La Gazzetta dello Sport

Questo Genoa non vince mai Empoli, un punto prezioso

Partita dominata e zero gol: 6° pareggio di fila per Blessin Il successo a Marassi manca da 317 giorni, la B si avvicina

- Di Filippo Grimaldi GENOVA

Nella (felice) metafora di Aurelio Andreazzol­i dopo il fischio finale, il tecnico riconosce come il suo Empoli, al cospetto di questo Genoa, abbia dovuto mettere da parte la cravatta slacciando­si pure la camicia: l’implicita ammissione della forza anche sul piano tattico di un avversario che, dopo mesi cupi, in un mese e mezzo di curaBlessi­n ha ritrovato almeno una precisa identità. Anche se, alla resa dei conti, lo 0-0 finale allontana sempre di più la squadra di casa dalla salvezza. I toscani, che per scelta volano bassi, non sono usciti dal confronto di Marassi ridimensio­nati nel loro valore: ma Andreazzol­i non è uso subire il gioco avversario, né tantomeno ad essere aggredito. Eppure ieri il Genoa ci è riuscito per lunghi tratti, salvo poi palesare quello che è il grande limite rossoblù di quest’anno: un attacco che stenta e fatica oltre misura. Il punticino del Ferraris puntella ulteriorme­nte la classifica dell’Empoli che, al di là delle undici gare senza vittorie, sta gestendo senza problemi il girone di ritorno, forte del tesoretto accumulato all’andata. Dall’altra parte Blessin – sei pari in altrettant­i incontri ha dato entusiasmo e pressing, ma non è un caso se il Grifone in casa non vince da 317 giorni e l’unico successo in questo campionato (fuori casa, peraltro) è datata settembre scorso.

Canovaccio invariato

I rossoblù si sono presentati con la stessa formazione che aveva costretto al pari l’Inter, ma stavolta è mancata in avvio un po’ di lucidità e, alla distanza, anche freddezza e un po’ di buona sorte sotto porta. La doppia occasione fallita da Bajrami in avvio è stata un monito che il Genoa poi non ha potuto sottovalut­are, ma è pur vero che prima dell’intervallo Ostigard è arrivato a un passo dal vantaggio (super Asllani sulla riga). La pressione cresce, ma il Genoa conferma che a fronte di una grande produzione sul piano offensivo, non corrispond­e altrettant­a efficacia in zona-gol. L’Empoli, dopo l’intervallo, ha poi il tempo di riorganizz­arsi: questo Genoa va frenato e allora Andreazzol­i piazza La Mantia al fianco di Pinamonti per tenere più bassi i due centrali di difesa rossoblù ed è in questa fase che Vicario compie il capolavoro di giornata, negando a Portanova (gran botta dalla distanza deviata dal portiere sulla traversa), il migliore dei suoi, la gioia di un gol che sarebbe stato meritato. Il Genoa c’è, o almeno ci prova: fatale che dopo un’ora di gioco ci sia tuttavia più vigore e meno lucidità, ma l’ingresso di Destro non muta gli equilibri di una partita che resta lì, sospesa, sino alla fine. Tanta intraprend­enza per i rossoblù, però non basta. E questa è la prova di quanto ai padroni di casa manchino alternativ­e in attacco. Scelte limitate che hanno il loro peso sulla gara, e neppure gli inseriment­i di Rovella e Amiri si rivelano decisivi. Perché Andreazzol­i non sta a guardare: prima piazza Henderson alle spalle delle punte, poi nel finale, quando la sfida diventa più aspra, rinforza la difesa e chiude i varchi a un Grifone che non ha più la forza per far saltare il banco. Comunque vada questa tribolata stagione, al Genoa restano quei quindicimi­la spettatori ieri al Ferraris: un punto fermo e una grande certezza per il futuro, qualunque esso sia.

I toscani arrivano all’undicesima gara senza vittoria, ma gestiscono il tesoretto dell’andata

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Occasione Manolo Portanova, 21 anni, consolato dal tecnico Blessin

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