivi che hanno generato nuovi possessi e canestri per loro e poi quel tiro di Weems che ha girato sul ferro. Abbiamo ribattuto colpo su colpo contro un avversario molto esperto: grande Melli con la sua difesa su Teodosic e il Chacho è sempre un giocatore decisivo. I rientri di Mannion e Cordinier? Stanno lavorando bene, penso che nel giro di 2-3 settimane potranno rientrare in squadra».

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