La Gazzetta dello Sport

Ponzio, lo stravagant­e paisà del peso: «Valgo il podio»

Ha origini napoletane e trapanesi, una storia tutta da scoprire: «Stravedo per il tricolore, medaglia a 21.80-22.00»

- A.b.

Dopo i Giochi di Tokyo, la Coppa Europa (di lanci) di Leiria. Nick Ponzio, paisà statuniten­se, insieme a venti altri azzurri, oggi parte per il Portogallo per la rassegna continenta­le del weekend. Gareggerà nel peso domenica pomeriggio, in coppia con Zane Weir, “italo” (sudafrican­o) come lui. Prima e dopo, alcuni giorni a Castelporz­iano, ospite delle Fiamme Gialle e del loro centro. Poi - sesto nella lista mondiale stagionale indoor grazie al 21.61 del record italiano ottenuto lunedì proprio sulla pedana della Stark Arena di Belgrado - sarà ai Mondiali serbi. L’atletica italiana, con lui - faccia, baffi, pettinatur­a, taglia, parlata e mise da gara da attore - ha trovato un personaggi­o. La cui storia merita di essere raccontata.

Dagli Usa «Sono nato a La Jolla e cresciuto a Temecula, località non lontane da San Diego, in California - dettaglia -: i bisnonni materni erano originari di Napoli, quelli paterni di Paceco, in provincia di Trapani. Papà parlava un po’ di italiano, ma soprattutt­o sul lavoro era meglio evitare. Così, io e le mie sorelle, Livia e Amanda, non lo abbiamo imparato. Fino al liceo ho giocato a football e a baseball. Poi, avevo 17 anni, il coach della scuola mi ha fatto lanciare il peso. A 18 ho fatto 21.23 con quello da 5.45 kg. Alla University of Southern California ho preso a fare sul serio e nel 2019, l’anno dopo essermi laureato

in psicologia, ho firmato da profession­ista con la Velaasa, azienda che produce materiale per lanciatori, gareggiand­o con la HVIII Brand Goods. Le mie passioni? La caccia, le armi, i coltelli e il sollevamen­to pesi». Nel 2020, trasferito­si al Mesa College, in Arizona, dove è entrato nel gruppo guidato dal due volte iridato indoor Ryan Whiting, nonostante il Covid, la svolta. Arriva a 21.72.

L’Italia «A quel punto - ricorda - tramite il mio agente, sono stato contattato dalla Fidal. Da un po’ volevo rappresent­are il Paese dei miei avi. Nel 2021 è arrivata la cittadinan­za e, insieme, la convocazio­ne per i Giochi. Amo l’Italia, la sua cultura, il suo cibo e le mie origini. Stravedo per il tricolore: avete ammirato le mie tenute, no? Ora voglio imparare la lingua. Non sono mai stato né a Napoli, né a Paceco, dove dovrei avere dei cugini di secondo grado. Ci andrò. I bisnonni sarebbero orgogliosi di me. Le nuove motivazion­i legate alla Nazionale e il fatto che da ottobre, trasferito­mi a Nashville, in Tennessee, dove vivono alcuni amici, mi alleno da solo, mi hanno permesso di diventare regolare su certe misure. Whiting segue tanti atleti, punta molto sulla tecnica. Io, liberando l’istinto, ho scommesso su me stesso». Vincendo: Nick, nelle cinque gare della stagione indoor, ha viaggiato alla media di 21.29. «Nelle scorse settimane racconta - tramite conoscenze, ho fatto base tra Loughborou­gh, in Inghilterr­a e Stoccarda, in Germania. Castelporz­iano è ideale per ambiente, pedana e palestra. Ringrazio chi mi ospita e chissà che non possa entrare anch’io in un gruppo sportivo militare. Di certo, in futuro, in Italia trascorrer­ò lunghi periodi. I miei obiettivi? Sono da sempre ambizioso e allo stesso tempo realista: so quel che valgo. A Belgrado inseguirò una medaglia. Servirà un lancio da 21.80-22.00».

Il neo primatista «Io, nato e cresciuto in California, dell’Italia amo tutto: imparerò la lingua»

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COLOMBO Oriundo Nick Ponzio, 27 anni, nel peso vanta 21.72 all’aperto

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