«La squadra è da ricostruire E là in mezzo...»
«Io ho giocato e so che le responsabilità sono di tutti. Soprattutto dei calciatori che vanno in campo. Poi però devono avere un canovaccio dato dall’allenatore. Per parlare di società dovrei conoscere la quotidianità, i rapporti dei vertici coi giocatori, e non ho elementi per dare giudizi. Allora dico 60 per cento giocatori e 40 per cento allenatore. Se penso alla squadra che ha Allegri rispetto a quella di Pirlo... Comunque tre eliminazioni di fila agli ottavi di Champions pesano: c’è da ricostruire una squadra degna di questo nome, capace di affrontare non solo gli ottavi ma anche semifinale e finale di Champions. Prendiamo Arthur, con tutto il rispetto. Non può conquistarsi il posto perché gioca bene con lo Spezia e la Sampdoria, il livello di queste partite è un’altra cosa: serve qualcuno che tocchi la palla una, massimo due volte, che verticalizza, che rischia un passaggio. Il centrocampo della Juve in Champions non può essere affidato ad Arthur. E poi ci sono le difficoltà del gioco d’attacco della Juve: è poverissimo. Ma questo Allegri l’ha sempre detto, non è una novità: pazienza, aspettiamo, facciamo la difesa e vediamo che succede. In campionato sta andando benissimo, l’Europa è diversa. Con Locatelli-ArthurRabiot è un centrocampo con cui chiunque se la può giocare, non si fa preferire a nessun altro centrocampo tra le squadre di Champions. L’altra sera nel primo tempo la squadra è stata propositiva, nel secondo non c’è stata la stessa intelligenza: nel finale ha sbracato da dilettanti allo sbaraglio: è questo che non si può vedere a questi livelli».