Inter-Juve duello continuo sul mercato Servono rinforzi per la missione Europa
Sfavori in corso, ci risiamo. Inter e Juve continuano a sgambettarsi a vicenda sul mercato. Il club nerazzurro lavora a testa bassa per accaparrarsi a giugno i baby gioielli Scamacca e Frattesi, resta in agguato su Dybala, non sia mai che alla fine la situazione con Agnelli precipiti. I bianconeri non sono da meno, cercano di stringere i tempi per Vlahovic con un’offensiva serrata. Rinforzi extra lusso, guarda caso nel mirino di due società che disputano uno speciale derby d’Italia fuori dal campo. Nel nostro giacimento, appena un giocatore da interessante passa a top, vedi Vlahovic, scatta il solito meccanismo: a ridosso delle offerte delle big di A, arrivano le chiamate dalle leghe più ricche, specie la Premier. L’effetto è che chi se lo può permettere sgomita per le prime scelte: non è una tendenza, ma un sedimentato scenario. I combattimenti tra Inter e Juve sono ormai un classicone del nostro calcio. Lukaku, Kulusevski, e poi appunto Scamacca, Frattesi… Tutti nomi contesi nel duello
tra le grandi della A. La lista si allungherà ancora, proprio perché le due superconcorrenti puntano a un ulteriore e definitivo salto di qualità. L’Inter si trova in un passaggio cruciale per politica e prospettive. Il ritorno al dominio nell’ambito nazionale è già avvenuto con la gestione di Conte, ora serve la conferma sotto la guida di Inzaghi. La strada imboccata sembra giusta,
almeno così raccontano le classifiche e le statistiche di rendimento. Però lo stesso nome di battesimo spinge verso altre mete: il suffisso Inter porta in sé l’idea di un cambio di stato, il marchio Internazionale impone la ricerca di nuove frontiere all’estero. Il superamento della fase a gruppi in Champions, che rischiava di venire percepito come le colonne d’Ercole, è un incoraggiante segnale per i
nerazzurri. Dato che non ci si può accontentare dell’approdo agli ottavi, sono necessarie altre mosse. I piani di Marotta e del suo staff prevedono un graduale innesto di giovani “chiavi in mano”, tipo appunto Scamacca e Frattesi, non scommesse, e profili rodati come Dybala. La vicenda del 10 argentino spinge i vertici bianconeri a stilare un piano B. Da Agnelli in giù, da tempo tutti si sono rassegnati a una presa di coscienza: il progetto di inizio stagione, scricchiolante sin dalle battute iniziali, non funziona. Sì, c’è stata la risalita al quinto posto, ma per uscire dal bianconero che stinge in grigio va rivisto l’assetto, giusto per tornare competitivi a qualsiasi livello, a partire dall’Europa. Hai voglia a capeggiare fronde anti-Uefa, sotto forma di SuperLega e simili, se poi non riesci a entrare in pianta stabile almeno in un G8 di Coppa dei Campioni. Peggio ancora se si tratta di un club che ha disputato con l’attuale allenatore, l’Allegri restaurato come garante del piano juventino di rinascita e resilienza, due finali di Champions nel 2015 e 2017, non 60 anni fa.
La strategia espansionistica nel continente non è uno sfizio, ma uno step necessario per i club di prima fascia. Nella ricerca degli innesti decisivi, se si cerca di pescare nello stesso bacino, le corazzate si pestano prima o poi i piedi, è inevitabile.
Non c’è bisogno di esagerare come il visionario presidente della Longobarda, interpretato da Camillo Milli, ieri scomparso tra tanti ricordi, che prometteva Rummenigge a Oronzo Canà, l’allenatore nel pallone reso indimenticabile da Lino Banfi. Inter e Juve si ostacoleranno ancora senza esclusione di colpi di mercato, ma con mosse oculate potrebbero arricchire tutto il nostro movimento. Tenetevi forte.