La Gazzetta dello Sport

Jacobs fa bene a fare le gare indoor. Come primadiTok­yo...

- di Paolo Marabini

Il nome di Marcell Jacobs capeggia la lista dei 22 azzurri che dal 18 al 20 marzo, a Belgrado, parteciper­anno ai Mondiali indoor, il primo grande appuntamen­to internazio­nale post-olimpico. E il bicampione di Tokyo - al netto di un colpo di coda di Gianmarco Tamberi, la cui presenza in Serbia è però ancora in dubbio - è di fatto l’unica carta da medaglia certa della spedizione tricolore. La domanda, tuttavia, sorge da più parti spontanea. In un’annata che verte soprattutt­o su due grandi eventi all’aperto - i Mondiali di Eugene (15-24 luglio) e gli Europei di Monaco (11-22 agosto) - non corre il rischio, Jacobs, di pagare poi durante l’estate le fatiche della breve stagione indoor, disertata guarda caso dalla maggior parte dei pezzi grossi della velocità mondiale? Vale la pena mettere nel mirino anche questa rassegna iridata, che conta un po’ meno rispetto ai due obiettivi outdoor? La risposta arriva dal precedente più vicino. Un anno fa, infatti, l’attività in sala del poliziotto bresciano, come in questo 2022 incentrata sui 60, si dipanò praticamen­te sullo stesso numero di gare. Jacobs chiuse l’inverno con il titolo europeo e undici volate nelle gambe. Poi all’aperto andò come sappiamo tutti, cioè con i giorni da leggenda di Tokyo. Evidenteme­nte convinto - dai risultati e dalle sensazioni - che l’attività al coperto rappresent­i una proficua occasione per mettere a punto i meccanismi affinati in allenament­o, l’allievo di Paolo Camossi ha ripercorso l’identico cammino. Con l’aggiunta di un impegno supplement­are: i 60 di lunedì proprio a Belgrado, per saggiare la pista su cui andrà all’assalto del titolo iridato. La sola differenza, rispetto a un anno fa, è la qualità delle prestazion­i: 6”57 di media nel 2021 (e il picco fu proprio agli Europei: 6”47), 6”53 quest’anno. Perché non ripetere allora lo stesso percorso?

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