Villeneuve a 50 anni cede al mito Nascar «Inseguo Daytona»
«Hamilton resta in F.1? Solo se Mercedes gli garantisce un anno più tranquillo»
Andrea Cremonesi
La carta di identità non lo spaventa. E alla soglia dei 51 anni che compirà il 9 aprile, Jacques Villeneuve è pronto a una nuova avventura: qualificarsi e correre il 20 febbraio la Daytona 500, gara icona della Nascar che in Nord America è il top. «La Nascar mi è sempre piaciuta. E questa gara in termini di importanza vale la 500 Miglia di Indianapolis o la 24 Ore di Le Mans, anzi in Nord America è persino più popolare di Indy. Basti pensare che alla squadra vincitrice vanno 2 milioni di dollari. Ai piloti? Beh, speri nella generosità del team...».
Alfista Il campione del mondo di F.1 del 1997 sarà al via con la Ford Mustang del team Hezemberg con cui ha appena disputato una sessione di test nel catino della Florida. «A capo del team ci sono Toine Hezemans, che vinse la Targa Florio con l’Alfa Romeo (nel 1971 in coppia con Nino Vaccarella al volante della 33/3; n.d.r.) ed Ernst Berg». L’idea di affrontare Daytona è nata a Vallelunga, quando Jacques si è imposto in una corsa di Euro Nascar. «Nella stessa categoria corre il secondogenito di Toine, Loris. Per ora l’operazione riguarda solo Daytona, poi vedremo. Ma ho troppi impegni in Europa per disputare tutto il campionato». Tra questi il ruolo di commentatore dei GP di F.1 per l’emittente francese Canal Plus. E a proposito di GP, Jacques si è fatto una idea molto precisa sui fatti di Abu Dhabi: sostiene che «Michael Masi non va rimosso, ha lavorato sotto pressione con i due team principal, in particolare Toto Wolff, che nelle ultime 5 gare, continuavano a urlargli nelle orecchie. Ha fatto tutto bene o quasi, dopo quella Safety-Car. L’unico neo è che poteva far sdoppiare tutti un giro prima, ma era giusto far ripartire la gara. Semmai ora servono regole più precise e magari commissari permanenti. L’alternativa è consentire tutto lasciando che, dopo gli incidenti, i piloti si prendano a pugni come succede in America».
Resta o smette? Sul fatto che Lewis possa davvero smettere dopo l’amara conclusione del 2021, Villeneuve resta possibilista. «Dipende dalla bontà della nuova Mercedes, se sarà facile vincere o meno. Se, invece, diventa complicato... Lewis è un po’ stanco, ha trascorso stagioni tranquille dopo il ritiro di Nico Rosberg, di certo non voleva vivere un anno come è stato l’ultimo. Pensava di arrivare ai record con facilità e non è stato il caso. Eppoi quando perdi un titolo così...Come se avessi un diamante in mano e te lo tolgono. Fa molto più male che se Verstappen avesse condotto tutta la gara in testa; ma io interpreto il suo silenzio anche come un modo per prendere le distanze da Wolff. Perché si può perdere con stile, invece Toto si è comportato come qualcuno che gioca a Monopoli ma, perché sta perdendo, getta tutto all’aria. Per me ha creato un danno di immagine. E Hamilton su questo tema è sensibile, perché pensa al suo
futuro in America, forse a Hollywood».
Cambio di regole La Nascar 2022 costituisce una ghiotta occasione per Jacques, perché «è cambiato tutto: le macchine sono state disegnate da Dallara, più vicine alla GT, il cambio è manuale ma sequenziale e non c’è elettronica. Il dna Nascar è preservato, ma l’aerodinamica conta grazie all’introduzione dell’estrattore. Le Case ci mettono motori e carrozzeria, ma la differenza la fa lo sviluppo dei team». L’età? «Non è uno svantaggio, se hai fame, grinta e passione. Rischi meno, però ragioni un po’ di più e la concentrazione è maggiore rispetto a quando sei giovane».
Ricetta vincente Ma cosa serve per andare forte? «Va tenuto presente che le auto Nascar – spiega — sono come i kart a nolo, senza potenza. Viaggi sempre col piede giù. Trovare il decimo in qualifica dunque è molto difficile». Per non parlare della gara: «Avete presente gli ingorghi in autostrada? Viaggi nel gruppo, con altre 2 o 3 vetture affiancate». Fondamentali gli spotter: «Leggono la gara, tengono d’occhio il traffico, indicano al pilota le traiettorie ideali». Nell’Euro Nascar il suo spotter era Giulia Marra, la compagna che lo renderà padre per la quinta volta a febbraio: «A Vallelunga è stata bravissima a farmi vincere malgrado una penalità di 5”».