La Ferrari nel sangue
Carlos Sainz pronto al via «Guidare la Rossa sensazione unica»
uidare una Ferrari da Formula 1: non è semplice neppure spiegare che cosa voglia dire. Carlos Sainz junior, uomo copertina insieme al compagno di scuderia Charles Leclerc per il numero speciale di Sportweek in gran parte dedicato al Mondiale di Formula 1 al via domenica in Bahrain e intervistato in esclusiva dal nostro magazine in edicola sabato 19 marzo (allegato al quotidiano al prezzo complessivo di 2 euro), sceglie la strada della massima sincerità: «Te lo possono spiegare anche cinquemila volte ma finché non sei davvero un pilota Ferrari non puoi sentire quello che ho provato io, ad esempio, nel 2021 a Monza», confessa lo spagnolo, da sette anni in Formula 1. Per poi aggiungere: «Ogni tanto cerco di raccontarlo a chi mi è vicino, ai miei amici, ma è una sensazione speciale, un feeling unico».
Caro papà Peccato dica di sé di non essere l’uomo più simpatico del mondo: non è proprio vero. Anzi, chissà perché ha maturato questa bizzarra convinzione. Gli si crede infatti di più, dopo avergli parlato a lungo per questa chiacchierata sincera, a sentirgli dire che lui è una persona riservata. Si può aggiungere: è anche un ragazzo schietto, perché per esempio non è affatto da tutti decidere di raccontare – non nei dettagli, ma leggendo l’intervista si capirà fino a che punto – il rapporto con un padre «pesante» come il suo: l’omonimo Carlos Sainz (senior) che, a differenza del figlio, nei motorsport diventò stella internazionale nel Mondiale rally, vinto due volte a bordo di una Toyota, nel 1990 e nel 1992: «A volte papà è stato un genitore molto cattivo, molto duro, con me». Subito dopo però, dal 27enne “junior” è arrivato un pensiero potente destinato al quasi sessantenne “senior”: «Però questo mi ha permesso di arrivare dove sono arrivato, mi ha portato a essere un pilota e una persona migliore».
Peccati di gola
La stagione di Formula 1, la prima per Maranello finalmente intrisa dopo molti anni di ritrovate speranze d’alta classifica, rappresenta ovviamente il fil rouge dell’intervista al madrileno (e madridista: «Dopo tanti anni di Zidane il Real forse era un po’ troppo comoda, Ancelotti gli ha dato una bella intensità»): con tutte le novità regolamentari da testare e valutare sarà per tutti un inizio di stagione al tempo stesso affascinante e poco prevedibile. Ma più dell’ormai acquisita maturità professionale, di “junior” colpiscono la leggerezza e la naturalezza con cui affronta i tanti temi extralavorativi, dalle svariate passioni sportive («Tennis, paddle o golf: posso anche giocarci per tre o quattro ore al giorno, quando il tempo me lo permette…») a quelle piccole e grandi debolezze così poco affini alla vita da super professionista qual è: «Non potete immaginare quanto adori mangiare: per fortuna ho una costituzione fisica per cui non ingrasso, e faccio anche molto sport, altrimenti sarei 100 chili…».