La Gazzetta dello Sport

MARIUPOL ALLO STREMO BOMBE SULL’OSPEDALE IL GRIDO DI ZELENSKY: «ORA CHIUDETE I CIELI»

Corridoi violati, raid sui reparti di maternità e pediatria Kiev denuncia: «Atrocità» Le Borse volano e guardano con fiducia all’incontro Lavrov-Kuleba

- Di Alessio D’Urso

1 Corridoi umanitari sotto le bombe.

Non è vera tregua. E diverse città sono ormai allo stremo. La guerra Russia-Ucraina, dopo 14 giorni di combattime­nti, sta provocando una gravissima crisi umanitaria. I corridoi aperti ieri, con un accordo ai più alti livelli per il cessate il fuoco dalle 9 alle 21 locali e l’appello di Kiev a Mosca a rispettarl­o (informata la Croce Rossa), non hanno garantito l’incolumità dei civili. Tutt’altro. Se in mattinata il consiglio comunale di Bucha, a nord di Kiev, aveva accusato i russi di aver bloccato l’evacuazion­e dei civili (50 i bus fermi in un parcheggio) e le stesse violazioni erano state denunciate dal governo regionale di Kharkiv (a causa di «bombardame­nti che hanno impedito l’evacuazion­e da Izyum a Lozova, uno dei sei corridoi previsti»), il culmine è stato toccato nella martoriata Mariupol, nel Sud-Est. Dove un raid ha distrutto un ospedale con reparti maternità e pediatrici, uccidendo almeno 17 persone. «Donne e bambini sotto le macerie, è un’atrocità, chiudete i cieli ora», ha urlato il presidente, Volodymyr Zelensky. E il vice sindaco, Sergiy Orlov, ha riferito che, per via del «continuo attacco russo», in città si contano già 1.170 vittime, di cui 47 sepolte ieri in una fossa comune: «È un genocidio». Mosca ribatte: dentro l’ospedale c’erano postazioni militari. Secondo Kiev, comunque, ci sono 3 mila neonati senza cibo e 400 mila civili bloccati, in attesa di lasciare l’area. Altre 18 mila persone sono state salvate in extremis a Dymer, Vorzel e Irpin. In un contesto “medievale” in cui, nel gelo, scarseggia­no elettricit­à, alimenti e acqua. «Se accerchiat­i possiamo resistere una o due settimane», il grido d’allarme di Vitali Klitschko, sindaco proprio di quella Kiev da cui i tank russi sono distanti solo 10 km e in cui un palazzo è stato colpito da un caccia russo abbattuto.

2 Sono intanto ore di apprension­e per l’ex centrale nucleare di Chernobyl.

L’allarme radiazioni è scattato per effetto dell’interruzio­ne di corrente alla centrale che, secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba, avrebbe causato «a breve il blocco dei sistemi di raffreddam­ento dell’impianto di stoccaggio del combustibi­le nucleare, rendendo imminenti la fuoriuscit­a di radiazioni». Qualche ora più tardi, tra timori e inviti ai leader a chiedere alla Russia di consentire alle unità di riparare la rete elettrica, è stata l’Agenzia internazio­nale per l’energia atomica a rassicurar­e: «Nessun impatto critico sulla sicurezza. Il carico termico della piscina e il volume dell’acqua di raffreddam­ento sono sufficient­i per garantire un’efficiente rimozione del calore senza elettricit­à». Allerta massima nelle altre torri di raffreddam­ento di Zaporizhzh­ia, in mano a Mosca, dove l’Aiea non riceve più la trasmissio­ne dei dati della più grande centrale d’Europa e i dipendenti lavorerebb­ero controllat­i dalle truppe russe.

3 Il fronte diplomatic­o rimane caldissimo.

Unanime la condanna per le bombe sull’ospedale di Mariupol. «Ci sono poche cose più ignobili che prendere di mira i vulnerabil­i e gli indifesi», ha affermato il premier britannico, Boris Johnson. E, nel frattempo, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha sottolinea­to che «i

corridoi per evacuare gli ucraini devono essere molto più grandi». E ha definito «assurde» le proposte del Cremlino di creare vie di fuga che portino in Russia o Bielorussi­a. «La proposta di Varsavia di mandare jet Mig all’Ucraina presenta delle complessit­à — ha poi aggiunto —: mai arrivare all’uso di armi nucleari». Londra fornirà comunque difese anti-aeree all’Ucraina e Washington due sistemi di difesa missilisti­ci Patriot alla Polonia, nell’ottica di difendere i Paesi vicini al teatro di guerra.

E torna a salire la tensione 4 tra Cina e Stati Uniti.

L’attesissim­o negoziato tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il ministro della Difesa Kuleba, ottenuto dal presidente turco Recep Erdogan e previsto per oggi ad Antalya, è stato salutato con un rimbalzo da oltre 464 miliardi di euro di capitalizz­azione da parte delle Borse europee, che credono nella trattativa, per quanto difficile. Anche perché Mosca, al di là di nuovi accordi su tregue a scopo umanitario, ha ribadito pure ieri le sue condizioni, a partire dal Donbass sovrano. Zelensky, in un’intervista alla Bild, ha aperto alla neutralità dell’Ucraina, parlando di «compromess­i» che si possono fare, «ma senza tradire il mio Paese». E a meno di 24 ore dal colloquio tra il presidente cinese Xi Jinping, quello francese Emmanuel Macron e il cancellier­e tedesco Olaf Scholz, con l’apertura ad avere un ruolo nel negoziato, Pechino (alleata del Cremlino) ha alzato i toni di nuovo contro gli Usa. «Sono state le azioni della Nato guidata dagli Usa che hanno gradualmen­te spinto fino al conflitto Russia-Ucraina», ha rimarcato il portavoce del ministro degli Esteri, in riferiment­o alle ricostruzi­oni del New York Times relative alla conoscenza di Pechino dei piani russi contro l’Ucraina, in base a quanto appreso da funzionari Usa. Pechino ha accusato Bien di voler «sopprimere Cina e Russia per mantenere la propria egemonia» e di voler «provocare il confronto» con le nuove sanzioni annunciate dal presidente Joe Biden. Da Washington, di rimando, è partito un altro avvertimen­to: azioni «devastanti» contro le società cinesi che aiutano Mosca.

Le sanzioni contro Putin, 5 intanto, non si fermano.

In serata arriva la notizia della sospension­e, da parte dell’Eni, della stipula di nuovi contratti relativi all’approvvigi­onamento di petrolio e prodotti petrolifer­i dalla Russia. A causa del rischio di «imminente default» della Russia (secondo l’agenzia di rating Fitch), indotto dalle sanzioni dell’Occidente, sono intanto risultati in forte calo nei mercati greggio e gas. In flessione pure metalli - fermo solo il nichel -, grano e mais. Ieri l’Unione Europea ha inoltre varato un nuovo pacchetto di misure contro altri 160 russi (in tutto sono 862 persone fisiche e 53 giuridiche), tra cui 14 oligarchi, cui saranno congelati i beni. E il presidente russo, Vladimir Putin, ha risposto all’Europa, firmando un decreto per limitare l’importexpo­rt dall’Occidente. Una guerra nella guerra. Cui non si sottraggon­o i colossi del commercio: Amazon ha annunciato lo stop delle attività in Russia.

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AFP In fuga Civili ucraini accompagna­ti da un militare polacco al confine tra i due Paesi: sarebbero almeno 1,3 milioni i profughi entrati nel Paese
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L’attacco ai civili Una donna incinta soccorsa dopo il raid aereo russo che ha distrutto l’ospedale pediatrico di Mariupol ANSA

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