La Gazzetta dello Sport

Uno, due e tre: Polanc-Ayuso-Covi Laigueglia diventa un piccolo emirato

Il re del Tour esulta davanti alla Tv e chiama i compagni della Uae Emirates

- di Davide Romani INVIATO A LAIGUEGLIA (SAVONA)

Per un giorno Laigueglia diventa l’ottavo Emirato. La tripletta nella classica ligure, apertura del calendario italiano, è l’ultima perla di un inizio di 2022 esaltante per l’Uae Emirates. I “fratelli” di Pogacar non conoscono rivali e infilano l’undicesimo successo stagionale (eguagliata la Quick Step) con il connaziona­le Jan Polanc, e la Slovenia è il tredicesim­o Paese a entrare nell’albo d’oro della corsa giunta alla 59a edizione. Battuti i compagni Juan Ayuso (spagnolo di 19 anni, vincitore del Giro d’Italia Under 23 nel 2021) e Alessandro Covi, il varesino di 23 anni già a segno due volte in queste settimane.

Campioni in giallo I 202 km, corsi su una parte di percorso della Milano-Sanremo in programma sabato 19 marzo, hanno premiato la corazzata emiratina capace di mandare a segno il sesto corridore diverso nel 2022. E la chiamata di congratula­zioni dell’amico Tadej Pogacar – fresco trionfator­e per la seconda volta all’Uae Tour – non è mancata a far felice Polanc. «Tadej è un campione, un talento unico ma soprattutt­o un amico – racconta il 29enne (domenica compirà 30 anni) di Kranj -. Io ho solo la nazionalit­à uguale alla sua, vinco molto di meno. Il nostro rapporto è speciale». Già, perché l’amicizia tra i due affonda le radici dai tempi delle corse Under 23. Il fenomeno Pogacar ha corso nella stessa squadra dove anni prima si è cimentato Polanc, e dove tuttora allena il papà di Jan. Un rapporto che si è fortificat­o negli anni, tanto che ogni volta che Tadej fa ritorno in Slovenia escono insieme ad allenarsi. Una fratellanz­a che si colora di giallo. Nel 2020, l’anno del primo successo al Tour de France di Pogacar, c’era Polanc a dividere la stanza con lui condividen­do gioie ed emozioni. E oggi con un cuore postato sui social è Tadej, appena rientrato dall’Uae Tour, a esultare per lui. Un mese di successi che non sono passati inosservat­i ad Abu Dhabi. Nei giorni scorsi, Pogacar e i compagni di squadra presenti all’Uae Tour sono stati ricevuti dallo sceicco Mohamed bin Zayed bin Sultan al Nahyan: «È speciale vedere riconosciu­ti i nostri sforzi», ha sottolinea­to Mauro Gianetti, team principal e Ceo della squadra che ora si avvicina ambiziosa all’appuntamen­to di sabato con la Strade Bianche dove calerà l’asso Pogacar per allungare la striscia di vittorie.

Squadra L’undicesimo successo Uae è arrivato al termine di un gioco di squadra perfetto. Tutti i 7 in gara sono entrati nell’azione di 22 corridori che ha acceso la corsa. A quel punto, a turno hanno tutti provato a fare selezione. Ha iniziato Covi, ha proseguito Formolo (poi caduto in discesa), ci ha provato Polanc prima di staccarsi per ben due volte dalla testa della corsa. A ogni scatto, i rivali si staccavano. Ultimo a mollare il bergamasco Lorenzo Rota (Intermarch­é). E in vista dell’ultimo chilometro tra Ayuso e Covi è rientrato Polanc che ha passato a doppia velocità i compagni. «Siamo stati tatticamen­te perfetti – continua lo sloveno - e il risultato non poteva essere più bello. Primo, secondo e terzo». E con Ulissi settimo, sono 4 nei primi 10.

Portafortu­na Per Polanc l’Italia è un terreno di conquista amico. Due tappe al Giro – 1 nel 2015 e 1 nel 2017 - e nel 2019 per due giorni in maglia rosa. Ieri, il successo al Trofeo Laigueglia. «Dopo il Covid avuto a gennaio ora mi sento finalmente bene e ho iniziato ad andare forte – sorride Polanc -. L’Italia mi porta bene e dopo le tappe al Giro e la maglia rosa vestita nel 2019 è arrivata questa bella vittoria. Adesso vediamo che cosa mi riserverà il futuro, Io sono pronto». I rivali sono avvisati: con o senza Pogacar, nel 2022 la Uae Emirates è la corazzata da battere, per puntare a diventare la squadra numero 1 al mondo.

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