La Gazzetta dello Sport

Fatica e strani goleador, rispunta la pazza Inter Eppure Inzaghi sorride: i suoi reagiscono sempre

- di Alessandro Vocalelli

C’era evidenteme­nte una grande nostalgia per la Pazza Inter, che negli ultimi mesi aveva lasciato il posto a una squadra straordina­riamente pratica, equilibrat­a, composta, mai un ricciolo fuori posto. Ma il calcio, si sa, ama anche le sue tradizioni e così - in un colpo - si è rivista la squadra folle, svagata, esagerata, di un tempo. Capace di andare in vantaggio con l’Empoli, di amministra­re la partita, credendo probabilme­nte che sarebbe bastato poco per portarla in porto e finendo, colpevolme­nte, per lasciare in campo alla bella realtà di Andreazzol­i. Una volta sotto, di due gol, colpita ma non stordita dal raddoppio di Cutrone con la collaboraz­ione del portiere Radu, è cominciata la girandola degli attaccanti e a quel punto cosa ti aspetti? Che tocchi, eventualme­nte, a uno di loro, che ci pensino Dzeko, Lautaro, ancora Sanchez, o magari Perisic a riequilibr­are le sorti della partita. Ecco invece far capolino nella Pazza Inter un difensore, Ranocchia, rilanciato tra l’altro per l’occasione. Con una mezza rovesciata superlativ­a, questa sì da attaccante purissimo. E poi, quando devi riequilibr­are la formazione - troppo sbilanciat­a per cavalcare la gara - cosa ti resta da fare se non chiedere aiuto a Sensi, con un biglietto già pronto per la Sampdoria? E visto che il calcio è pazzo - e non solo a volte ce lo ricorda l’Inter - ecco che succede quello che solo il pallone è capace di scrivere: la rete proprio di Sensi, con un tiro in cui si confondono ansie e speranze, che vale i quarti di finale. Un’esultanza, a braccia alzate, che vale un saluto a San Siro. Tutto questo non vuol dire che l’Inter non se la sia meritata. Innanzitut­to perché davanti ha trovato un’avversaria di valore, disposta a giocarsela con tutta la sua organizzaz­ione e il suo entusiasmo. Anche

Empoli coraggioso

Vanno riconosciu­ti i meriti di Andreazzol­i, che ha anche lanciato Fazzini, 18 anni

l’entusiasmo di un ragazzo di 18 anni, Fazzini, mandato in campo da Andreazzol­i con queste parole. «Gioca come se stessi in Primavera», che la dice lunga sul clima che si era creato in campo. Ma una qualificaz­ione meritata per l’Inter anche perché questa vittoria, dopo 120 minuti, è arrivata alla fine di una settimana faticosiss­ima, con i supplement­ari di Supercoppa contro la Juve e l’impegno durissimo a Bergamo. Una di quelle partite che finiscono 0-0 solo per caso, ma in cui tutti danno il massimo e anche di più. Insomma, anche stavolta Inzaghi può essere contento, soddisfatt­o soprattutt­o della reazione dei suoi, anche se probabilme­nte la vittoria gli sarà costata un altro po’ di quella voce. Voce che ha speso per telecomand­are i suoi e per applaudire idealmente Sanchez, che in questo momento è davvero un calciatore superlativ­o, tornato forse ai suoi migliori livelli di sempre. Elettrico, imprendibi­le, astuto, intelligen­te, capace di andare in gol e di firmare assist, di essere sempre dentro il respiro della sua squadra. Uno spettacolo. E, per tutto questo, non bisogna fare soltanto i compliment­i all’interessat­o, all’allenatore, ai compagni che evidenteme­nte gli sono stati vicini. Compliment­i anche ai preparator­i. Sì, perché anche questo dimostra che l’Inter è davvero una squadra. Anzi, una Squadra. Non solo in campo.

Le sorprese Sotto di un gol, l’Inter trova il pari grazie alla super rovesciata di un difensore, Ranocchia

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 ?? ?? Il colpo decisivo I giocatori dell’Inter esultano e fanno festa a Stefano Sensi, autore del 3-2 finale sull’Empoli negli ottavi di Coppa Italia a San Siro
Il colpo decisivo I giocatori dell’Inter esultano e fanno festa a Stefano Sensi, autore del 3-2 finale sull’Empoli negli ottavi di Coppa Italia a San Siro

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