La Gazzetta dello Sport

Il Sassuolo non si ferma Il tridente buca il Venezia

Segna subito Raspadori poi due rigori di Berardi e uno di Scamacca: terza vittoria di fila per Dionisi

- Di Fabio Bianchi

Parafrasan­do un vecchio detto western, quando una squadra con il morale a terra e la difesa che trema incontra una squadra che scoppia di salute e con gli attaccanti in stato di grazia, l’esito è scontato. Sassuolo on fire, Venezia a brandelli. Il duello tra i tecnici emergenti della A finisce tanti a pochi. Troppo il divario dei pedoni a disposizio­ne per gli scacchisti Zanetti e Dionisi. Se poi il Venezia incappa nei soliti errori, c’è poca storia. Tre gol in mezzora per Berardi e soci, Sassuolo che vince la terza gara di fila dopo Inter e Fiorentina ed è la prima volta con Dionisi alla guida. Venezia che non raccoglie 3 punti in casa dal 7 novembre (battuta la Roma, ai tempi belli) e, peggio ancora, ha vinto una sola volta nelle ultime 14 gare. La lotta salvezza si fa durissima. C’è persino chi mette ombre sul condottier­o, che è l’unico top class della truppa. I problemi sono altri.

La chiave

È stata una gara rocamboles­ca, con 4 rigori (non succedeva dal 2012). Pairetto ne ha concessi tre al Sassuolo e uno al Venezia. Il secondo per il contatto Romero-Berardi era a dir poco generoso, ma lui ha fischiato senza esitazione. Due se li è persi ed è stato richiamato dal Var, e poi ce n’era uno su Henry (spinta di Muldur) sul 2-0, lasciato andare. Gli episodi hanno pesato, ma leggere questa sfida attraverso la giornata nera dell’arbitro (anche nella gestione) sarebbe sbagliato. Il Sassuolo ha giocato un primo round da padrone ed è stato facilitato, questo sì, dal gol lampo di Raspadori che si è bevuto il povero Svoboda prima di bucare Romero. Eccolo qui, il solito errore difensivo del Venezia che compromett­e la partita. Venezia che era in emergenza, causa malanni di Cuisance, Johnsen e Busio (in tribuna) e febbre per Crnigoj e Ampadu (in panchina). Nella rivoluzion­e Zanetti ha scelto Svoboda, bravissimo col Genoa, per un Caldara che a Verona aveva sbagliato parecchio. Ma la sfortuna quando vuole ci vede benissimo e il centrale austriaco ha fatto solo danni. Ma nemmeno qui sta il punto. Il Sassuolo è stato più bravo in tutto, anche senza il faro Lopez: nel fraseggio, nel ritmo, nella qualità della manovra, con un Raspadori a tutto campo e un Berardi scatenato. Avrebbe aumentato il bottino anche senza l’aiuto dei due rigori (l’altro per un mani di Aramu), firmati da Berardi e Scamacca. Sul 3-0, quando i buoi erano già scappati dalla stalla, il Venezia ha cominciato a reagire (altro difetto, sempre tardi) e al minuto 35 un bel cross di Mateju (ottimo esordio, unica consolazio­ne di giornata) ha trovato la zuccata vincente di Henry. Nel secondo round il Venezia ha spinto con più decisione, col Sassuolo pronto a sfruttare le ripartenze, e qui si è rimessa in mezzo la sfortuna: Fiordilino ha tirato a botta sicura ma Ferrari si è trovato sulla traiettori­a per la deviazione fortuita. E nel momento migliore della banda Zanetti, è arrivata la mazzata del terzo rigore, giusto, per lo sgambetto di Svoboda a Raspadori. Berardi non ha perdonato. Aramu nel finale sì, uno che non sbaglia mai i penalty.

Segnali

Non sarebbe cambiato nulla, ma è il segno dei tempi per il Venezia, che ha sprecato un’altra chance per tonare a galla. Certo, con questo Sassuolo è dura. Con il Verona, ha il record di gol del 2022: 19. E coi sigilli dei baby d’oro: nessuno dei top 5 campionati d’Europa ne ha segnati di più con calciatori nati dopo il 1997. La meglio gioventù contro una squadra che subisce la media di 2,3 gol a parità. Come poteva finire?

 ?? LAPRESSE ?? Tutti in gol Giacomo Raspadori, 22 anni, Gianluca Scamacca, 23, e Domenico Berardi, 27: nel poker del Penzo a segno tutti i componenti del tridente
LAPRESSE Tutti in gol Giacomo Raspadori, 22 anni, Gianluca Scamacca, 23, e Domenico Berardi, 27: nel poker del Penzo a segno tutti i componenti del tridente

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