Forse meglio porre un tetto ai tesserati per le grandi
Lla vicenda dei prestiti nel calcio suggerisce domande in apparenza surreali. Venendo al concreto: basta limitare e condizionare le cessioni temporanee di contratto per arginare il fenomeno dello strapotere dei grandi club che controllano centinaia di giocatori? O sarebbe più efficace porre un tetto (prima) a tanti acquisti? In effetti la pratica dei prestiti finisce per danneggiare (alla lunga) la carriera di tanti giovani. E ovviamente questo fenomeno da anni limita la concorrenza, visto che le società meno ricche non possono permettersi certi lussi. Non a caso Psg, Manchester City e Chelsea hanno allestito un vero e proprio business in materia e l’intervento della Fifa può produrre effetti positivi. Ben fatto, insomma.
Ma resta un dubbio sullo sfondo. Se si limitasse il numero dei contratti da professionisti i club di punta sarebbero costretti a cambiare strategia. E, magari, a rivolgersi alle società di medio livello per seguire da lontano la crescita dei talenti più interessanti. E comunque questa stretta toglie respiro a quelle formule alternative che negli ultimi anni hanno permesso di affrontare la crisi economica con delle soluzioni meno onerose, nel rispetto dei valori tecnici. Come spesso accade il contrasto alle condotte spregiudicate finisce per colpire quelle iniziative virtuose che permettono di tenere in equilibrio un mondo contrassegnato da troppe differenze. Ad esempio in Serie A è stata elogiata la politica di chi ha investito a medio termine su talenti in erba: Brahim Diaz nel Milan ha avuto fiducia. Perché mettere una ghigliottina alle sue ambizioni?
la realizzazione di operazioni come quelle usate recentemente dalla Juventus per Morata, Kean, Chiesa, Locatelli, Romero o Rovella, dal Milan per Bakayoko e Brahim Diaz, dall’Inter per Politano e Vidal, solo per citare i casi più noti. Finiranno invece nel monitor della Fifa i club abituati ad accumulare decine di prestiti. In Italia l’Atalanta è senza dubbio la società che sfrutta di più questa formula: quest’anno sono oltre 50 i giocatori ceduti dalla società bergamasca, ma la stragrande maggioranza dei prestiti nerazzurri rientra nelle due categorie permesse dalla Fifa, Under 21 e ‘canterani’.
Casi internazionali
In Serie A tra i grandi prestatori ci sono il Sassuolo, il Genoa, la Juventus e l’Inter: potranno continuare a farlo, ma con regole più precise e limitanti mentre prima non c’erano controlli di sorta. All’estero si parla tanto del Chelsea, che ha un gran numero di giocatori in giro per l’Europa, e anche del Manchester City, che dovrà limitare a 3 i prestiti tra i vari club del gruppo di squadre gestite nel mondo dalla franchigia mediorientale. Così come il sempre ampio e sfruttato canale di scambio tra Udinese e Watford sarà notevolmente ristretto dalle nuove regole.