Vidal, Brozovic e Calha: gli imprevedibili di Simone per un’impresa da pazzi
In Coppa serve “follia”: in mezzo l’estro di Arturo e Marcelo E il turco ha già fatto male a Klopp con un tiro impossibile...
Il sorrisetto malizioso era tutto un programma: «L’Inter è pazza, col Liverpool non si sa mai...», ammetteva Nicolò Barella venerdì sera. Una professione di lucida follia giusto prima del ritorno degli ottavi di Champions in cui servirebbe proprio un’impresa da pazzi: una vittoria con tre gol di scarto ad Anfield nessuno l’ha fatta mai. I nerazzurri, però, hanno dentro il seme dell’imprevedibilità, anzi spesso ostentano il loro carattere naïf. La sparata di Barella, che domani non ci sarà per squalifica, non è certo casuale: se mai esiste una “pazza Inter”, è proprio per serate estreme e proibite agli umani come questa. Inzaghi è un uomo mite, ha il senso della misura, ma guardandosi attorno troverà sognatori pronti ad assaltare i mulini a vento in casa di Jurgen Klopp.
Noia vietata Per estro, abilità nell’improvvisare e capacità di tirare fuori dall’armadio la giocata a sorpresa, Simone ha almeno tre “pazzi” per tentare un colpo che è impossibile solo in apparenza. Marcelo Brozovic è il più “folle” della compagnia: sa essere bizzarro come nessun nerazzurro e non solo perché una volta si è steso come un coccodrillo dietro la barriera. Sembrava l’ennesima trovata, ma è diventata un irrinunciabile strumento di difesa. Del resto, il personaggio non conosce la noia: dalla passione proibita per salame, brioche e coca cola, non esattamente i cibi raccomandati dal nutrizionista, ai tormenti che dà sempre al povero Barella, vittima designata di ogni sua burla, dalla posa dubbiosa da “epic Brozo” che è stata brevettata sui social ed è diventata pure l’insegna di un bar, alla passione per la Rolls Royce con cui si è fatto ritirare la patente. Ma se l’Inter ha deciso di legarsi a lui fino al 2026 è perché l’ingestibile Marcelo ha ormai imparato a non perdere la rotta almeno in campo: da regista è diventato affidabile, lucido, razionale. Contro il Liverpool servirebbe il suo moto costante e, magari, fare zero errori. Brozo resta comunque l’innesco di tutto: quella bomba tatuata sul collo è lì a ricordarlo.
Elogio della follia Il posto di Barella da interno sinistro sarà occupato da Arturo Vidal, specialista sulle strade della Champions e altro cavallo a cui è difficile mettere le briglie. Tra risse in disco, Ferrari sfasciate a Torino e un pisolino improvvisato in panchina durante un match di Liga, anche qui l’elenco delle marachelle è vario. Adesso che vive vicino ad Appiano si muove con un vecchio Pandino a cui vuol bene come un figlio, ma contro il centrocampo dei rossi di Liverpool deve chiedere a se stesso qualcosa del guerriero che fu. Per intendersi, non l’apatia insopportabile mostrata nel derby di Coppa Italia, ma la ferocia esibita negli ottavi di Champions. Tra l’altro, se c’è uno abituato a non tremare nei teatri più caldi e prestigiosi del Continente, quello è proprio il cileno. A completare il reparto c’è Hakan Calhanoglu, il più posato dei tre e pure il più vicino a mettere in discussione il risultato dell’andata con la traversa colpita: all’Inter ancora brucia il rimpianto, chissà che ritorno ci sarebbe se quella palla fosse rimbalzata mezzo metro più in là? Il turco, però, ha già mostrato segni di (sano) squilibrio in passato proprio contro Klopp: in Germania ancora parlano della sua follia del 22 febbraio 2014, quando segnò la punizione del 3-0 dell’Amburgo contro il Borussia Dortmund di Jurgen tirando da casa sua. Esattamente 41 metri, appena a ridosso del centrocampo, dove è superfluo pure mettere la barriera, figurarsi il coccodrillo. Nel suo personale elogio della follia interista, Simone gradirebbe pescare un jolly simile anche domani.