La Gazzetta dello Sport

Abraham eroe d I Mou

IL VITESSE FA PAURA POI CI PENSA TAMMY AVANTI AL 90’ Segna Wittek, a un passo dai supplement­ari arriva il gol dell’inglese. L’Olimpico fischia tutti i giocatori sostituiti, Zaniolo compreso

- Di Massimo Cecchini

Atalanta in Europa non soffrirà di solitudine. A farle compagnia - anche se in Conference League - sarà la Roma che, grazie a un 1-1 di rara bruttezza ma nobilitato dalla reti di Wittek e Abraham, pareggia e manda a casa il Vitesse, approdando ai quarti. Passa di sicuro la squadra più forte, ma che nell’ambito del doppio confronto (l’andata era terminata con un generoso 0-1) non ha fatto niente di meglio e niente di peggio del suo modesto avversario, che esce solo al 90’ grazie al solito graffio del centravant­i inglese, bravo a realizzare il 21° gol stagionale e ad agguantare due totem come Batistuta e Montella, i migliori cannonieri del Dopoguerra al loro primo anno in gialloross­o. Certo, il coefficien­te di rischio è stato alto. Non a caso al momento dei cambi l’Olimpico ha fischiato forte Maitland-Niles, Vina, Veretout e persino Zaniolo. Il più contento, forse, sarà stato Francesco Totti, che in tribuna ha fatto due chiacchier­e con Ryan Friedkin e apprezzato che i gialloross­i siano la prima squadra italiana a raggiunger­e almeno i quarti di finale in sei differenti competizio­ni Uefa: Conference, Champions, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa ed Europa League.

Abraham come i big

Mourinho, senza lo squalifica­to Mancini, sceglie un modesto turnover, rilanciand­o sulle fasce Maitland-Niles e Vina e concedendo un’altra chance da titolare a Veretout. L’approccio tattico dei gialloross­i, però, per una buona fetta del primo tempo è diverso rispetto all’andata, visto che l’ordine dell’allenatore è quello di andare a pressare alti i difensori olandesi. L’idea non è banale, perché la modestia tecnica della squadra di Letsch è palese, ma la soluzione finisce probabilme­nte per placare le velleità del Vitesse, che accetta una prima frazione a ritmi blandi, senza neppure cercare quella profondità che possa innescare la velocità di Openda. Ne consegue che l’unico vero brivido dei primi 45 minuti è solo un tiro di Grbic al 3’, che Rui Patricio vede all’ultimo momento. Da quel momento è la sagra delle conclusion­i che non trovano lo specchio della porta, arte in cui si esibiscono a turno Abraham (di testa e di piede) e poi Dasa, Veretout e Vina. Morale: la difesa del Vitesse regge bene, ma né Dasa e Wittek sulle fasce né i centrocamp­isti riescono a innescare le punte troppo solitarie. La stessa solitudine di cui peraltro soffrono anche Abraham e Zaniolo e che fa concludere il primo tempo ai gialloross­i senza neppure un tiro nella porta avversaria.

La serata I gialloross­i giocano una gara modesta al punto che segnano con il primo tiro

Fischi ai cambi La ripresa comincia al solito modesto livello, con la porta che diventa piccola come un bicchiere per tutti. È il bellissimo gol di Wittek al 17’ - un sinistro al volo su passaggio di Dasa - a sbloccare la situazione, eccitando i tifosi olandesi, pronti a sfondare il cordone degli steward facendo

temere scontri, che per fortuna non avvengono. Mourinho deve accantonar­e i pensieri del derby e cominciare le sostituzio­ni, che fanno trafiggere di fischi tutti i sostituiti. La trazione anteriore portata da Karsdorp a destra ed El Shaarawy a sinistra fa alzare il baricentro dei gialloross­i, che però non trovano mai lo specchio, impegnando il portiere Houwen solo in mischia con Cristante. In un finale inverosimi­lmente pieno di errori tecnici da parte di entrambe le squadre, è però il Vitesse che sciupa il primo match ball, quando al 37’ Grbic, servito da Openda, calcia al lato da ottima posizione. Ma gli dèi del calcio non ammettono sprechi, così all’ultimo minuto una sgroppata di El Shaarawy innesca in area Karsdorp, bravo a rimettere al centro per l’accorrente Abraham, che segna sotto misura e vola sotto la Curva Sud. Le statistich­e raccontano che è il primo tiro in porta della Roma in tutta la partita. È però quello che serve a scatenare la festa e che fa ancora sperare Mourinho in una stagione non da “zero tituli”. L’impression­e, però, è che domenica contro la Lazio i gialloross­i dovranno fare di meglio per vendicare la sconfitta dell’andata.

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 ?? ?? Zampata decisiva Il colpo di testa di Tammy Abraham, 24 anni, che ha dato alla Roma il passaggio del turno in Conference League. Per l’inglese è il settimo gol in 8 presenze nella competizio­ne. In tutto è arrivato a 21 reti stagionali in 39 presenze AP
Zampata decisiva Il colpo di testa di Tammy Abraham, 24 anni, che ha dato alla Roma il passaggio del turno in Conference League. Per l’inglese è il settimo gol in 8 presenze nella competizio­ne. In tutto è arrivato a 21 reti stagionali in 39 presenze AP
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ANSA Gioia Tammy Abraham, 24 anni, esulta con i compagni TEMPO DI LETTURA

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