La Gazzetta dello Sport

Coppa avara con Wierer e l’Italia: allarme per i Giochi

Un solo podio azzurro in stagione con Dorothea, che oggi torna ad Anterselva nell’Individual­e dei suoi giorni d’oro

- Di Stefano Arcobelli

La carica di casa per lanciarsi sui Giochi. Dorothea Wierer, due anni fa, ha sopportato le forti pressioni dei suoi Mondiali ad Anterselva vincendo 2 dei 3 ori in carriera, compreso quello nell’Individual­e di 15 km, il format che la vedrà oggi (14.15 Eurosport) debuttare nella tappa di Coppa del Mondo italiana, ultimo test prima di Pechino. Dopo il grande bottino iridato e la seconda Coppa del Mondo generale, per Dorothea e il resto della nazionale, non ci sono più state giornate trionfali (zero podi anche nei Mondiali 2021), complice la pandemia: gli azzurri l’hanno sofferta di più. Dorothea è sempre stata abbastanza costante senza tuttavia rivivere più quei picchi del 2020, non ultimo il podio della scorsa settimana di Ruhpolding. Dal 3° posto nella Sprint alle 3 gare nel fine settimana (domani staffetta, domenica Mass start), la finanziera altoatesin­a cerca l’ultima ispirazion­e prima di partire per la Cina, dove inseguirà la medaglia olimpica individual­e che le manca dopo due bronzi in staffetta mista. La preparazio­ne della nazionale di Curtaz è stata finalizzat­a tutta sulle gare olimpiche? Di certo, la classifica generale non rende giustizia alla carriera di Doro, già due Coppe del Mondo, attualment­e 10a , per non dire di Lisa Vittozzi 24a. Qualche segnale si è visto in staffetta da Federica Sanfilippo mentre bisognerà decidere ancora la quarta frazionist­a.

Allarme Anche a livello maschile, i segnali non sono stati finora entusiasma­nti, come conferma l’Individual­e di 20 km di ieri nella prima prova della tappa italiana in Alta Val Pusteria (senza pubblico). Il miglior azzurro è stato Thomas Bormolini (27°). Lukas Hofer si è piazzato 43° con 6 errori al poligono, Didier Bionaz (49°), Tommaso Giacomel (50°) e Dominik Windisch 77° con 8 errori. Sabato nella mass start sono ammessi solo i migliori 40. Nel biathlon delle continue sorprese, a vincere per la seconda volta in carriera è stato il russo Anton Babikov sul norvegese Tarjei Boe (la Coppa di specialità sarà sua) e sull’altro russo Said Karimulla Khalili. C’è da lavorare soprattutt­o al poligono, in chiave olimpica. Oggi intanto Doro cerca vecchie (e nuove) sensazioni.

dove si sente sicuro e dove non lo è studia e prova a migliorare. Anche qui a Kitz devi avere l’intelligen­za per capire dove tirare al massimo, dove tenere e dove mollare, tratto per tratto, a seconda delle condizioni di ogni anno. Se vai a chiodo sempre, le prime due o tre volte di salvi ma la quarta finisci sulle reti».

3 L’altro grande protagonis­ta della stagione è Kilde. E pure lui a Kitz non ha mai vinto. «Sono in tanti quelli che qui non hanno mai vinto. Anzi, alla partenza siamo solo in tre a poter dire di averlo fatto, io, Mayer e Feuz. Cuche si è ritirato, come Reichelt (2014) e Peter (Fill vinse nel 2016, ndr). Jansrud (2015) e Dressen (2018) sono assenti».

3Ha raccontato che, quando dieci anni fa arrivò a Kitzbuehel, studiò Cuche. Il riferiment­o

è ancora lui? O magari è diventato Paris?

«Per me resta ancora lui. Quello che fece nel 2011 resta incredibil­e. Poi ok, nel 2019 ho fatto anch’io un garone, ma quella volta Didier partì dall’alto e diede quasi un secondo a Miller. Quell’anno io quasi non riuscii a scendere (25° a 3”30, ndr)».

3Ci definisce le sue tre vittorie in discesa a Kitzbuehel?

«La prima nel 2013 fu la sorpresa, mi buttai giù a tutta dopo le prove che erano andate bene; la seconda nel 2017 la più difficile e anche quella più fortunata; la terza nel 2019 è stata quella della consapevol­ezza, della sicurezza in me stesso. Ma sono state tutte importanti allo stesso modo».

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Regina Dorothea Wierer, 31 anni, 2 bronzi olimpici, 10 podi mondiali, 2 Coppe

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