La Gazzetta dello Sport

Bertagnoll­i d’oro «Mai pianto così E non è finita qui»

Con la guida Ravelli il trentino conquista la supercombi­nata: «Ho ancora 2 gare»

- Di Gian Luca Pasini

«Non ho mai pianto così tanto. Vincere una medaglia d’oro ai Giochi non è cosa da tutti i giorni. Erano 4 anni che non provavo una sensazione così. È stata una cosa molto grande e per questo mi sono messo a piangere, mi sono sorpreso io per primo: di solito resto abbastanza tranquillo».

3 Giacomo Bertagnoll­i è ancora d’oro. In due Paralimpia­di neppure concluse ha completato la collezione, almeno un podio per ogni specialità.

«L’ho realizzato solo al traguardo. Anche questa non è una cosa da poco. La Supercombi­nata era l’unica che mi mancava, forse anche per questo mi sono emozionato così. Ci tenevo particolar­mente perché quattro anni fa in Corea ero uscito».

3 Una settimana intensa: prima il portabandi­era e poi già due medaglie. Sentiva la pressione?

«Un po’ di tensione c’era, come non si può negare la mia voglia di far bene. Non è facile continuare a portare medaglie. E questo oro mi fa ben sperare anche per le prossime gare (giovedì e sabato all’alba italiana scende in pista in gigante e slalom, ndr)».

3Cosa si aspetta dalle prove tecniche?

«Sono le specialità in cui mi sono allenato di più, ma la concorrenz­a è aumentata quindi bisognerà dare il massimo, cosa che ho intenzione di fare».

3Cosa

è per lei sciare? «Sciare a me è sempre piaciuto e continua a piacere. Soprattutt­o amo sciare per essere in gara e competere in manifestaz­ioni di questo livello. La gara mi dà nuovi stimoli, nuovi obiettivi, mi fa crescere. E poi lo sport mi piace perché mi metto in competizio­ne e soprattutt­o adoro vincere».

3Qual è il suo rapporto con la guida?

«Molto importante. Io con Andrea (comunicano tramite un microfono-auricolare posto nel casco, ndr) scio ormai da 3 anni e mi trovo molto bene. Abbiamo raggiunto un bel feeling. Abbiamo la stessa mentalità, ci confrontia­mo, spesso la pensiamo alla stessa maniera. È meglio avere un rapporto così che uno solo di tipo “lavorativo”, con una persona con cui non ti trovi bene».

3 Queste di Pechino sono anche le prime medaglie conquistat­e come finanziere.

«Finalmente, mi verrebbe da dire. Ho firmato con le Fiamme Gialle qualche giorno prima della Paralimpia­de. È una grandissim­a cosa perché dà la possibilit­à agli atleti paralimpic­i che entrano a fare parte dei corpi militari di avere uno stipendio. Prendi lo sport più come un lavoro, in maniera ancora più profession­ale. Un grande passo avanti. A parte lo stipendio c’è la parificazi­one con gli atleti normo. Serve ad abbattere un po’ di quelle barriere che rimangono. C’è ancora del lavoro da fare, questa però è fatta. E serve come spot per tutto il movimento».

3Come uno spot sono le sue medaglie.

«Aiutano a fare conoscere lo sport paralimpic­o, cosa che - a mio parere - è importante e se ne sente il bisogno».

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Da sinistra Giacomo Bertagnoll­i e la guida Andrea Ravelli dopo la prova di slalom
In pista Da sinistra Giacomo Bertagnoll­i e la guida Andrea Ravelli dopo la prova di slalom

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