La Gazzetta dello Sport

Aprilia insegue il primo trionfo dopo un inverno da reginetta

Si riparte dal podio dell’anno scorso di Espargaro a Silverston­e E se Viñales torna Top Gun...

- Di Massimo Brizzi

Oltre all’armata di Borgo Panigale, nel segno del Made in Italy c’è anche l’agguerrita Aprilia. Budget, obiettivi e potenziale sono ben differenti da quelli della Ducati, ma le ambizioni della Casa italiana sono solidissim­e. Radicate in una storia da 54 titoli mondiali che a Noale vengono lucidati con l’orgoglio di chi non vuole solo rievocare i fasti passati, ma intende perpetrarl­i. In futuro, se non nell’immediato presente, visto che la scalata in atto richiede le sue tempistich­e. Mente italiana e braccio spagnolo, l’Aprilia, all’ottavo anno di fila in MotoGP, inizia il 2022 come team Factory: passo avanti importante, per ambizioni e visibilità, che suggella un percorso di crescita la cui gittata è appena agli inizi.

Primo podio Forte della gestione tecnica di Romano Albesiano e organizzat­iva di Massimo Rivola, dal 2019 a.d. del Racing di Noale dopo essere stato d.s. della Ferrari e responsabi­le della FDA di Maranello, l’Aprilia ha impresso un’accelerazi­one importante negli ultimi anni. Quelli che l’hanno vista dimezzare costanteme­nte il distacco dalla vetta e conquistar­e l’anno scorso il miglior bottino di punti in top class (121), un bell’ottavo posto nel Mondiale piloti e soprattutt­o il primo podio in MotoGP con il 3° posto di Silverston­e. Entrambi a firma di Aleix Espargaro, spagnolo, alla sesta stagione di fila in Aprilia. All’indomani del podio conquistat­o in

Gran Bretagna, Rivola, intriso di bollicine, disse: «È il coronament­o del nostro duro lavoro, ma soprattutt­o il punto di partenza perché siamo in MotoGP per vincere». I tempi dei test invernali, doppietta nella prima giornata e secondo tempo finale in Malesia, 4o posto nella combinata in Indonesia, dicono che l’obiettivo non è impensabil­e. La nuova RS-GP, moto agile, reattiva e straordina­ria per velocità in curva, ha soddisfatt­o i piloti: il veterano Aleix Espargaro è molto carico, mentre Maverick Viñales, gran talento, ma sempre in bilico tra il trampolino della gloria e il baratro dello sconforto, ha bisogno di respirare quella fiducia che Noale gli sta dando, per tornare il Top Gun che vinceva con Suzuki e Yamaha.

Sfida Un derby tricolore con la Ducati è impensabil­e, troppa distanza nelle forze in campo fra le otto moto di Borgo Panigale e le due di Noale, ma frequentar­e la top-5 con regolarità è nei desideri di Rivola. «Abbiamo messo solide fondamenta, il reparto corse ha grandi competenze e la coppia di piloti per me è la migliore del mondiale: il resto lo dirà la pista». L’ambizione è di celebrare i 30 anni dal primo Mondiale, quello di Alessandro Gramigni in 125 nel 1992, con altre coppe da mettere in bacheca: soprattutt­o su tracciati guidati potrebbe pure arrivare quella del gradino più alto. La più agognata.

Anniversar­io L’obiettivo è regalarsi una gioia a trent’anni dal primo titolo con Gramigni in 125

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AFP In sella Aleix Espargaro, 32 anni, spagnolo, durante i test in Malesia

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