La Gazzetta dello Sport

Napoli a testa bassa

Spalletti: «Noi troppo imprecisi Ma non mollo, ci rialzeremo»

- di Maurizio Nicita NAPOLI

Forse dovevamo fare qualcosa di più in fase offensiva, non si è creato molto

Abbiamo perso un po’ di ordine e il Milan è stato bravo a ripartire difendendo anche bene

Luciano Spalletti

L’allenatore degli azzurri: «Se giochi per lo scudetto la tensione sale, fa parte dell’essere campioni. Se non reggi la pressione devi andar via»

Il condottier­o stavolta è a testa bassa, ma pronto a rialzarla. Luciano Spalletti è deluso perché il suo Napoli ha fatto bene in tante occasioni ma ne ha perse altrettant­e, di occasioni, che potevano davvero proiettarl­o in vetta. Invece dopo il pari contro l’Inter e quello di Cagliari ecco questa sconfitta contro il Milan che toglie il sogno agli oltre quarantami­la tifosi che al Maradona hanno sospinto la squadra a un’impresa che non è stata mai nemmeno sfiorata. «Ma io domattina risorgo. Chi pensa che molli o non prepari bene l’allenament­o non mi conosce. Ne ho vissute tante di situazioni difficili e ci rialzeremo».

Il tallone di Maradona Nella corsa allo scudetto i punti di differenza con le milanesi sono maturati proprio al Maradona. Perché quattro delle sconfitte in campionato sono arrivate qui, solo l’Inter ha battuto gli azzurri in trasferta. Che a dicembre avevano aperto le porte di casa ad Atalanta, Empoli e Spezia. Ma da quella vigilia di Natale il Napoli non aveva più perso e il 2022 era stato quasi perfetto in otto turni: 5 vittorie e 3 pari, nessuno aveva fatto meglio. E invece alla prova del nove ecco la caduta e proprio davanti al proprio pubblico. Fuori giri? La voglia di dominarla ha portato l’esito opposto, di strafare. Perché il Milan del primo tempo, fin quando è riuscito ad alzare il ritmo, ha provato a fare il Barcellona. Con la mediana altissima a pressare e il Napoli che ha faticato tantissimo in uscita, pur non facendo i disastri che contro i catalani sono risultati letali. L’allenatore in panchina si è sbracciato, saltando ha dato indicazion­i ai suoi per uscire dalla morsa rossonera, ma non c’è riuscito. Neanche con i cambi che hanno un po’ ravvivato la squadra, anche perché nel frattempo il Milan si è abbassato, ma è mancata lucidità di manovra. E per Luciano Spalletti è arrivata la prima sconfitta contro Stefano Pioli, che la agognava, mentre il toscano avrebbe voluto assolutame­nte rinviare questo momento.

L’autodifesa Il tecnico del Napoli non vuole assolvere se stesso, ma non gli va di attaccare i suoi ragazzi deludenti nella prestazion­e. E li difende: «Noi abbiamo cominciato anche bene la partita, potevamo fare delle scelte diverse nella fase di costruzion­e del gioco. Poi dopo la metà del primo tempo abbiamo sbagliato qualcosa di troppo in avanti e non siamo stati incisivi nel creare situazioni pericolose. Nel secondo tempo siamo rientrati continuand­o a sbagliare per quelle che sono le nostre qualità e abbiamo preso gol. E lì si è conclusa la nostra partita, su quell’inizio sotto livello».

La qualità perduta Non si è vista stavolta quella degli azzurri: «Se si guarda la prima mezzora no, dopo invece sì. Forse dovevamo creare qualche cosa in più in fase offensiva, non si è creato molto ma per quanto riguarda il palleggio è stato fatto molto bene togliendo la parte finale del primo tempo e l’inizio della ripresa. Poi si è perso un pochettino d’ordine, si è presa qualche ripartenza però dentro l’area di rigore non abbiamo avuto tante palle gol. Il Milan è stato bravo a difendere, è finita così».

Braccino Come i tennisti, al Napoli sembra venire il “braccino” in occasione dei big match. E dal Barcellona al Milan c’è un filo conduttore unico: con la pressione della gente che sogna il grande risultato arriva la prestazion­e deludente. Come se ci fosse un sovraccari­co di tensioni a far da freno al gran salto in avanti. «Posso dire che da parte mia se giochi per la testa della classifica il livello di tensione sale, fa parte dell’essere campioni. Se non sai reggere le pressioni è chiaro che diventa quasi impossibil­e vincere, però ci sono delle qualità e dei caratteri fatti in un modo e altri in un altro modo. Per lunghi tratti ci siamo riusciti, in dei momenti di partita no. Il livello di calcio è questo in una città come Napoli, se non reggi le pressioni devi spostarti». Oggi sono 63 anni: auguri Luciano Spalletti, anche se si aspettava un regalo dai suoi ragazzi che non è arrivato.

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GETTY-LLAPRESSE Amarezza 1 Luciano Spalletti, 63 anni oggi, in tutta la sua delusione al termine della gara 2 Lorenzo Insigne, 30 anni, fronteggia­to da Davide Calabria, 25 anni. Per il capitano del Napoli una serata da dimenticar­e 3 Messaggio di pace dai tifosi del Maradona 1
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