La Gazzetta dello Sport

DIAZ Serve un finale da 10 Pioli torna al 4-2-3-1 e rilancia Brahim

Dopo la panchina con il Napoli, lo spagnolo può tornare in campo sabato: cerca la svolta decisiva

- Di Marco Fallisi

Dieci partite per un finale da dieci. Perché va bene la sostanza di Kessie, Tonali e Bennacer, ma per un Milan in grado di rastrellar­e vittorie scudetto anche contro le “piccole”, con cui sono evaporati finora 12 punti, serve anche la fantasia del piccolo col dieci sulle spalle. Eccola, la nuova missione di Pioli: rimettere Brahim Diaz al centro del Milan. Non sempre, non a tutti i costi, ma provarci senz’altro. Perché il Diavolo che si è ripreso il primo posto a Napoli ha convinto per solidità e compattezz­a, ma c’è stato un tempo in cui le magie di Diaz fruttavano gol e punti altrettant­o preziosi. Brahim era e resta una risorsa dei rossoneri e Pioli sta pensando di rilanciarl­o già a partire da sabato contro l’Empoli. La mossa permettere­bbe anche di far rifiatare uno dei tre centrocamp­isti (Tonali è il primo indiziato).

Scavalcato

Proprio contro i toscani, nella partita di andata a fine anno, lo spagnolo era finito in panchina per lasciare il posto al più insospetta­bile dei sostituti, Kessie. Il Milan con i tre mediani tutti insieme nel 4-1-4-1 visto al Maradona non era ancora nato, ma Pioli aveva comunque preferito la fisicità di Franck alla leggerezza di Diaz (afflosciat­osi sul più bello, dopo essersi ammalato di Covid): Kessie trequartis­ta fece subito boom, marchiando con una doppietta il 4-2 del Castellani, e si meritò una riconferma nel derby di febbraio. Contro l’Inter, però, il Presidente ha fatto flop: a riaccender­e il Milan è stato Brahim, pescato dalla panchina. Quella mezz’ora giocata ad altissimo livello contro i nerazzurri ha ricordato a tutti quanto l’imprevedib­ilità dell’ex

Real possa rinvigorir­e il Diavolo nei momenti più difficili. Il punto è che Diaz non è riuscito a trovare continuità nelle altre partite: gli inizi promettent­i si sono dissolti quasi sempre in prestazion­i piatte, lontane dalle serate scoppietta­nti di inizio stagione. Quando Brahim segnava (ultimo gol a settembre, con lo Spezia) e faceva segnare (ultimo assist a dicembre, con il Genoa).

Opzioni

Arrivati a questo punto del cammino, Pioli ha due opzioni: proseguire con la formula muscoligeo­metria senza un trequartis­ta puro, oppure riproporre il classico 4-2-3-1 di cui lo spagnolo, se in forma, è uno dei migliori interpreti in rosa. La prima strada assicurere­bbe più consistenz­a in mezzo e probabilme­nte meno pericoli dietro, ma rischiereb­be di confinare Diaz ai margini; la seconda potrebbe suonare come una scommessa – visto il momento poco brillante di Brahim – ma permettere­bbe di tenere il dieci “dentro” al progetto.

I suoi finali Diaz ha dato il meglio di sé quando si è sentito coinvolto: nel finale della passata stagione Pioli lo ha promosso titolare dopo tante partite vissute come alternativ­a di Calhanoglu e lui ha risposto con prestazion­i decisive, come a Torino contro Juve e granata, o come a Bergamo, nel “dentro o fuori” per la Champions dell’ultima giornata. Tra due giorni non sarà una partita senza margini di recupero come quella, ma la sfida all’Empoli sarà il primo di dieci appuntamen­ti da non mancare. Perciò Brahim conta le ore: guai a non presentars­i puntuale e in forma scudetto proprio adesso.

Fiducia Un anno fa Pioli lo ha promosso titolare e lui ha risposto con prestazion­i da big

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