Ganna crono da paura
QUI NON SI PASSA BATTUTI EVENEPOEL E POGACAR «MA CHE RISCHI...» Tirreno-Adriatico: a 55 di media, l’iridato schianta i rivali e pensa a Sanremo. «Devo avere buone gambe per una corsa speciale»
L’
arcobaleno può anche durare quindici minuti, diciassette secondi e settanta centesimi. Andare a 54,569 di media su 13,9 chilometri a uno sguardo dal mare della Versilia, ipnotizzare con la sua bellezza che rasenta la perfezione. Filippo Ganna, due volte iridato contro il tempo, si è preso così - cioè alla grandissima - la prima cronometro della Tirreno-Adriatico numero 57, con maglia azzurra di leader annessa: e se la nobiltà di una impresa si misura (anche) con la caratura dei battuti, ecco alle sue spalle un predestinato come il belga Remco Evenepoel – a 11”, 9” li ha presi nella seconda parte - e il numero uno assoluto, lo sloveno Tadej Pogacar, terzo a 18”. Evenepoel già con Ganna sul podio dei Mondiali: 2° nel 2019 (Pippo terzo) e 3° nel 2021 (l’azzurro primo). Il tutto con la nuova livrea della bici dedicata ai trionfi di Imola e Bruges, con date e tempi. Numeri da campione – gli ultimi 2,5 km a 59 di media in 2’32”, 520 watt di potenza media, 670 la massima – ma non solo: Ganna si è dimostrato una volta di più grande uomo squadra, dando a Ineos-Grenadiers il primo successo WorldTour dell’anno in un momento non facilissimo per il team (Bernal out, la Uae di Pogacar e la Jumbo di Van Aert dominanti), e si è rifatto con gli interessi della sconfitta all’Uae Tour per mano di Bissegger. Quanto ci tenesse, si è visto quando ha sfiorato le transenne… e il tutto è successo a meno di due settimane da «una corsa speciale in Italia alla quale voglio arrivarci con buone gambe». Anche se non l’ha nominata, il riferimento non poteva che essere a quella Milano-Sanremo (sabato 19 marzo) che sogna da anni. Parola a lui, se la merita.
3 Ganna, come ha gestito questo grande sforzo?
«Nella prima parte c’era molto vento contrario, nella seconda ho spinto di più per essere sicuro del tempo. Ci tenevo per me e per il team. I programmi prevedevano che andassi alla Parigi-Nizza, io però ho spinto tanto per essere qui. Da quando sono passato pro’, ho sempre fatto la TirrenoAdriatico e non volevo mancare. I primi anni è stata dura, forse è stata la corsa che ho odiato di più perché da giovane facevo tanta fatica. Nel corso delle stagioni però ho imparato ad amarla. E se riesci a uscirne a testa alta, hai una gamba speciale per diverso tempo. Ho fatto una ottima prova».
3E quel rischio?
«Eh, ho toccato e per un attimo ho avuto paura di fare la fine di Van Aert al Tour di qualche anno fa, quando si era agganciato a una transenna. Ma fortunatamente è andato tutto bene e non è successo niente di grave. Che dire: i rischi ci sono, li ho presi». Tour ’19, il fiammingo cade nella crono di Pau: gamba destra ferita in modo grave, 3 operazioni.
3Come si è gestito?
«Ho voluto essere il più costante
Nella cronometro dei fenomeni, Evenepoel e Pogacar hanno inflitto distacchi pesanti agli avversari di classifica
possibile, ho spinto sempre. Più che gestire, ho provato di andare a tutta come ogni volta».
3La
sconfitta all’Uae Tour contro Bissegger le aveva fatto venire qualche dubbio?
«Quel giorno, ero andato anche meglio di quanto mi aspettassi e i dati me lo avevano confermato, però lui era stato più bravo. Quando è così non c’è molto da dire e dunque no, non ho sentito pressioni particolari».
3 Sì è abituato alla sensazione di vincere in maglia iridata?
«Beh, fino a che ce l’ho usiamola, o no? Cercherò di tenerla il più a lungo possibile, quando poi la perderò… la indosserà un altro. Adesso mi piace l’idea di portare la maglia azzurra della TirrenoAdriatico».
3E
«Alle spalle mi sono messo due campioni, abbiamo fatto tutti una grande prova. La Tirreno è solo all’inizio e vediamo nei prossimi giorni che cosa verrà fuori. Se avrò le gambe cercherò di stare davanti, senza dimenticare che abbiamo degli uomini per la classifica come Carapaz e Porte e poi voglio aiutare Viviani a vincere un grande sprint».
le prossime tappe? 3Ma lei deve pure arrivare in ottima forma alla Sanremo: è un generoso, ma non rischia di spendere troppo?
«Quando sentirò un po’ più di mal di gambe del dovuto e mi staccherò, credo che i miei compagni lo possano capire. Non sono una macchina e non posso sempre essere al cento per cento. Ma se sto bene e ho la forza di farlo, di sicuro non mi tirerò indietro. Tenere duro sempre, in volata, in salita e nelle giornate miste… vista così potrei quasi fare classifica… Però bisogna pensare che la stagione è lunga, siamo solo all’inizio».