La Gazzetta dello Sport

Comanda semp re il Milan

- di Sebastiano Vernazza INVIATO A CAGLIARI

I sardi La pressione degli uomini di Mazzarri sul giro palla ospite è calata nella ripresa

Balistica La squadra di Pioli ha segnato 11 gol da fuori area: nessuno in Europa ha fatto di meglio

Più tre sul Napoli, più sei sull’Inter seppure con il solito asterisco della partita fantasma che i nerazzurri devono recuperare. La capolista non se ne va, perché il Napoli tiene botta, ma tira il gruppetto di testa e lo sfilaccia. Il Milan vince a Cagliari con una bellissima rete di Bennacer e manda alla concorrenz­a un messaggio di accresciut­a maturità e consapevol­ezza. Non è come l’anno scorso, nella passata stagione una gara del genere – complicata a suo modo – il Milan l’avrebbe forse pareggiata. Stavolta l’ha vinta con l’unico torto del mancato raddoppio. Manca l’ultimo passo, la messa al sicuro di ogni dominio. Ieri sera il Milan ha creato una decina di palle gol, e forse stiamo stretti nel conteggio, ma ne ha ricavato un solo gol e al 90’ ha rischiato di subire l’1-1: Maignan, sul colpo di testa di Pavoletti, è stato salvato dalla traversa. Sarebbe stata una beffa, però sono i rischi che si corrono quando non si capitalizz­a in proporzion­e al fatturato. Undicesima vittoria in trasferta, nei principali campionati europei soltanto il Manchester City in Premier ha ottenuto altrettant­o. Ottava giornata di campionato da imbattuti, l’ultima sconfitta resta il k.o. in casa contro lo Spezia a gennaio, tre punti gettati che ancora oggi scottano, come i quattro persi tra Udinese e Salernitan­a. Senza quei 7 punti smarriti il Milan oggi avrebbe le mani sullo scudetto, ma è inutile guardarsi indietro, meglio procedere oltre e non buttarsi più via.

Tre fiammate e stop Il Cagliari è partito forte, ha provato ad aggredire, ma si è esposto ai contrattac­chi altrui e il Milan nel primo quarto d’ora ha goduto di tre palle gol gigantesch­e. La prima l’ha sprecata Giroud a un passo dalla porta su tocco di Diaz. Sulla seconda Kessie è stato sfortunato, il suo tiro a lunga gittata ha scheggiato un palo. La terza l’ha sciupata Diaz, con un piattone destro troppo aperto, da dentro l’area. Tre fiammate, tre fuochi di paglia, perché da lì in poi il Cagliari è sceso a più miti consigli, ha continuato a pressare, ma senza perdere le distanze, senza allungarsi. Fino all’intervallo non ci sono stati più brividi, la partita si è impastoiat­a, è diventata un pantano di palloni persi, di scivoloni causa pioggia, di accordi sbagliati. Mezz’ora di primo tempo in cui Giroud e Leao si sono distinti per assenteism­o, in particolar­e il secondo. A pochi minuti dall’intervallo e nella metà campo rossonera, il portoghese ha perso una palla emblematic­a, una mollezza che il Milan ha rischiato di pagare caro, ma sono scattati i paracadute difensivi e il Cagliari ne ha ricavato sol

tanto un corner. A un certo punto Pioli ha invertito le posizioni, Leao al centro e Giroud più a sinistra, ma non ha ottenuto nulla. Il Milan aveva addosso la pressione della vittoria a tutti i costi ed esprimeva un gioco singhiozza­nte, appeso più che altro agli strappi di Hernandez, ai mulinelli tecnici di Diaz e alle incursioni di Bennacer. Il Cagliari era mosso dall’istinto di sopravvive­nza e si spendeva in lodevoli pressioni organizzat­e sul giro-palla milanista, un modo per far scorrere il tempo, costringer­e i rossoneri a cercare aria all’indietro e tenerli lontano da Cragno.

Il gol dei 12 passaggi

La ripresa è andata avanti sullo stesso solco, con il Milan dominante e il Cagliari vigilante, ma la squadra di Pioli mostrava più convinzion­e, mentre il gruppo di Mazzarri qua e là palesava attimi di cedimento, un mix di micro-cali di tensione e di passeggere e fisiologic­he flessioni fisiche al pressing. È dura reggere per un’ora e mezza la gara ad alta intensità atletica che si è imposto ieri il Cagliari. Leao ha continuato a trastullar­si nella vaghezza, imbarazzan­te il tiro di piatto con cui ha passato il pallone a Cragno al principio del secondo tempo. Poco dopo Cragno è stato però costretto a superarsi su un tiro di Hernandez e lì si è capito che il Milan non voleva morire di 0-0. Così è arrivato il gol della vittoria, bellissimo per esecuzione, un sinistro semi-acrobatico di Bennacer prima del limite dell’area e su sponda di Giroud, ma significat­ivo per preparazio­ne, dato che è arrivato al fondo di un’azione contrasseg­nata da 12 passaggi di fila. La dimostrazi­one di come il Milan sviluppi un calcio studiato e non improvvisa­to. C’è una trama e lo sceneggiat­ore regista è Stefano Pioli, fedele al 4-2-3-1 se parliamo di sistema, ma capace di arricchire il copione con variazioni posizional­i che qualcosa spostano. Per gli avversari non è facile leggere i pendolaris­mi di Bennacer tra mediana e trequarti e pure i terzini, Calabria e Hernandez, non sono facili da prendere, perché hanno sempre la doppia opzione esterno-interno, non si fossilizza­no mai sul binario unico dell’accelerazi­one in fascia. Verso la fine Calabria si è mangiato il 2-0 con un inseriment­o centrale, da trequartis­ta, su invito di Rebic. Il Milan non si è legato a una punta totem, Pioli da emiliano qual è ha diffuso il seme del cooperativ­ismo, tutti possono segnare. Altro numero significat­ivo: il Milan è la squadra dei 5 eurocampio­nati top che ha realizzato il maggior numero di gol da fuori area, 11. Il Milan segna da lontano e oggi lo scudetto sembra più vicino.

 ?? ??
 ?? GETTY ?? Decisivo Ismael Bennacer, 24 anni, esulta dopo aver realizzato il gol che permette al Milan di espugnare Cagliari
GETTY Decisivo Ismael Bennacer, 24 anni, esulta dopo aver realizzato il gol che permette al Milan di espugnare Cagliari

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy