Italia mondiale Non solo Jacobs «Voglio tanti protagonisti»
Il d.t. La Torre: «Aspetto Tamberi Poi Dal Molin, i pesisti e la Dosso»
Gli uomini del mezzofondo non dovranno perdersi, occhio a Vallortigara e Derkach Antonio La Torre
Sono 22 gli azzurri convocati per i Mondiali indoor, in programma a Belgrado da venerdì 18 a domenica 20 marzo: 14 uomini e 8 donne. Più del doppio dell’ultima edizione, quella di Birmingham 2018, quando la spedizione contava 4 ragazzi e 6 ragazze e conquistò un bronzo, con Alessia Trost nell’alto. Dopo i 10 record nazionali in 40 giorni, è un’altra conferma della crescita del movimento. Solo tre gli atleti di ritorno: gli ostacolisti Paolo Dal Molin e Hassane Fofana e il mezzofondista Yassin Bouih. Il numero, peraltro, in attesa degli ultimi invitati di World Athletics in base ai Target Numbers, potrebbe aumentare con l’astista Roberta Bruni. Ma pure diminuire, qualora nulla accada e capitan Gianmarco Tamberi, per ora iscritto, dopo settimane di dubbi (non ha gare nella stagione al coperto) decida di rinunciare. A guidare la Nazionale, come dagli Europei di cross 2018, il d.t. Antonio La Torre.
Sono stupito dai progressi di Zaynab: enormi in pochissimo tempo. Ora monitorerà il sonno
Gimbo deciderà sabato: con la sua lucida follia potrà fare grandi cose
La Torre, quali gli obiettivi?
«Piuttosto ovvi: abbiamo un atleta di primissimo piano, da podio, Marcell Jacobs. E un gruppetto di potenziali protagonisti. Più un altro nome con un asterisco al fianco: Tamberi».
Com’è la situazione?
«Credo che Gimbo scioglierà le riserve sabato, dopo una seduta di tecnica. Il panorama internazionale dell’alto maschile, con russi, bielorussi e ucraini fuori (la federazione di Kiev ha iscritto sette donne, ndr), oltre al sudcoreano Sanghyeok Woo in questo
momento non propone atleti imbattibili. E Tamberi, con la sua sana e lucida follia, sa che l’occasione, nonostante tutto, potrebbe essere ghiotta».
Chi compone il gruppo degli eventuali protagonisti?
«Dal Molin sta vivendo una quarta, quinta vita sportiva e nei 60 ostacoli meriterebbe un altro grande risultato. Ponzio e Weir nel peso non sono da medaglia, ma se si confermeranno sulle misure di questa stagione, faranno una gran cosa. E la Dosso vale la finale dei 60».
Si aspettava una Zaynab così?
«Mi hanno sorpreso l’enorme salto di qualità e la relativa tempistica. Ai Giochi di Tokyo ha fatto la riserva della staffetta, senza mettere piede in pista. Poi, pur rimanendo legata all’allenatrice Loredana Riccardi, s’è trasferita a
Roma da Giorgio Frinolli e ha cominciato a vivere da professionista. Ora anche con lei cominceremo il monitoraggio del sonno».
Chi altri aspetta?
«Vorrei in particolare che i mezzofondisti non si perdessero per strada, mentre il triplista Ihemeje nel weekend sarà alle finali di college e dovremo verificare come ne uscirà. Punto poi sulla Derkach, al via sempre nel triplo con la settima misura del lotto e sogno una sorpresa nell’alto della Vallortigara, inviata come Randazzo nel lungo, Dester e la Gerevini nelle multiple». C’è anche qualche rinuncia... «Re, Scotti e Bogliolo non hanno i Mondiali nel mirino. Idem la Battocletti, che domenica correrà i Tricolori di cross. La Sabbatini ha il minimo per gli 800, ma non è gara per lei».
Perché il «no» alle 4x400?
«Non sarebbero state competitive. Gli uomini, senza i più forti e pur con Lopez e Lambrughi ritrovati, come somma di tempi stagionali varrebbero il 9° posto. Le donne, con Mangione e Borga ai box e senza che nessun’altra abbia offerto segnali di crescita, anche meno. Pure per Fassinotti e Trost nell’alto, mai arrivasse un invito, rifiuteremmo».
È perplesso per la Iapichino?
«È tanto giovane: la si accompagni nella sua crescita».
E per Fabbri?
«Il problema a un adduttore che lo ha limitato è di una certa entità. Farà accertamenti e, una volta risolto, ripartirà di slancio».