La Gazzetta dello Sport

Il governo: niente stop per il pallone, capienza invariata

- di Valerio Piccioni ROMA

«Fate fermare il campionato». La frase sussurrata negli ultimi giorni in diversi palazzi ha varcato la soglia della cabina di regia governativ­a, in pratica la camera di compensazi­one deli equilibri politici della variegata maggioranz­a che sostiene Mario Draghi e il suo esecutivo. Sarebbe stato il Comitato Tecnico Scientific­o a portare sul tavolo l’ipotesi. È possibile che in qualche modo sulla proposta ci sia stato un confronto con il ministro della Salute Roberto Speranza. La proposta-ipotesi aveva un contesto temporale: staccare la spina da domenica al 6 febbraio, sfruttando anche lo slot della sosta del campionato di Serie A per le qualificaz­ioni mondiali sudamerica­ne.

No di Draghi Da Palazzo Chigi, lo spiffero ha fatto il giro d’Italia e del mondo del calcio (e non solo visto che il provvedime­nto riguardere­bbe naturalmen­te tutti i campionati di vertice) e ha generato uno scoppio di ansia generale. Ma a quanto sembra, la risposta di Draghi al suggerimen­to sarebbe stata una non risposta, un andare avanti senza fermarsi a discuterne nel merito. In questo momento, deve essere il pensiero del premier, bisogna stare attenti a dare dei segnali

La proposta

Il comitato tecnico scientific­o avrebbe portato sul tavolo l’idea di fermare il campionato

di chiusura generalizz­ata di alcune attività. Lo stesso inasprimen­to delle misure è in realtà una barricata verso nuovi lockdown: io obbligo i parrucchie­ri a lavorare con il super green pass ma non voglio chiudere i parrucchie­ri. Quindi, perché bloccare il calcio e lo sport? Piuttosto ci sono delle regole. Oggi, per esempio, ci sarà un test delicatiss­imo: sul rispetto dell’obbligo dell’uso di mascherina Ffp2 sugli spalti, i club si giocano molto per scongiurar­e il pericolo di porte chiuse.

Capienza salva Che ieri non è affiorato, almeno ufficialme­nte. Quindi non solo no alla sospension­e del campionato di Serie A, ma anche a qualsiasi intervento di ulteriore riduzione della capienza negli stadi e nei palazzetti, altro argomento che aveva attraversa­to il via vai di norme potenziali per il decreto approvato poi in serata. Dunque, campionato salvo. Ma fino a un certo punto. Con quattro partite saltate, rinvio o 3-0 in questo momento conta poco, l’emergenza è soltanto rinviata. L’imperativo è quello della necessità di alzare la diga: la moltiplica­zione di positività in Serie A e B potrebbe riaprire una partita per ora congelata.

Niente obbligo Nel frattempo, c’è l’ennesima capriola interpreta­tiva della vicenda che riguarda l’obbligo vaccinale per gli sportivi profession­isti. Il nuovo decreto approvato dal governo prevede la prescrizio­ne dell’obbligo vaccinale per tutti i cittadini over 50 estendendo il requisito del possesso del super green pass a nuove categorie di lavoratori sempre con gli stessi limiti di età. Per lo sport, questo significa che torniamo al decreto di Natale che prevedeva un obbligo di fatto (il certificat­o verde rafforzato) per palestre, piscine, sport di squadra e di contatto, al chiuso e all’aperto. A questo punto dovrebbe saltare l’obbligo vaccinale per i profession­isti dello sport, che sarebbe stata una violazione del diritto al lavoro. Ma la vicenda, tanto più dopo le polemiche di mezzo mondo sulla burrascosa «esenzione» di Djokovic, farà quantomeno discutere.

Non risposta

Dal premier Draghi nessuna reazione ufficiale: per adesso avanti così, con regole da rispettare

 ?? ANSA ?? Vertici di governo Dall’altro il presidente del Consiglio Mario Draghi, 74 anni, e il ministro della Salute Roberto Speranza, 43
ANSA Vertici di governo Dall’altro il presidente del Consiglio Mario Draghi, 74 anni, e il ministro della Salute Roberto Speranza, 43
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy