La Gazzetta dello Sport

«TONALI DEVE FARE ANCHE IL KESSIE PELLEGRINI SI SDOPPIA»

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ornano Rafael Leao (dalla panchina ndr) da una parte e Lorenzo Pellegrini dall’altra: MilanRoma parte da qui». Al netto del caos Covid intorno a ogni partita di Serie A, in questa anomala Epifania calcistica, Lele Adani riesce a trovare una nota lieta per presentare il big match di San Siro. «Due giocatori fondamenta­li per le proprie squadre, bello avere la possibilit­à di rivederli in campo».

3 Chi è mancato di più ai due allenatori, Pioli e Mourinho? «Entrambi, ma in modo diverso. Il Milan dell’ultimo periodo aveva perso la propria fisionomia, perché aveva troppe assenze sulla trequarti e anche chi aveva recuperato, tipo Brahim Diaz o Saelemaeke­rs, non era al meglio. Leao è l’elemento che aggiunge imprevedib­ilità e obbliga le difese avversarie al raddoppio, liberando allo stesso tempo campo per gli altri, Theo Hernandez in particolar­e. Pellegrini, invece, è forse l’unico nella rosa della Roma a consentire alla squadra di cambiare atteggiame­nto nel corso della gara: è l’uomo barometro, colui che è capace di abbassare o alzare gli altri, perché il gioco si sviluppa grazie alle sue scelte». 3All’andata c’erano entrambi, vinse il Milan 2-1: sarà una partita simile?

«La Roma fece l’errore, non so se consapevol­mente o perché costretta, di adeguarsi al calcio del Milan. I rossoneri costruivan­o abbassando un mediano tra i due centrali di difesa e tenendo due uomini con i piedi sulla linea del fallo laterale, da una parte Saelemaeke­rs e dall’altra Theo Hernandez, con Calabria invece che andava più alto. La Roma ci capì poco nella prima pressione portata da Abraham e nelle successive scalate, tutte in ritardo. Così per 70’ il Milan fece quello che voleva... Da allora, però, l’impostazio­ne gialloross­a è cambiata». 3Questione di modulo? Dalla difesa a quattro a quella a tre. «Non solo. La Roma ha cercato sicurezze abbassando il baricentro. A volte anche troppo, rinunciand­o al percorso che aveva intrapreso. Ma con il ritorno di Pellegrini, credo possa avere un pizzico di coraggio in più nel palleggio, senza andare sempre in verticale. E nel frattempo, gli accorgimen­ti di Mou hanno libeche

rato Zaniolo: da seconda punta ha meno vincoli tattici, può concentrar­si solo sulla fase offensiva. Mentre Veretout può trasformar­si in trequartis­ta d’assalto, quando i gialloross­i ripartono. Ecco, posso aspettarmi una buona partita della Roma, come quella fatta a Bergamo contro l’Atalanta».

3Nel Milan disponibil­i sia Ibra che Giroud: cosa cambia con uno o con l’altro?

«Come struttura sono simili, ma come talento no. Giroud è un attaccante lineare, bravo nel dialogo, ma non ti obbliga a stringere i centrali su di lui. Ibra invece, se non lo raddoppi, ti può far di tutto». 3Chi può decidere Milan-Roma?

«Anche dovesse iniziare in panchina, mi aspetto un Ibrahimovi­c

vuole essere protagonis­ta, tornare a guadagnars­i i titoli per un gol o una giocata da campione. Mentre voglio vedere da Zaniolo una prova da calciatore che pensa già di essere titolare nel playoff con la Nazionale per Qatar 2022».

3 E a livello tattico?

«Per il Milan sarà fondamenta­le che Tonali faccia il Kessie, proponendo­si in avanti e dando una carta offensiva in più a Pioli. All’equilibrio ci deve pensare Krunic, che dovrà essere bravo a leggere le linee di passaggio delle ripartenze gialloross­e, mentre il ticket sulla sinistra sarà la costante su cui puntare per aprire la Roma, quando si chiuderà. Dall’altra parte, Mourinho deve ottenere molto da Pellegrini, cui chiederà di sdoppiarsi: sarà mezzala quando ci si difende e trequartis­ta quando si attacca. Il resto lo deve fare la coppia d’attacco: Zaniolo con gli uno contro uno devastanti e Abraham con gli scambi stretti».

3Pioli e Mou cosa possono trovare in panchina?

«Più qualità il primo, tanti strappi il secondo. Ibra, Leao, Krunic, Rebic per Pioli; Felix, Mkhitaryan, El Shaarawy e Shomurodov per Mourinho».

3Solita domanda, Lele: è più importante oggi per il Milan o per la Roma?

«Una vittoria sarebbe molto pesante per i rossoneri, soprattutt­o come impatto psicologic­o e segnale forte al campionato. Se l’Inter non dovesse giocare a Bologna come sembra e il Milan battere la Roma, ci sarebbe un solo punto di distanza tra le milanesi. Per la testa fa molto, anche perché la squadra di Pioli, anche lo scorso anno, ha sempre saputo rialzarsi quando sembrava al tappeto». 3La Roma, però, può permetters­i di perdere altro terreno in ottica quarto posto?

«In teoria no, ma dai gialloross­i mi aspetto un passo in avanti in fatto di maturità, indipenden­temente dalla gara di oggi. La Roma sa di essere forte, ma non ha ancora la continuità dei forti. Se non la trova, raggiunger­e gli obiettivi diventa impossibil­e».

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