DA INDURAIN A CANCELLARA E WIGGINS A CRONOMETRO NESSUNO È MEGLIO DI PIPPO
Le statistiche degli ultimi 30 anni incoronano l’azzurro. Dal 2019 ne ha vinte 17 su 31: il 55%. In scia c’è Van Aert ieri 1° in Francia
Non ce n’è uno che non gli guardi la schiena, peraltro a debita distanza. E stiamo parlando di giganti del pedale: da Indurain a Ullrich, da Tony Martin a Cancellara, da Wiggins a Dumoulin per finire con Dennis e Van Aert. Filippo Ganna ha fatto meglio di tutti loro. Il riferimento è rappresentato dalle cronometro vinte in rapporto a quelle disputate, naturalmente prendendo come parametro l’attuale età di Filippo, classe 1996 (compirà 26 anni il 25 luglio). La crono vincente della TirrenoAdriatico, con il successo di Lido di Camaiore che gli ha dato la maglia azzurra finora difesa con onore, ha dato lo spunto: era la 43a prova contro il tempo disputata da pro’ (cioè dal 2017) per il piemontese di Ineos-Grenadiers ed è coincisa con il 17° successo. Significa il 39,5%, e se si togliessero le prime 12, corse nei primi due anni alla Uae-Emirates (nessuna vittoria), si salirebbe al 55%. Ma già il 39,5% ‘basta’ per essere il primo.
Storia Entro i 26 anni di età un cronoman così non c’era mai stato negli ultimi decenni. E probabilmente l’Italia non ne aveva mai avuto uno così forte. Tutto va messo nel giusto contesto: uno come Miguel Indurain, per esempio, ne aveva firmate 10 su 60 (17%) ma il grande navarro cominciò più tardi a vincere, come più spesso capitava nella sua epoca. Basti pensare che non ha conquistato nessuno dei suoi 7 grandi giri – 5 Tour, 2 Giri d’Italia – prima dei 26 anni. Jan Ullrich ha una percentuale superiore a quella di Indurain (8 su 38), mentre chi aveva già firmato 20 crono (su 69, il 29%) è Fabian Cancellara e la cosa non stupisce: lo svizzero era stato molto precoce e in più era stato lanciato da una struttura d’eccellenza quale a inizio degli anni 2000 era la Mapei-Quick Step. Forse è proprio lui il riferimento a cui tendere per Ganna, perché è riuscito ad arrivare a fine carriera con 4 titoli mondiali e due olimpici della specialità. Mentre pure Rohan Dennis, Tom Dumoulin e Bradley Wiggins sono dietro a Filippo, sempre in rapporto all’età.
Contemporanei Poi c’è Wout van Aert che meriterebbe un discorso a parte, e non tanto per la sua straordinaria polivalenza: tra l’altro il belga, classe 1994, ieri ha vinto la crono della Parigi-Nizza sui compagni della Jumbo-Visma Roglic e Dennis, impadronendosi pure della maglia di leader. Il suo “score” recita: 4 prove contro il tempo vinte su 13 all’età di Ganna (31%), 7 su 21 adesso (33%). I duelli con il nostro gigante sono già storia, nel senso che gli ultimi 2 Mondiali a cronometro – Imola e Bruges – li ha vinti Filippo costringendo Wout all’argento, nel secondo caso con una rimonta sensazionale ‘zittendo’ i tifosi di casa (nei giorni successivi si scambiarono i body). E gli episodi ‘rischiano’ di arricchirsi, andando ben oltre le crono: se parliamo di Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix e prima maglia gialla del Tour 2022 (sarà assegnata da una crono di 13 km a Copenaghen il 1° luglio), si capisce bene come siano obiettivi per entrambi. «Ne stavo parlando in gruppo con Leonardo Basso – ha detto ieri Ganna –. Stiamo vivendo una delle stagioni con un livello ciclistico altissimo, dai giovani a quelli con qualche anno in più. Stiamo andando forte e ci saranno sempre più battaglie sul filo dei secondi. Speriamo che il pubblico si diverta. Quanto a Van Aert, c’è molto rispetto reciproco ed è la cosa più importante. Se uno vince e l’altro perde, o viceversa, credo che siamo entrambi felici per l’altro. E a proposito, gli faccio i complimenti per quanto ha fatto alla Parigi-Nizza».