Ora è vietato nascondersi Così Pioli dovrà caricare il suo Milan per l’impresa
“Vietato nascondersi”. Ecco il cartello, virtuale per usare un aggettivo di moda, che Stefano Pioli potrebbe esporre sulla cancellata di Milanello. Al di là delle parole, in pubblico e in privato, del tecnico rossonero, è questo il messaggio che il Milan ha lanciato da Napoli. E dopo ventotto partite, a meno dieci dal traguardo, non è un facile slogan. Prima di tutto, se è vero che anche nel calcio bisogna sempre migliorare, dopo il secondo posto del campionato scorso è normale che Alessio Romagnoli e compagni puntino al gradino più alto del podio. C’è poi un altro motivo legato al fatto, già sottolineato da Pioli, che oggi il Milan ha un punto in più
rispetto a un anno fa. Ma soprattutto è ancora più importante il terzo motivo, strettamente legato al precedente, perché allora i rossoneri erano secondi a meno sei dall’Inter, che per una curiosa coincidenza anche in quel caso doveva recuperare una partita, in casa contro il
Sassuolo poi battuto 2-1. I punti di distacco virtuale dalla capolista, quindi, erano tre mentre adesso, se i nerazzurri vincessero a Bologna, il Milan sarebbe soltanto a meno uno dai campioni d’Italia. In ogni caso, mentre la prima Inter di Simone Inzaghi ha rallentato rispetto all’ultima di Antonio Conte, il secondo Milan di Pioli ha accelerato e il fatto che abbia vinto gli ultimi scontri diretti grazie ai gol di Olivier Giroud, e
non di Zlatan Ibrahimovic, è un’ulteriore dimostrazione del suo potenziale. Ecco perché i rossoneri non soltanto possono, ma devono puntare allo scudetto, senza accontentarsi di guadagnare un altro biglietto per tornare in Champions League. La Juventus, che Massimiliano Allegri sta ricostruendo, non potrà accontentarsi per il terzo campionato consecutivo del
quarto posto e questo, quindi, è l’anno buono per strappare lo scudetto all’Inter nei confronti della quale, tra l’altro, il Milan è già in vantaggio negli scontri diretti.
Il cartello “Vietato nascondersi” non è però l’unico da esporre sulla cancellata di Milanello. Paradossalmente proprio la meritata vittoria di Napoli ha accentuato i rimpianti per i troppi punti persi dai rossoneri contro le squadre che occupano la parte destra della classifica. Premesso che è sempre sbagliato lasciarsi condizionare dal calendario, un conto è scivolare una volta, magari con la responsabilità dell’arbitro, come è accaduto contro lo Spezia a San Siro, un altro è fare scena muta, o quasi, contro la Salernitana ultima in classifica e due volte contro l’Udinese. Per limitarci a queste tre partite, sono sei punti gettati via, con tutti i calcoli e i rimpianti che ne conseguono.
Ecco perché nelle ultime dieci giornate il Milan dovrà trovare continuità anche contro i cosiddetti avversari “abbordabili”. In realtà ai rossoneri basterebbe ripetere le otto vittorie dell’andata, a cavallo delle due sconfitte contro la Fiorentina e il Sassuolo, per raggiungere quota 84, ma sarebbe sbagliato guardare il calendario proprio adesso.
Perché è vero che il Milan non può più nascondersi, ma è altrettanto vero che non può più buttarsi via. Se vuole vincere lo scudetto urge la continuità, che fa rima con mentalità.