Djokovic riappare in una chiesa L’Atp: «A Parigi solo con il vaccino»
Epifania ortodossa con selfie, mentre il Roland Garros resta lontano. E spunta un suo investimento in un’azienda per la cura del Covid
Un santuario, a rimarcare la sua spiritualità e il suo legame profondo con il culto ortodosso. Per la prima uscita pubblica dopo il pasticciaccio australiano, Novak Djokovic sceglie la chiesa Ruzica (Rossa) di Kalemegdan, la fortezza di Belgrado, dove ha partecipato alle celebrazioni per l’Epifania serba, suscitando lo stupore degli altri presenti che certo non avrebbero immaginato di ritrovarsi tra i fedeli il più celebre dei concittadini, a così pochi giorni dalle dolorose vicende di Melbourne.
Restrizioni in vista
E se la giornata, malgrado il volto ancora tirato e la barba sfatta, si è conclusa con i sorrisi a uso dei selfie dei tifosi, le notizie che arrivano da Parigi continuano a non lasciarlo tranquillo. Ieri l’Atp ha inviato una mail a tutti i giocatori definendo la comunicazione «importante» perché contenente «i requisiti di vaccinazione per la Francia». L’occasione è il Challenger di Quimper che scatta lunedì e per il quale saranno in vigore le nuove regole anti-Covid, più stringenti, che verranno introdotte dal governo francese alla fine della settimana. L’Atp scrive di essere stata informata dalla Federazione «che presto sarà approvata una legislazione che vieterà agli atleti non vaccinati di partecipare a qualsiasi evento sportivo». Soprattutto, il messaggio lascia poche speranze, se non addirittura nessuna, all’esenzione per un precedente contagio dal virus, a meno che non ci si sia vaccinati almeno con una dose: «Al momento non è chiaro se i giocatori che si sono recentemente ripresi dalla malattia potranno competere, a meno che non abbiano completato almeno una dose di un vaccino a due dosi: sul punto sono necessari ulteriori chiarimenti da parte del governo francese». La questione è nota: Djokovic è risultato positivo il 16 dicembre e con le vecchie regole avrebbe diritto al cosiddetto green pass rafforzato per sei mesi, in tempo per partecipare al Roland Garros (che comincia il 22 maggio). Si prevede però che le nuove misure impongano almeno una dose di vaccino in tempi stretti (quattro mesi?) anche ai guariti, e in questo caso per il Djoker non ci sarebbe margine di manovra, a meno che non si vaccini oppure cambino le regole se la pandemia dovesse alleggerirsi in primavera.
Antivirus Intanto la Reuters ha approfondito con nuovi particolari una notizia circolata nei giorni scorsi e che potrebbe in parte spiegare le convinzioni no vax del numero uno del mondo. Nell’articolo, si legge che il campione serbo detiene una partecipazione di maggioranza (80%) in un’azienda biotecnologica danese che sta lavorando su un trattamento per contrastare il Covid. L’amministratore di QuantBioRes Ivan Loncarevic, che si è definito un imprenditore, ha affermato che l’acquisizione delle azioni da parte di Djokovic è stata effettuata nel giugno 2020, ma non ha risposto sulla portata dell’investimento finanziario. L’azienda sta sviluppando un peptide, che inibisce il coronavirus dall’infettare le cellule umane, e prevede di avviare studi clinici in Gran Bretagna quest’estate. L’ad ha affermato che l’azienda ha una dozzina di ricercatori in Danimarca, Australia e Slovenia. Secondo il registro danese delle imprese Novak e la moglie Jelena possiedono rispettivamente il 40,8% e il 39,2% della società. Da parte del Djoker, ancora nessun commento. ri.cr.