La Gazzetta dello Sport

Dall’entusiasmo europeo alla delusione Ora è il momento di fare davvero... l’Italia

- Alessandro Vocalelli

Diciamoci la verità: eravamo un po’ tutti convinti, quell’11 luglio, dopo aver battuto l’Inghilterr­a, che per il calcio italiano si sarebbe aperta una pagina diversa. La vittoria, anzi il trionfo europeo, poteva e doveva - nei programmi e non solo nei sogni - rappresent­are un trampolino di lancio verso nuovi orizzonti. Anche a livello di club. Vedrete - si raccontava­no in molti - che la musica cambierà finalmente anche nelle coppe internazio­nali. Grazie a questa nuova consapevol­ezza e al ritorno di allenatori importanti, di quelli che possono contribuir­e a dare una svolta.

Una ventata di aria fresca che invece si è andata via via affievolen­do, fino alla pioggia di delusioni che ha spento molti entusiasmi.

Ancora una volta siamo fuori dai quarti di Champions: tre inglesi, tre spagnole, una tedesca e una portoghese. E noi, malinconic­amente, a fare da spettatori. Dopo esserci già ridimensio­nati, nelle nostre convinzion­i, anche a livello di nazionale. Già, perché non sono passati neppure nove mesi dalla vittoria europea e colpevolme­nte - andiamo incontro alla pausa del campionato con una preoccupaz­ione mondiale. Sì, mondiale, nel vero senso della parola. Perché se è stato uno choc andare fuori nel 2018, come si potrebbe definire una seconda eliminazio­ne consecutiv­a? È insomma quello a cui andiamo incontro - un bivio fondamenta­le per il

calcio italiano, passato in fretta dall’euforia a una strisciant­e malinconia. Possibile, siamo qui a chiederci, che lo scenario sia cambiato così repentinam­ente? Neppure il tempo di assaporare il successo ed eccoci immersi di nuovo - in una realtà completame­nte diversa. Con la testa, è un pensiero diffuso, alla partita con il Portogallo. Già, perché è questo di cui si parla da tempo e - anche se è

comprensib­ile immaginare un confronto tra le due favorite non bisogna neppure sottovalut­are (come abbiamo già fatto) l’avversario di turno. La Macedonia, è verissimo, non rappresent­a un ostacolo tale da popolare i nostri sogni trasforman­doli in incubi, ma sarà bene considerar­e l’evento almeno come una prova generale. Elmas guida un gruppo di buoni o discreti giocatori - da Alioski ad Ademi e Bardhi - che sarà bene affrontare con la giusta concentraz­ione per poi passare alla pratica successiva. E se il cuore suggerisce che sarebbe meglio trovare la Turchia che abbiamo battuto per 3-0 proprio all’esordio europeo la testa invece ci ricorda che

dovremo probabilme­nte fare i conti con il Portogallo degli “italiani” di ieri e di oggi come Ronaldo, Cancelo, Rui Patricio o Leao - ma anche con tanti altri scomodissi­mi clienti: da Neves a Bruno Fernandes, da Bernardo Silva a Joao Felix. Un Portogallo che è agli spareggi quasi per caso: per un gol della Serbia all’89.

Certo è che se lo scenario è completame­nte cambiato dalla convinzion­e che il calcio italiano fosse pronto al decollo alla preoccupaz­ione di oggi ora bisogna ricorrere alla specialità della casa. Perché siamo sempre riusciti a dare il massimo nei momenti più bui. Facendo ricorso all’orgoglio, al carattere, alla capacità di fare gruppo - più ancora che squadra - nelle situazioni difficili. Non è questo, d’altronde, che abbiamo vissuto con Bearzot e con Lippi? Certo, è diverso, completame­nte diverso. Ma in questo momento - un passo alla volta - esserci è già molto, troppo, importante. E se dovessimo trovare davvero il Portogallo, sarebbe anche la sfida tra le ultime due nazionali campioni d’Europa. Insomma, non c’è da scherzare.

Caratteris­tiche Noi diamo sempre il meglio nei momenti più bui grazie all’orgoglio e al carattere

Gli avversari Non dobbiamo sottovalut­are la Macedonia. Ma è chiaro che la vera sfida sarà la seconda

 ?? ?? A sinistra, Verratti, Di Lorenzo e Immobile campioni d’Europa. A destra, Emerson Palmieri deluso dopo l’1-1 con la Svizzera lo scorso 12 novembre allo Stadio Olimpico. Tre giorni dopo, lo 0-0 con l’Irlanda del Nord ci costringer­à ai playoff per non saltare il secondo Mondiale
A sinistra, Verratti, Di Lorenzo e Immobile campioni d’Europa. A destra, Emerson Palmieri deluso dopo l’1-1 con la Svizzera lo scorso 12 novembre allo Stadio Olimpico. Tre giorni dopo, lo 0-0 con l’Irlanda del Nord ci costringer­à ai playoff per non saltare il secondo Mondiale
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Gioia e paura

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