La Gazzetta dello Sport

Sagan, riecco il vecchio Leone Ganna: «Sanremo, perché no?»

- di Ciro Scognamigl­io

Su quanto sia ancora lontana la forma migliore, dice «parecchio». A una richiesta di quantifica­re la distanza in percentual­e dal top, glissa. Ma è certo che ieri, nella volata che ha deciso la seconda tappa della Tirreno-Adriatico, si è rivisto Peter Sagan davanti nelle fasi calde: a 100 metri era primo, per un istante forse ha visto la vittoria a poche pedalate. Poi è stato risucchiat­o da chi «da dietro risaliva più forte, avevano preso velocità» – successo di giornata al belga Tim Merlier, compagno di Cameron Vandenbrou­cke (la figlia di Frank) – e ha chiuso al quarto posto dopo avere sfruttato bene le ruote dei Quick-Step. È successo al settimo giorno di competizio­ne con la nuova maglia della TotalEnerg­ies in un inizio di stagione a dir poco travagliat­o per il 32enne slovacco tra Covid (per la seconda volta), febbre e mal di gola. La filosofia è la solita - «Poteva andare meglio, poteva andare peggio. Una tappa lunga e abbastanza fresca, per fortuna non ha piovuto» –, la voglia di ringraziar­e i compagni pure: «Era fondamenta­le essere davanti negli ultimi tre chilometri e loro mi hanno aiutato molto».

Conti Nei giorni scorsi, chi sta vicino a Sagan lo descriveva come un po’ scoraggiat­o: sicurament­e gli aveva fatto piacere però essere sostenuto dall’amico Elia Viviani (ieri mai in lotta per la vittoria e solo 29°), con il quale si è trovato in allenament­o. Qualcuno si è preso la briga di contare i suoi piazzament­i nei primi 10 nel WorldTour in carriera: sono 301, meglio solo Valverde con 390 (ma anche quasi 10 anni in più). La costanza non è mai mancata al tre volte iridato, che però contro le nuove generazion­i adesso ha la complicata missione di riuscire a piazzare ancora qualche colpo di altissimo livello. Il fatto di essere riuscito ad arrivare davanti al termine di una tappa piuttosto lunga – 219 km – lo si può interpreta­re come un segnale incoraggia­nte: nelle gare in Belgio di fine febbraio era arrivato un giorno a quasi 6 minuti e all’indomani a 10’. Ma neppure lo si deve sopravvalu­tare: la strada verso il ritorno all’eccellenza è impervia, allo stesso tempo la voglia di lottare per farcela è un presuppost­o indispensa­bile e ieri c’è stata. «Sfortunata­mente dopo l’apertura in Belgio mi sono ammalato di nuovo, ma solo due giorni. Sono contento di essere qui. Se la forma potrà arrivare al momento giusto? Vedremo dopo, magari a volte da una cosa negativa ne può nascere una buona».

Segnali Dopo il minuto di silenzio alla partenza per non dimenticar­e la tragedia dell’Ucraina, e nell’attesa del finale oggi di Terni che può essere aperto a diverse soluzioni (i velocisti se lo dovranno sudare), la classifica non è rimasta invariata: Tadej Pogacar si è andato a prendere un secondo di abbuono allo sprint intermedio, restando 3° nella generale ma ora a 6” da Remco Evenepoel, secondo: già nella crono inaugurale aveva perso dal belga meno dell’ipotizzabi­le, e così può ben dire di avere portato a casa i primi due round (ieri la sua UaeEmirate­s aveva anche provato a

Gli allenament­i con Viviani l’hanno rincuorato dopo il Covid (2 volte) e mesi difficili: Peter è ancora davanti a tutti fino ai 75 metri. La vittoria va al belga Merlier. Pogacar prende 1” di abbuono, il gruppo onora l’Ucraina

sganciare Soler nel finale). «Forse l’unica speranza che ho di battere Pogacar è che lui abbia una cattiva giornata, magari pagando gli sforzi della Strade Bianche – ha ammesso Evenepoel, 22 anni -. Ma è così forte e spettacola­re che probabilme­nte non l’avrà». In maglia azzurra è rimasto un Filippo Ganna che come tutti ha sentito il freddo pungente: «Cerchiamo di fare in fretta a tornare in albergo per andarsi a lavare. Per non prendere freddo, per non ammalarsi. Se mi aspettavo l’azione di Pogacar? Sì, perché ogni secondo conta. Purtroppo con Elia ci siamo un po’ persi, non siamo riusciti a trovarci come all’Uae Tour. Ora ci aspetta un altro giorno in cui cercheremo di fare il meglio». La domanda sulla Milano-Sanremo del 19 marzo non poteva mancare: «Le aspettativ­e ci sono sempre. Una in più, una in meno… ho le spalle abbastanza larghe. Se posso vincerla? Ultimament­e, mi pare che niente sia impossibil­e».

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 ?? BETTINI ?? Album 1. Peter Sagan (nel cerchio), 32 anni, in testa alla volata: in maglia blu il belga Tim Merlier, 29, che vincerà 2. Merlier con la fidanzata Cameron Vandenbrou­cke, figlia dell’indimentic­ato Frank 3. Minuto di silenzio al via: Ganna, l’ucraino Padun, Pogacar, Evenepoel
BETTINI Album 1. Peter Sagan (nel cerchio), 32 anni, in testa alla volata: in maglia blu il belga Tim Merlier, 29, che vincerà 2. Merlier con la fidanzata Cameron Vandenbrou­cke, figlia dell’indimentic­ato Frank 3. Minuto di silenzio al via: Ganna, l’ucraino Padun, Pogacar, Evenepoel

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