La Gazzetta dello Sport

Quel mese da dimenticar­e tra mira sballata e ansia Così Simone ha perso la via

La rimonta subita da Giroud il 5 febbraio ha cambiato tutto Calo offensivo e forma precaria: squadra a rapporto dal tecnico

- Di Filippo Conticello

Alle 19.30 del 5 febbraio il lavoro in sartoria era quasi terminato: la seconda stella sembrava cucita sul petto interista e tanti saluti al campionato. Quanto successo dopo, invece, è materia per psicanalis­ti. La slavina nerazzurra è partita in quel derby di Serie A e si è prolungata fino a martedì in quello di Coppa Italia. Dopo il black-out che aveva generato l’uno-due di Giroud, la luce non si è mai riaccesa.

I RISULTATI Quaranta giorni senza vincere in A

Sabato sarà passato un mese esatto dal bivio in cui è sterzata la stagione dell’Inter: da allora il destino ha preso altre strade, il tempo dirà se definitiva­mente. Di certo, il dominio nerazzurro della prima metà di stagione era stato ben visibile pure nel derby sfortunato di inizio febbraio, anche se quel periodo felice interista sembra essersi perso tra le nebbie. «Ancora ci lecchiamo le ferite di quella partita .... », ha appena ammesso Simone Inzaghi. C’è quindi un tarlo nel pensiero, sopravvive il rimpianto. Con l’1-0 di Perisic nel primo tempo l’Inter stava infatti spedendo i cugini a -7, potenzialm­ente a -10 vista la gara in meno. Tradotto: aveva virtualmen­te chiuso i giochi scudetto. A fine serata, però, si era ritrovata a -4 senza accorgerse­ne: sembrava solo colpa di 3’ minuti di follia, in realtà erano le prime crepe di una crisi di sistema. Dopo i due timidi sorrisi - il passaggio del turno in Coppa Italia contro la Roma e un pari prezioso stappato coi denti al Maradona -, ecco il precipizio con doppia caduta a San Siro: il Liverpool che resiste e poi banchetta due a zero, stesso risultato ripetuto 4 giorni dopo da un Sassuolo sfacciato. Pure i tentativi successivi di ripresa sono stati vacui e certificat­i da due 0-0 scialbissi­mi: il primo al Ferraris col Genoa in campionato, il secondo nel nuovo derby di Coppa Italia giocato martedì. Così i nerazzurri stanno pericolosa­mente perdendo le vecchie certezze: non vincono lo straccio di una partita dall’8 febbraio contro Mou. E per ritrovare tre punti in campionato bisogna tornare indietro di 40 giorni: il 22 gennaio rimonta in extremis col Venezia. Anche allora una fatica sovraumana per battere al 90esimo una squadra che lotta per non retroceder­e: a guardar bene, un po’ di polvere sotto al tappeto c’era già.

IL CALO Il gol è smarrito Ma pure il gioco...

Il gol di Perisic spacca in due l’Inter e il campionato: esiste un prima e un dopo per tutti. Soprattutt­o è stata stravolta la via nerazzurra verso la rete: partita dopo partita, si è fatta misteriosa­mente più tortuosa. La porta si è allontanat­a fino a sbiadire nell’ultima col Milan. E i gol che piovevano a grappoli sono diventati miraggi: in sei partite l’Inter ne ha segnati appena tre, due subito in Coppa Italia con la Roma (Dzeko-Sanchez) e poi lo squillo di Edin a Napoli il 12 febbraio. La media complessiv­a fa 0,5: un tracollo perché fino al tiro al volo di Perisic a San Siro si viaggiava a 2,2 di media a partita. Insomma, l’Inter che nei primi mesi era vorace, adesso ha improvvisa­to lo sciopero della fame: siamo arrivati a sette infinite ore (432’ recuperi inclusi) senza segnare. E non ha trovato il gol con nessuno degli ultimi 69 tiri tentati (percentual­e realizzati­va misera, 3%, contro il precedente 12): a lungo ad Appiano dicevano che era solo questione di mira, ma le ultime esibizioni hanno fatto cambiare la percezione. Non difetta il cinismo, ma il gioco.

LE CONTROMISU­RE Difesa meno solida Oggi tutti al video

Nel post-Perisic l’Inter si è scoperta più stanca e ansiosa: va a metà della velocità e col doppio della paura. Lì dove giocava libera e spensierat­a, adesso è intrappola­ta nello stesso eterno schema: paga l’assenza di un piano B e un gioco che, alla lunga, è forse un po’ troppo dispendios­o. Se nelle ultime due gare almeno non ha subito gol, la difesa ha comunque ballato troppo, tra un colpo di testa di Firmino e uno di Scamacca: in totale siamo alla media di 1,1 rete subita a partita (prima 0,8), mentre la media di tiri concessi è salita da 10,6 a 11,6. I problemi vanno comunque registrati soprattutt­o davanti, visto che da 10 anni i nerazzurri non sommano 5 partite senza gol (nel 2011-12 Ranieri non sfondò contro Roma, Novara, Bologna, Marsiglia e Napoli). Per ora il digiuno dell’Inter di Simone è fermo a 4 partite (e mezzo) e per questo il tecnico vuole riaccender­e immediatam­ente il vecchio appetito. Oggi parlerà alla squadra dopo una ricca seduta video sull’ultimo folle mese: c’è molto da vedere, ma pure tanto di cui parlare.

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