La Juve ritorna solida in difesa C’è la prima base per il salto in alto
La difesa più forte d’Europa dopo il Real: la Juve recupera uno dei preziosi patrimoni che l’avevano fatta diventare una grande d’Europa nello scorso decennio. Adesso è più coperta, non spettacolare: senza dare nell’occhio, la ritroviamo a meno quattro dal Napoli e meno cinque dall’Inter. L’inserimento del capocannoniere Vlahovic di sicuro ha spinto la risalita, ma non succede tutto soltanto nei 50 metri davanti alla porta avversaria. Allegri, dopo i vuoti d’aria di inizio stagione, non ama dilungarsi in trattati di teoria, per quanto ogni tanto non guasterebbe. Dopo l’1-0 contro lo Spezia, un altro della sua collezione autunno-inverno, torna sui cavalli di battaglia che ritiene più vincenti: la capacità di stare sul pezzo, di non buttare via nulla, di soffrire anche a lungo, “fino alla fine” come recita il motto del club. I numeri positivi da novembre in poi si spiegano anche e soprattutto con l’esaltazione della solidità tattica e psicologica, per la resa estetica meglio aspettare altre stagioni. A furia di ripassare, qualcosa si rimette in pratica anche con scenari in continua evoluzione. La BBC più Buffon si è quasi dissolta: Chiellini deve centellinarsi, Bonucci comincia anche lui a fare i conti con l’età. Si investe su De Ligt, che completa il suo percorso di crescita, Danilo si riconverte a centrale, Rugani prova a ricavarsi più spazi. Allegri ritocca e aggiusta qua e là una squadra che comunque dimostra ancora di saper custodire il vantaggio minimo. Come spesso sostengono i nostri maestri in panchina, senza per forza essere scambiati per sostenitori del calcio speculativo, le fondamenta si poggiano sulla difesa, poi si tira su il resto. I bianconeri hanno provato l’ebbrezza delle nuove esperienze con Sarri e Pirlo, poi pian piano sono tornati alle vecchie abitudini, con lo stesso tecnico capace di sfruttarle al top. Non sarà il Max assoluto, ma non è nemmeno poco.