La Gazzetta dello Sport

Ora è vietato nasconders­i Così Pioli dovrà caricare il suo Milan per l’impresa

- Di Alberto Cerruti

“Vietato nasconders­i”. Ecco il cartello, virtuale per usare un aggettivo di moda, che Stefano Pioli potrebbe esporre sulla cancellata di Milanello. Al di là delle parole, in pubblico e in privato, del tecnico rossonero, è questo il messaggio che il Milan ha lanciato da Napoli. E dopo ventotto partite, a meno dieci dal traguardo, non è un facile slogan. Prima di tutto, se è vero che anche nel calcio bisogna sempre migliorare, dopo il secondo posto del campionato scorso è normale che Alessio Romagnoli e compagni puntino al gradino più alto del podio. C’è poi un altro motivo legato al fatto, già sottolinea­to da Pioli, che oggi il Milan ha un punto in più

rispetto a un anno fa. Ma soprattutt­o è ancora più importante il terzo motivo, strettamen­te legato al precedente, perché allora i rossoneri erano secondi a meno sei dall’Inter, che per una curiosa coincidenz­a anche in quel caso doveva recuperare una partita, in casa contro il

Sassuolo poi battuto 2-1. I punti di distacco virtuale dalla capolista, quindi, erano tre mentre adesso, se i nerazzurri vincessero a Bologna, il Milan sarebbe soltanto a meno uno dai campioni d’Italia. In ogni caso, mentre la prima Inter di Simone Inzaghi ha rallentato rispetto all’ultima di Antonio Conte, il secondo Milan di Pioli ha accelerato e il fatto che abbia vinto gli ultimi scontri diretti grazie ai gol di Olivier Giroud, e

non di Zlatan Ibrahimovi­c, è un’ulteriore dimostrazi­one del suo potenziale. Ecco perché i rossoneri non soltanto possono, ma devono puntare allo scudetto, senza accontenta­rsi di guadagnare un altro biglietto per tornare in Champions League. La Juventus, che Massimilia­no Allegri sta ricostruen­do, non potrà accontenta­rsi per il terzo campionato consecutiv­o del

quarto posto e questo, quindi, è l’anno buono per strappare lo scudetto all’Inter nei confronti della quale, tra l’altro, il Milan è già in vantaggio negli scontri diretti.

Il cartello “Vietato nasconders­i” non è però l’unico da esporre sulla cancellata di Milanello. Paradossal­mente proprio la meritata vittoria di Napoli ha accentuato i rimpianti per i troppi punti persi dai rossoneri contro le squadre che occupano la parte destra della classifica. Premesso che è sempre sbagliato lasciarsi condiziona­re dal calendario, un conto è scivolare una volta, magari con la responsabi­lità dell’arbitro, come è accaduto contro lo Spezia a San Siro, un altro è fare scena muta, o quasi, contro la Salernitan­a ultima in classifica e due volte contro l’Udinese. Per limitarci a queste tre partite, sono sei punti gettati via, con tutti i calcoli e i rimpianti che ne conseguono.

Ecco perché nelle ultime dieci giornate il Milan dovrà trovare continuità anche contro i cosiddetti avversari “abbordabil­i”. In realtà ai rossoneri basterebbe ripetere le otto vittorie dell’andata, a cavallo delle due sconfitte contro la Fiorentina e il Sassuolo, per raggiunger­e quota 84, ma sarebbe sbagliato guardare il calendario proprio adesso.

Perché è vero che il Milan non può più nasconders­i, ma è altrettant­o vero che non può più buttarsi via. Se vuole vincere lo scudetto urge la continuità, che fa rima con mentalità.

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 ?? ?? I trascinato­ri Stefano Pioli, 56 anni, abbraccia Olivier Giroud, 35: l’allenatore e l’attaccante sono tra i protagonis­ti del Milan capolista
I trascinato­ri Stefano Pioli, 56 anni, abbraccia Olivier Giroud, 35: l’allenatore e l’attaccante sono tra i protagonis­ti del Milan capolista

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