Questo Genoa non vince mai Empoli, un punto prezioso
Partita dominata e zero gol: 6° pareggio di fila per Blessin Il successo a Marassi manca da 317 giorni, la B si avvicina
Nella (felice) metafora di Aurelio Andreazzoli dopo il fischio finale, il tecnico riconosce come il suo Empoli, al cospetto di questo Genoa, abbia dovuto mettere da parte la cravatta slacciandosi pure la camicia: l’implicita ammissione della forza anche sul piano tattico di un avversario che, dopo mesi cupi, in un mese e mezzo di curaBlessin ha ritrovato almeno una precisa identità. Anche se, alla resa dei conti, lo 0-0 finale allontana sempre di più la squadra di casa dalla salvezza. I toscani, che per scelta volano bassi, non sono usciti dal confronto di Marassi ridimensionati nel loro valore: ma Andreazzoli non è uso subire il gioco avversario, né tantomeno ad essere aggredito. Eppure ieri il Genoa ci è riuscito per lunghi tratti, salvo poi palesare quello che è il grande limite rossoblù di quest’anno: un attacco che stenta e fatica oltre misura. Il punticino del Ferraris puntella ulteriormente la classifica dell’Empoli che, al di là delle undici gare senza vittorie, sta gestendo senza problemi il girone di ritorno, forte del tesoretto accumulato all’andata. Dall’altra parte Blessin – sei pari in altrettanti incontri ha dato entusiasmo e pressing, ma non è un caso se il Grifone in casa non vince da 317 giorni e l’unico successo in questo campionato (fuori casa, peraltro) è datata settembre scorso.
Canovaccio invariato
I rossoblù si sono presentati con la stessa formazione che aveva costretto al pari l’Inter, ma stavolta è mancata in avvio un po’ di lucidità e, alla distanza, anche freddezza e un po’ di buona sorte sotto porta. La doppia occasione fallita da Bajrami in avvio è stata un monito che il Genoa poi non ha potuto sottovalutare, ma è pur vero che prima dell’intervallo Ostigard è arrivato a un passo dal vantaggio (super Asllani sulla riga). La pressione cresce, ma il Genoa conferma che a fronte di una grande produzione sul piano offensivo, non corrisponde altrettanta efficacia in zona-gol. L’Empoli, dopo l’intervallo, ha poi il tempo di riorganizzarsi: questo Genoa va frenato e allora Andreazzoli piazza La Mantia al fianco di Pinamonti per tenere più bassi i due centrali di difesa rossoblù ed è in questa fase che Vicario compie il capolavoro di giornata, negando a Portanova (gran botta dalla distanza deviata dal portiere sulla traversa), il migliore dei suoi, la gioia di un gol che sarebbe stato meritato. Il Genoa c’è, o almeno ci prova: fatale che dopo un’ora di gioco ci sia tuttavia più vigore e meno lucidità, ma l’ingresso di Destro non muta gli equilibri di una partita che resta lì, sospesa, sino alla fine. Tanta intraprendenza per i rossoblù, però non basta. E questa è la prova di quanto ai padroni di casa manchino alternative in attacco. Scelte limitate che hanno il loro peso sulla gara, e neppure gli inserimenti di Rovella e Amiri si rivelano decisivi. Perché Andreazzoli non sta a guardare: prima piazza Henderson alle spalle delle punte, poi nel finale, quando la sfida diventa più aspra, rinforza la difesa e chiude i varchi a un Grifone che non ha più la forza per far saltare il banco. Comunque vada questa tribolata stagione, al Genoa restano quei quindicimila spettatori ieri al Ferraris: un punto fermo e una grande certezza per il futuro, qualunque esso sia.
I toscani arrivano all’undicesima gara senza vittoria, ma gestiscono il tesoretto dell’andata