La Gazzetta dello Sport

MUSSO È UN MURO BOGA GOL D’AUTORE L’ATALANTA VOLA ORA VIENE IL BELLO Dea, colpo da Eu Opa

A Leverkusen il portiere è fenomenale e con Demiral difende la vittoria dell’andata Al 91’ l’ex Sassuolo chiude i conti per i quarti

- Di Fabio Bianchi INVIATO A LEVERKUSEN (GERMANIA)

ncora una volta, in questi ultimi anni l’unica gioia di primavera ce la dà l’Atalanta. L’ultima a finire nei quarti di Champions, due stagioni fa, “rischiando” di sbarcare in semifinale nella sfida col ricco Psg. E adesso, insieme alla Roma in Conference, è la squadra che tiene ancora alta la bandiera azzurra nei quarti di Europa League. Non a caso, è la squadra che da tempo da noi ha il gioco, la mentalità offensiva e soprattutt­o il ritmo, più internazio­nale. Se a qualcuno fischiano le orecchie, è giusto che sia così. Questa qualificaz­ione è ancora più preziosa dato il valore degli avversari, un Bayer Leverkusen che nel secondo round ha schiacciat­o la Dea nella sua metà campo e, a dirla tutta, non meritava di perdere, ma poi è spuntato come un folletto magico Boga, che negli ultimi respiri di questa sfida ad alta velocità ha inserito il turbo, si è messo in modalità slalom e in area da posizione proibitiva è riuscito a trovare il varco per bucare il bravo Hradecky. Un 0-1 che sta strettissi­mo ai tedeschi, più bravi dell’Atalanta in questa occasione, ma se guardiamo al doppio confronto è giusto che a passare sia la banda del Gasp, perché nel complesso ha fatto molto di più.

La chiave Anche perché nel primo round, in una situazione di sostanzial­e equilibrio, nel senso che si attaccava da una parte e dall’altra, è stata l’Atalanta a essere più pericolosa.

Vero, Diaby ha fatto subito venire i brividi quando si è trovato a tu per tu con Musso che ha salvato con un intervento di braccio, ma poi le incursioni di Muriel o i cross di Zappacosta non hanno raggiunto l’obiettivo soltanto per pizzichi di imprecisio­ne. Seoane aveva parecchie assenze e due pesanti, Schick e Wirtz. Ha deciso di giocare con la difesa a tre, alzare Bakker e spendere Demirbay, appena recuperato, dietro le punte. Ha fatto bene. Il tedesco di origine turca è stato il regista-trequartis­ta a tutto campo che faceva girare la squadra. Gasperini ci aveva messo De Roon, poi ha cambiato la marcatura con Djimsiti (che aveva sostituito dopo 9 minuti l’infortunat­o Toloi), poi ha deciso per una mista a seconda di dove si muoveva l’uomo più pericoloso. com’era successo all’andata, all’Atalanta in questo primo round mancava almeno un gol. Ma per fortuna, nel secondo, prima è stata graziata ancora da Diaby, pescato tutto solo in area da una genialata di Demirbay (Musso mura di piede in uscita) e poi non è caduta nell’altro difetto: le distrazion­e difensiva. Anzi, Demiral (sontuoso) e compagnia sono stati super attenti e sono riusciti a contenere la furia del Leverkusen. Vista raramente una Dea col baricentro così basso. Merito dei rivali e di Seoane, che dopo un quarto d’ora con i cambi è riuscito a dare un volto nuovo alla squadra. Dentro lo stantuffo Bellarabi per il più compassato Fosu-Mensah. Dentro Andrich per un Palacios attento su Koopmeiner­s, ma fallace in costruzion­e. E dentro Azmoun per un Demirbay che, per nostra fortuna, aveva già dato tutto quello che poteva. Comunque sia, è cominciata una rumba con l’Atalanta che perdeva duelli e seconde palle e non riusciva più a uscire dal guscio. Ma che però, fatta eccezione per quelle di Diaby, non ha concesso occasioni clamorose.

Gasperini già al minuto 20 aveva cambiato Malinovsky­i (problemi di stomaco) con Boga. E a una decina di minuti dalla fine ha fatto a meno di un buon Muriel per Pessina e Zappacosta per Pezzella. Chiaro l’intento di dare forza fisica a una squadra in sofferenza. Poi, appunto, ci ha pensato Boga a far saltare di gioia la panchina e i 1600 tifosi nerazzurri venuti in questa non certo turistica città, per usare un eufemismo, che vive di Bayer squadra e Bayer industria.

Aspettando Zapata In partite come questa, si è sentita parecchio l’assenza di Zapata, l’unico della truppa in grado di far salire la squadra quando è in sofferenza. Tanto più quando è mancato anche l’apporto di Malinovsky­i, che all’andata era stato fondamenta­le. I quarti si giocherann­o il 7 e il 14 aprile. Zapatone potrebbe farcela almeno per il ritorno, e questa è una buona notizia. Vedremo se il sorteggio ne darà un’altra. Nel frattempo questa bella Dea d’Europa può godersi l’ennesimo traguardo che a squadre molto più blasonate continua a sfuggire.

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