Coppa avara con Wierer e l’Italia: allarme per i Giochi
Un solo podio azzurro in stagione con Dorothea, che oggi torna ad Anterselva nell’Individuale dei suoi giorni d’oro
La carica di casa per lanciarsi sui Giochi. Dorothea Wierer, due anni fa, ha sopportato le forti pressioni dei suoi Mondiali ad Anterselva vincendo 2 dei 3 ori in carriera, compreso quello nell’Individuale di 15 km, il format che la vedrà oggi (14.15 Eurosport) debuttare nella tappa di Coppa del Mondo italiana, ultimo test prima di Pechino. Dopo il grande bottino iridato e la seconda Coppa del Mondo generale, per Dorothea e il resto della nazionale, non ci sono più state giornate trionfali (zero podi anche nei Mondiali 2021), complice la pandemia: gli azzurri l’hanno sofferta di più. Dorothea è sempre stata abbastanza costante senza tuttavia rivivere più quei picchi del 2020, non ultimo il podio della scorsa settimana di Ruhpolding. Dal 3° posto nella Sprint alle 3 gare nel fine settimana (domani staffetta, domenica Mass start), la finanziera altoatesina cerca l’ultima ispirazione prima di partire per la Cina, dove inseguirà la medaglia olimpica individuale che le manca dopo due bronzi in staffetta mista. La preparazione della nazionale di Curtaz è stata finalizzata tutta sulle gare olimpiche? Di certo, la classifica generale non rende giustizia alla carriera di Doro, già due Coppe del Mondo, attualmente 10a , per non dire di Lisa Vittozzi 24a. Qualche segnale si è visto in staffetta da Federica Sanfilippo mentre bisognerà decidere ancora la quarta frazionista.
Allarme Anche a livello maschile, i segnali non sono stati finora entusiasmanti, come conferma l’Individuale di 20 km di ieri nella prima prova della tappa italiana in Alta Val Pusteria (senza pubblico). Il miglior azzurro è stato Thomas Bormolini (27°). Lukas Hofer si è piazzato 43° con 6 errori al poligono, Didier Bionaz (49°), Tommaso Giacomel (50°) e Dominik Windisch 77° con 8 errori. Sabato nella mass start sono ammessi solo i migliori 40. Nel biathlon delle continue sorprese, a vincere per la seconda volta in carriera è stato il russo Anton Babikov sul norvegese Tarjei Boe (la Coppa di specialità sarà sua) e sull’altro russo Said Karimulla Khalili. C’è da lavorare soprattutto al poligono, in chiave olimpica. Oggi intanto Doro cerca vecchie (e nuove) sensazioni.
dove si sente sicuro e dove non lo è studia e prova a migliorare. Anche qui a Kitz devi avere l’intelligenza per capire dove tirare al massimo, dove tenere e dove mollare, tratto per tratto, a seconda delle condizioni di ogni anno. Se vai a chiodo sempre, le prime due o tre volte di salvi ma la quarta finisci sulle reti».
3 L’altro grande protagonista della stagione è Kilde. E pure lui a Kitz non ha mai vinto. «Sono in tanti quelli che qui non hanno mai vinto. Anzi, alla partenza siamo solo in tre a poter dire di averlo fatto, io, Mayer e Feuz. Cuche si è ritirato, come Reichelt (2014) e Peter (Fill vinse nel 2016, ndr). Jansrud (2015) e Dressen (2018) sono assenti».
3Ha raccontato che, quando dieci anni fa arrivò a Kitzbuehel, studiò Cuche. Il riferimento
è ancora lui? O magari è diventato Paris?
«Per me resta ancora lui. Quello che fece nel 2011 resta incredibile. Poi ok, nel 2019 ho fatto anch’io un garone, ma quella volta Didier partì dall’alto e diede quasi un secondo a Miller. Quell’anno io quasi non riuscii a scendere (25° a 3”30, ndr)».
3Ci definisce le sue tre vittorie in discesa a Kitzbuehel?
«La prima nel 2013 fu la sorpresa, mi buttai giù a tutta dopo le prove che erano andate bene; la seconda nel 2017 la più difficile e anche quella più fortunata; la terza nel 2019 è stata quella della consapevolezza, della sicurezza in me stesso. Ma sono state tutte importanti allo stesso modo».