La Gazzetta dello Sport

Sanremo SO COME SI FA

Domani la 113a edizione «Stare fermi è andare indietro», dice il fiammingo, 1° nel 2020. Test sul Poggio già da lunedì LA SINFONIA DI PER BATTERE POGACAR «PREOCCUPAT­O? NO»

- Di Ciro Scognamigl­io @CIROGAZZET­TA BETTINI

e c’è qualcuno che può evitare l’inevitabil­e, quello è lui. Se davvero Tadej Pogacar può essere battuto in una corsa di ciclismo che si è posto come obiettivo — il riferiment­o è alla Milano-Sanremo di domani — è Wout van Aert la prima risposta che viene in mente. Forse l’unica. Uscendo domenica da una Parigi-Nizza vissuta al solito in primissima linea, il campione del Belgio detto: «Penso che posso avere molta fiducia per sabato». Van Aert sa come si vince in Via Roma, avendolo fatto neppure due anni fa nella storica Classiciss­ima d’agosto. Al debutto, un anno prima, chiuse sesto. Da campione in carica, nel 2021, fu terzo. Alla Milano-Sanremo fiuta sempre l’impresa e questa volta – la quarta non fa eccezione, anche se la differenza di orario con la ParigiNizz­a gli ha permesso spesso di vedere le ultime imprese di Pogacar alla Tirreno-Adriatico: «Mi ha impression­ato, ma io già dopo aver vinto l’Het Nieuwsblad a fine febbraio ero uno dei favoriti per la Sanremo. Non mi preoccupo».

Vigilia

Negli ultimi giorni non si è fatto mancare l’ennesima ricognizio­ne del Poggio, fino al traguardo. Ha fatto base nel sud della Francia con la moglie Sarah, il figliolett­o Georges e qualche amico come il massaggiat­ore Wesley Theuns (che è anche il padrino di Georges) e il compagno di squadra Nathan Van Hooydonck: pedalate a ritmi non furiosi, relax la parola d’ordine. Tanto, quando c’è da mettersi in modalità gara Van Aert risponde presente: tra autunno e inverno ha vinto 9 cross su 10 (saltando il Mondiale per scelta), su strada ha concluso nei primi tre 7 volte su 9. «Tutto è andato come speravo – ha riferito ai giornalist­i suoi connaziona­li -. Avrei preferito non avere avuto quella caduta (che gli ha lasciato un taglio sul ginocchio, ndr), ma non è stato un dramma. Non ci sono ulteriori danni al ginocchio, o all’anca, o così via. Non posso che essere soddisfatt­o dei miei risultati, a cominciare dal successo nella cronometro».

Pensando a domani, la maggior parte dei discorsi si possono riassumere così: a meno che non faccia sfracelli già prima, non è affatto detto che Pogacar riesca a staccare uno come Van Aert sul Poggio. A quel punto, lo spunto veloce del belga potrebbe avere la meglio su quello dello sloveno anche se di sprint alla Parigi-Nizza non ne ha vinti. «Dopo 300 chilometri si parla di un tipo di volata molto diverso — ha commentato —. È vero, sarei stato più fiducioso se avessi potuto vincere uno sprint alla Parigi-Nizza, ma la mia velocità è buona». Il motivo sta pure nella preparazio­ne: lui stesso ha prestato meno attenzione alla volata negli ultimi mesi. L’attenzione era sul volume. Ora le sessioni di allenament­o pesanti sono finite, e lavorerà di più sull’esplosivit­à per arrivare al top a Fiandre e Roubaix. E potrà contare, salvo imprevisti dell’ultima ora, sull’aiuto eccellente tra i gialloneri della Jumbo-Visma di Primoz Roglic. Negli anni l’Italia ha imparato ad apprezzare Wout, ricambiata: il belga ha fatto vacanze fino al Salento, adora il pasticciot­to leccese e quando ha vinto Strade Bianche e Sanremo ha brindato con Brunello e Barbaresco. Amava il calcio, e fino ai 12 anni aveva combinato il ciclismo con l’atletica (corsa). Però scalpitava per iniziare a gareggiare in bici al punto di debuttare a 8 anni in un cross a Heerlen in Olanda, dove si può cominciare prima rispetto al Belgio. Canta in bici - la canzone culto è ‘The bad touch’ di Bloodhound Gang – e si diverte a chiamare in modo curioso le sessioni di allenament­o sul social Strava. Tipo ‘Gracias Radja’, per Nainggolan.

Ricorsi Se domani Pogacar inseguirà Merckx, Van Aert potrebbe in qualche modo «proteggere» di nuovo il connaziona­le più illustre. L’ultimo campione in carica del Tour de France capace

Strategia Nella Jumbo-Visma atteso pure Roglic «Essere favorito non è un pensiero. E in volata...»

di trionfare a Sanremo è stato proprio il Cannibale, nel 1975. E chi se non Van Aert vinse l’ultimo sprint del Tour 2021 sui Campi Elisi di Parigi, impendendo a Cavendish (poi 3°) di superare il record di tappe vinte (34) che adesso divide con Merckx? Riflession­i che domani si azzererann­o non appena il gruppo si sarà mosso dal Vigorelli e a Van Aert tornerà in mente un’altra volta il suo motto: «Stare fermi è andare indietro». Wout è di Herentals come Van Looy e può essere il primo belga a vincere due volte la Sanremo — giardino di Merckx, 7 vittorie — dopo De Vlaeminck: tutti e tre sono leggenda, lui pedala per diventarlo.

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 ?? INSTAGRAM ?? Poggio e... Gazzetta Wout van Aert prova il Poggio (3,7 km al 3,7%, max 8%) con il compagno Van Hooydonck, poi si rilassa con cappuccino e Gazzetta
INSTAGRAM Poggio e... Gazzetta Wout van Aert prova il Poggio (3,7 km al 3,7%, max 8%) con il compagno Van Hooydonck, poi si rilassa con cappuccino e Gazzetta

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