La Gazzetta dello Sport

Nadia Gresini se il capo è donna «Ho le figlie da tirar grandi»

La vedova di Fausto: «Io a tutti i GP? Alice e Agnese hanno già perso il papà, non possono perdere pure la mamma. Ho deciso di andare avanti al suo funerale»

- Di Mario Salvini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dice che il trofeo della vittoria non lo ha mai posato. Da Doha a Malpensa e poi in macchina, fino a Faenza, lo ha sempre tenuto con sé. «Ed è anche bello pesante», sorride. Nadia Padovani Gresini da Losail è andata dritta in azienda, «senza dormire, senza mangiare». Non ne ha sentito il bisogno. Aveva già avuto tutto quello che poteva desiderare, e anche molto di più. Ha avuto una vittoria «che è molto di più una vittoria, non ho neanche le parole per descrivere quel che rappresent­a. È un successo che ha dentro tanto dolore. Tanto amore per mio marito».

Tutta la vita Il giorno dopo sembra ancora di stare dentro una favola. E invece è tutto vero: la signora Gresini, la prima donna team manager della MotoGP, ha fatto coincidere la solennità dell’esordio col trionfo. E l’indomani dal Qatar non è nemmeno passata da casa. È andata in sede, dove «è stato ancora tutto indescrivi­bile»: il brindisi, altri abbracci con i ragazzi del team, altrettant­o increduli di un trionfo in cui forse non avevano osato sperare. «Come me, del resto», dice Nadia. «Non l’avrei mai immaginato. Nel mio cuore, con Enea in prima fila, speravo in un terzo posto. La vittoria proprio no, non la prendevo in consideraz­ione». Ma certe sceneggiat­ure delle moto sono scritte da dio, e si poteva anche usare la maiuscola. Domenica, subito dopo che Bastianini ha tagliato il traguardo, la capa, con le lacrime agli occhi, se lo è abbracciat­o. «Gli ripetevo “Sei fantastico, sei meraviglio­so”». E intanto deve aver ripensato a tutto. Al giorno del 1987 in cui ha conosciuto Fausto, che era suo vicino di casa, era già famoso e per fortuna era anche cugino di un amico. «Ma di corse ero già appassiona­ta, a Imola tutti lo siamo». E allora da lì sono arrivati i fine settimana in tenda alla Tosa per veder Fausto

sfrecciare. E poi tutto il resto, la famiglia, lla squadra a vita. Fino al giorno più brutto, poco più di due anni fa.

Fausto con noi «Che sarei andata avanti l’ho avuto chiaro al funerale di Fausto. L’ho deciso lì, d’impulso. Perché era quello a cui aveva dedicato tutta la vita. Io i tecnici, i suoi uomini di fiducia li conoscevo perché venivano a casa a cena. Perché ridevamo insieme, ma non avevo idea di come funzionass­e il team. Abbiamo attraversa­to momenti duri, compreso quello in cui uno sponsor si è tirato indietro all’improvviso. Ma siamo stati più forti di tutto». Ha ripensato a questo Nadia, «E mentre abbracciav­o Enea ho sentivo che Fausto era lì, con noi. Come sempre». Come sarà per tutto il campionato e l’avventura della sua Gresini Racing. L’unico problema è che adesso più che mai la presenza della signora Nadia è richiesta dai suoi per tutte le gare. «Ma Alice e Agnese (le due figlie di 16 e 11 anni;n.d.r.) sono ancora piccole. Hanno già perso il papà, non possono perdere anche la mamma. Vedremo, gara per gara». Intanto la favola è già scritta. E resterà, per sempre.

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Nadia Padovani, vedova Gresini 54 anni
Patron Nadia Padovani, vedova Gresini 54 anni
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