La Gazzetta dello Sport

La Roma cerca la decima Guidano Abraham e Oliveira

Il club ne ha vinte 9, Mou va a caccia del suo pokerissim­o e stasera con il Lecce si aspetta anche i gol dalle punte

- Di Andrea Pugliese

Acaccia del pokerissim­o. Perché poi per sbancare il campo bisogna iniziare a calare le carte giuste. Ed allora José Mourinho oggi la Coppa Italia se la vuole giocare al meglio. O quasi. Con tanti dei suoi fedelissim­i, anche se non tutti. Perché sa che per provare a vincere in questa stagione questa è la strada più breve di tutte: 5 partite, una dietro l’altra, quasi tutte da dentro o fuori, ad iniziare dalla sfida di stasera con il Lecce, unica squadra di Serie B ad essersi qualificat­a agli ottavi di finale. In carriera l’allenatore gialloross­o ha già vinto 4 volte la coppa nazionale: con Porto (2002-03), Chelsea (2006-07), Inter (2009-10) e Real Madrid (2010-11). Farlo a Roma, però, gli darebbe emozioni e sensazioni diverse, perché di colpo diventereb­be l’imperatore di un popolo che non gioisce da quasi 14 anni. L’ultima volta fu nel 2008, con il primo Spalletti, e la gioia fu legata proprio alla vittoria di una Coppa Italia, la nona romanista. Ora Mou cerca la decima. E il suo pokerissim­o.

Il percorso

Mourinho sta cercando di costruire un percorso, anche mentale, legato ad una crescita individual­e ma anche di squadra. Vuole gente più matura, affamata, agonistica­mente cattiva e vogliosa di vincere sempre e comunque. «Una cosa è certa, non ci vedrete mai uscire dal campo senza aver dato tutto», aveva detto all’inizio della sua avventura. I fatti, poi, gli hanno dato torto, nel senso che in più di un’occasione la Roma si è dimostrata molle, labile, lontana da un qualsiasi concetto di squadra mourinhana. Per invertire la rotta il portoghese oggi vuole passare anche da queste partite qui. Battere il Lecce non solo vuol dire andare avanti, ma continuare in un processo di crescita mentale e di maturazion­e di squadra. Non farlo, viceversa, vorrebbe dire molto probabilme­nte aver sottovalut­ato l’avversario. E non aver capito ciò che sta cercando l’allenatore in questo momento.

Le scelte

Ecco anche perché Mourinho cambierà qualcosa, ma non troppo. Mancini (squalifica­to) è a riposo forzato, esattament­e come Smalling, il che rende obbligator­ia la coppia di difensori centrali formata da Ibanez e Kumbulla (tra l’altro, quest’ultimo ricoperto di elogi dallo stesso Mou alla fine della gara con il Cagliari).

In mezzo rientra Cristante e dovrebbe essere confermato Sergio Oliveira, che ha già cambiato il volto della Roma. Davanti riposo per Zaniolo, conferma per la verve di Felix e ballottagg­io Mkhitaryan-Shomurodov, con il primo favorito, anche se poi il fatto di dover giocare anche a Empoli domenica potrebbe portare Mou a dargli un turno di stop.

A caccia di gol Il terminale offensivo, invece, dovrebbe essere ancora Abraham, fedelissim­o di Mou, l’unico finora che ha dimostrato di avere confidenza con il gol (14 reti in 28 partite). Il tecnico dopo il Cagliari si è augurato di trovare presto più reti dai suoi attaccanti, difficile pensare che possa rinunciare all’inglese. Anche perché gli altri cinque, messi tutti insieme, hanno segnato più o meno gli stessi gol di Tammy: 16, di cui 6 El Shaarawy, tre Zaniolo e Shomurodov e due Perez e Felix. Per battere il Lecce oggi ci vorrà maggiore precisione e più cinismo. Anche perché Mou di brutte figure non ne vuole fare più. Esattament­e come la Roma, che negli ultimi anni in Coppa Italia ne ha colleziona­te parecchie. Basti pensare alla doppia eliminazio­ne con lo Spezia o ai 7 gol presi dalla Fiorentina...

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