La Gazzetta dello Sport

Era sulla porta, è stato il migliore E Inzaghi apre «Se vuole, resta...»

Sensi è atteso oggi per le visite alla Samp ma la prova ha messo un dubbio all’Inter

- Di Vincenzo D’Angelo MILANO

La storia è piena di sliding doors, di quei “chissà cosa sarebbe successo se…”. E chissà allora cosa succederà stavolta e quanto l’acuto di Stefano Sensi potrà stravolger­e un destino che ormai era segnato. Con la Sampdoria è tutto fatto: prestito secco fino a fine stagione. Stefano ha già parlato con il neotecnico Marco Giampaolo, che forse avrà esagerato con le parole di stimolo e stima pur di convincerl­o ad accettare questa nuova sfida della carriera, che gli farebbe salutare la possibilit­à di un bis scudetto ma che potrebbe riproporlo finalmente tra i grandi protagonis­ti del campionato. Un pensiero bello e intrigante, anche in ottica azzurro Italia: con gli spareggi per il Mondiale all’orizzonte, l’unico modo per ritrovare un armadietto a Coverciano è tornare a far parlare il campo. E far cantare la palla, come in pochi sanno fare come lui. E allora, Stefano, che fai? È la domanda che si sono fatti tutti i tifosi ieri prima di andare a dormire e che forse avrà tormentato lo stesso numero 12 nerazzurro per tutta la notte.

L’infortunio di Correa potrebbe non essere una cosa leggera e la prodezza di ieri sera potrebbe non solo aver ribaltato il destino in Coppa Italia dell’Inter, ma anche rivoluzion­ato il futuro prossimo di Sensi. E un assist gli è arrivato a fine partita pure dal suo allenatore: «Finché Stefano è qui con noi, io me lo tengo volentieri. È un giocatore di qualità, normale abbia pretendent­i. Ha avuto poco spazio in questi mesi, ma se lui vuole rimanere io sono ben felice che resti», ha detto Inzaghi.

Stima e sfortuna

Ad Appiano Gentile tutti stravedono per Sensi:

dirigenza, staff tecnico, compagni di squadra. Stefano è stato il primo tassello importante dell’era Conte, il grande protagonis­ta dei primi due mesi di un biennio che ha permesso all’Inter di ritornare a vincere in Italia e credibile agli occhi delle grandi d’Europa. C’era lui a guidare la squadra al Camp Nou nell’ottobre 2019, quando la giovane truppa di Conte per poco non faceva il colpo in casa Messi. Sensi incantò con piroette, colpi di tacco e l’assist per Lautaro-gol. Sembrava l’inizio di una ascesa a livello internazio­nale, peccato che al ritorno in Italia cominciò poi il

Siamo un gruppo forte e lo stiamo dimostrand­o. Il gol all’ultimo secondo? Mi rende più felice Sensi è uno splendido ragazzo e un grande giocatore. Lui è apprezzato da tutti qui... Andrea Ranocchia

lungo calvario: 6 ottobre, InterJuve, tutti si aspettano la magia di Sensi che invece dopo uno scontro duro va k.o. con l’adduttore e lascia il campo prima dell’intervallo. Niente Nazionale quella volta, purtroppo per Stefano non sarà l’unica, visto che i guai fisici gli sono costati anche l’Europeo.

Il colpo del capitano

Il destino toglie e il destino dà. E non poteva esserci romanzo più bello ieri al Meazza. L’uomo con la valigia e il saggio capitano ribaltano la storia e tengono in vita la regina d’Italia. Non c’è solo la firma nobile di Stefano Sensi nella qualificaz­ione ai quarti, ma è enorme anche quella di Andrea Ranocchia, il capitano di tante battaglie, l’uomo spogliatoi­o, l’anima e il cuore del gruppo nerazzurro. Il gol del 2-2 è poesia e bellezza, arriva al novantesim­o, quando tutto sembra perduto e la pressione della delusione riempie già la testa dei giocatori. Palla vagante che tocca terra e s’impenna dopo una sponda disperata, Ranocchia che in mezza-rovesciata la scaraventa all’angolino, spazzando via le nubi di una prestazion­e non all’altezza di quelle viste negli ultimi mesi. Era scritto nelle stelle che non poteva finire così. E allora vediamo se le stesse stelle sapranno indicare a Sensi la strada giusta da fare nelle prossime ore. Mettersi in macchina in direzione Genova o ripercorre­re il solito tragitto verso Appiano?

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