«Torneremo in alto Vogliamo scudetto e Coppa Italia»
L’argentino leader con 4 gol di fila: «Visto che carattere? È il nuovo inizio»
Hai perso la Champions, ma hai trovato un Lautaro nel taschino per lo scudetto. Non è questo il tempo per consolarsi, ma più avanti l’Inter potrebbe ricordare questa notte di Anfield come quella che ha liberato definitivamente il Toro. L’uomo della speranza, vicino all’uomo che la speranza l’ha sepolta. Un minuto per accendere e spegnere l’impresa, l’altra faccia dell’attacco dell’Inter. «Ehi amigo», proprio tu. E sì perché Alexis Sanchez ha sulle spalle un gesto folle, un secondo giallo giusto quando l’Inter intravedeva la porta del Paradiso. Inzaghi ha mangiato con gli occhi Sanchez, ha urlato di tutto. E c’è da capirlo: al giocatore aveva concesso la chance più bella, una maglia da titolare al posto di Dzeko ad Anfield. E si è visto ripagato così, nel modo peggiore.
Fiducia La via più bella l’ha trovata Lautaro, con una parabola a baciare il sette proprio sotto il settore riservato ai tifosi nerazzurri. Eccolo qui, il gol che l’argentino cercava da 490 giorni in Champions e che l’Inter inseguiva contro il Liverpool dalla rimonta del maggio 1965. Lì Klopp si è spaventato e i Reds hanno perso certezze. Anche se l’argentino faceva fatica a essere felice al 90’: «Questa eliminazione è sicuramente è un colpo duro per noi — è stato il suo commento —. Abbiamo fatto due gare importanti sia a San Siro sia qui ad Anfield. Dopo il gol tra di noi c’era grande entusiasmo, poi è arrivata un’espulsione proprio come a
Madrid (allora era stato Barella, ndr). Questi sono dettagli che condizionano le partite, dobbiamo migliorare in questi aspetti perché in Champions questi dettagli decidono». E sa di rimprovero al compagno. Parole da leader, perché dentro lo spogliatoio il Toro “pesa” eccome. «All’andata abbiamo fatto 70 minuti importanti, con tante situazioni per segnare poi abbiamo incassato due gol evitabili — ancora l’attaccante —. Qui abbiamo giocato con carattere e determinazione, ma non è bastato. Questione di dettagli, appunto. Speriamo che sia un punto di partenza, noi lavoriamo per portare l’Inter sempre più in alto. Ora pensiamo a campionato e Coppa Italia». E già, perché una cosa chiedeva a questa trasferta, l’Inter. Quella di regalarsi fiducia e convinzione nella lotta scudetto.
La rete di Lautaro non entrerà nelle statistiche tra quelle storiche. Ma ha acceso nel cuore nerazzurro una fiamma, che la squadra si è riportata indietro a Milano nella notte. E sulla bilancia ti accorgi che l’ago si sposta anche a livello personale. Lautaro a questi livelli ci sta bene, eccome. La tripletta con la Salernitana non è rimasta isolata, la perla di Anfield è la conferma che il Toro ha imboccato la via di uno di quei periodi in cui segna senza soluzione di continuità. Ecco: ruotiamo pure il partner al suo fianco, ma lui in questo momento è bene tenerlo dentro il più possibile.
Addio Sanchez, invece, è l’uomo che si è giocato male il jolly e ha bruciato una torta che era stata preparata in cucina nel migliore dei modi. E no, non basta
Questo ko è un colpo duro Abbiamo fatto due gare importanti a San Siro e ad Anfield
Dopo il gol c’era entusiasmo, poi il rosso Questi dettagli in Champions sono decisivi
Lautaro Martinez
la voglia, l’impegno, il carattere. Serve dosare le forza, scegliere modi e tempi. Il cileno ha girato a vuoto a lungo. Poi ha pure peggiorato la situazione. E ora, hai voglia a lamentarsi dello scarso impiego. Hai voglia a mettere il muso in allenamento, hai voglia a prendere male le esclusioni. Quella di Anfield rischia di essere la pietra tombale sul suo futuro nerazzurro, che era già in bilico prima di ieri, ora lo è a maggior ragione. In estate le strade sue e dell’Inter con ogni probabilità si separeranno. La società ha altre idee per l’attacco. E certo il cileno, al netto del mese di fuoco vissuto a gennaio, non sta certo facendo molto per far cambiare idea a chi gli sta intorno.