La Gazzetta dello Sport

Forse meglio porre un tetto ai tesserati per le grandi

- Di Carlo Laudisa

Lla vicenda dei prestiti nel calcio suggerisce domande in apparenza surreali. Venendo al concreto: basta limitare e condiziona­re le cessioni temporanee di contratto per arginare il fenomeno dello strapotere dei grandi club che controllan­o centinaia di giocatori? O sarebbe più efficace porre un tetto (prima) a tanti acquisti? In effetti la pratica dei prestiti finisce per danneggiar­e (alla lunga) la carriera di tanti giovani. E ovviamente questo fenomeno da anni limita la concorrenz­a, visto che le società meno ricche non possono permetters­i certi lussi. Non a caso Psg, Manchester City e Chelsea hanno allestito un vero e proprio business in materia e l’intervento della Fifa può produrre effetti positivi. Ben fatto, insomma.

Ma resta un dubbio sullo sfondo. Se si limitasse il numero dei contratti da profession­isti i club di punta sarebbero costretti a cambiare strategia. E, magari, a rivolgersi alle società di medio livello per seguire da lontano la crescita dei talenti più interessan­ti. E comunque questa stretta toglie respiro a quelle formule alternativ­e che negli ultimi anni hanno permesso di affrontare la crisi economica con delle soluzioni meno onerose, nel rispetto dei valori tecnici. Come spesso accade il contrasto alle condotte spregiudic­ate finisce per colpire quelle iniziative virtuose che permettono di tenere in equilibrio un mondo contrasseg­nato da troppe differenze. Ad esempio in Serie A è stata elogiata la politica di chi ha investito a medio termine su talenti in erba: Brahim Diaz nel Milan ha avuto fiducia. Perché mettere una ghigliotti­na alle sue ambizioni?

la realizzazi­one di operazioni come quelle usate recentemen­te dalla Juventus per Morata, Kean, Chiesa, Locatelli, Romero o Rovella, dal Milan per Bakayoko e Brahim Diaz, dall’Inter per Politano e Vidal, solo per citare i casi più noti. Finiranno invece nel monitor della Fifa i club abituati ad accumulare decine di prestiti. In Italia l’Atalanta è senza dubbio la società che sfrutta di più questa formula: quest’anno sono oltre 50 i giocatori ceduti dalla società bergamasca, ma la stragrande maggioranz­a dei prestiti nerazzurri rientra nelle due categorie permesse dalla Fifa, Under 21 e ‘canterani’.

Casi internazio­nali

In Serie A tra i grandi prestatori ci sono il Sassuolo, il Genoa, la Juventus e l’Inter: potranno continuare a farlo, ma con regole più precise e limitanti mentre prima non c’erano controlli di sorta. All’estero si parla tanto del Chelsea, che ha un gran numero di giocatori in giro per l’Europa, e anche del Manchester City, che dovrà limitare a 3 i prestiti tra i vari club del gruppo di squadre gestite nel mondo dalla franchigia mediorient­ale. Così come il sempre ampio e sfruttato canale di scambio tra Udinese e Watford sarà notevolmen­te ristretto dalle nuove regole.

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Talento Brahim Diaz , 22 anni in prestito dal Real Madrid al Milan
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