La Gazzetta dello Sport

LA PRIMA DONNA ARBITRO IN COPPA D’AFRICA VIENE DAL BASKET: «CREDEVO A UN ERRORE»

La Mukansanga è del Ruanda, ha già diretto al Mondiale donne: «Ma il calcio maschile è un altro livello. Ho visto il mio nome, pensavo a uno sbaglio»

- Di Iacopo Iandiorio

«Ho pensato che forse avevano sbagliato il mio nome, quando l’ho trovato nella lista degli arbitri». Salma Rhadia Mukansanga è stata la prima a essere sorpresa dalla sua nomina ad arbitro del match Zimbabwe-Guinea 2-1, l’altro ieri, del Gruppo B della Coppa d’Africa. E’ diventata così il primo arbitro donna a dirigere una partita della competizio­ne più importante fra le nazionali africane, la prima in 65 anni di vita del torneo. Mukansanga, 33 anni, è ruandese, di Rusizi, provincia occidental­e, a sud del lago Kiwu e a una cinquantin­a di chilometri dal Burundi. Un Paese con scarsa tradizione calcistica, il Ruanda, ma drammatica­mente noto per la guerra del 1994 fra hutu e tutsi, un genocidio da 800mila vittime e milioni di sfollati.

A scuola Salma aveva 6 anni allora e ne è venuta fuori solida. E vogliosa di realizzare i suoi sogni. «A scuola mi piacevano il basket e il calcio. Avrei voluto diventare cestista ma nel mio Paese non ci sono infrastrut­ture per il basket né tecnici capaci. E così mi sono buttata sul calcio e sull’arbitraggi­o». Una passione esplosa all’ultimo anno di scuola superiore, il St Vincent de Paul di Musanze, 250 km più a nord, al confine con l’Uganda. «Quando guardavo le partite a scuola - ha raccontato a Espn – mi piaceva ammirare chi in campo prendeva le decisioni, parlava coi giocatori, quello che la gente rispettava di più». L’arbitro, appunto. «Così ho deciso di seguire un corso per arbitri». Dopo i primi dinieghi in quanto donna, è stata ammessa. Ha studiato le regole del gioco. E l’hanno chiamata per dirigere match per ex, poi per dilettanti e per la terza serie ruandese maschile. Nel 2008, a 20 anni, è stata promossa in serie B e nel campionato top femminile.

Carriera Intanto si è laureata in infermeria e ostetricia all’Università di Gitwe, nel centro del Paese. Nel 2012 l’esperienza internazio­nale come assistente, poi i match di qualificaz­ione alla Coppa d’Africa donne da arbitro, e nel 2015 i Giochi Panafrican­i e la semifinale femminile, l’anno dopo la Coppa d’Africa donne proprio in Camerun. «Per come ho diretto quelle gare, ho dimostrato le mie capacità», ha detto Salma. «E’ stata un’esperienza eccitante. Che mi ha aperto le porte dell’Africa e dei match internazio­nali». Nel 2018 la Mukansanga è la sola africana al Mondiale Under 17 femminile, guida un quarto di finale ed è il “quarto uomo” nel match per il bronzo. E l’anno dopo è al Mondiale delle grandi in Francia, con l’etiope Tafesse, le sole africane arbitro. «Un Mondiale è il sogno della mia vita che si realizza. Specie quando arrivi da un Paese come il mio dove il calcio femminile è di basso livello. Mi sento privilegia­ta per aver avuto questa opportunit­à».

Giochi Salma è confermata anche ai Giochi di Tokyo, a luglio scorso, nel torneo femminile. Arbitra la Gran Bretagna, l’Olanda e un quarto di finale. Promossa! Ora la Coppa d’Africa maschile e lo stadio Ahmadou Ahidjo di Yaoundé, la capitale del Camerun, che non dimentiche­rà mai. Al suo fianco due uomini, gli assistenti Kabene della RD Congo e il marocchino Azgaou. «Noi donne stiamo mostrando al mondo che sappiamo fare, che possiamo arbitrare un match maschile di alto livello e farlo bene». Salma come Stéphanie Frappart, la francese prima donna a dirigere un match di Champions maschile (JuveDinamo Kiev nel 2020 a Torino) e prima la Supercoppa Uefa Liverpol-Chelsea. Salma come l’ucraina Kateryna Monzul, prima a guidare una gara di Nations League, San Marino-Gibilterra nel novembre 2020. Salma come Bibiana Steinhaus, prima e unica donna in Bundesliga.

Chance

In questa Coppa ci sono 4 signore. Oltre a Salma le marocchine Bouchra Karboubi e Fatiha Jermoumi, la prima al Var e l’altra quale assistente, e Carine Atemzabong del Camerun, altra assistente. Ecco, il Var è stata una scoperta: «L’ho usato al Mondiale e ai Giochi, in Africa e nel mio Paese non c’è. Ho imparato tanto qui, come a Tokyo. I Giochi erano una sfida, ma mi hanno aiutata a essere vista», ammette sincera. «A pensare “ehi, questa ragazza è pronta”. Certo, il calcio maschile è di un altro livello. La velocità del gioco, la qualità dei giocatori, il tipo di calcio che ti devi aspettare è al più alto grado. E richiede arbitri top, preparatis­simi e pronti». Infine, un’analisi sulla sua vita: «Non pensavo di arrivare dove sono. Ho viaggiato in Europa, America, ovunque grazie al calcio. Ho imparato tanto. Non molti hanno avuto le mie chance. Sono eccitata e felice». Prossima sfida: i Mondiali maschili. Perché la ruandese Mukansanga vuol continuare a fare la storia.

 ?? ?? In azione Salma Mukansanga, 33 anni, ruandese, in ZimbabweGu­inea di martedì AFP
In azione Salma Mukansanga, 33 anni, ruandese, in ZimbabweGu­inea di martedì AFP
 ?? ?? Debutto Da sinistra, con Musona (Zimbabwe), l’assistente Kabene, Salma, Keita (Guinea) e Azgaou
Debutto Da sinistra, con Musona (Zimbabwe), l’assistente Kabene, Salma, Keita (Guinea) e Azgaou

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