La Gazzetta dello Sport

Da Lautaro a Caicedo Cinque punte in campo ma rendimento a zero

Il Toro e Dzeko ancora senza intesa, l’ingresso di Felipe, il nervosismo: solo Sanchez pericoloso Prove negative

- Di Vincenzo D’Angelo

Epensare che in fondo al tunnel di un pomeriggio avaro di emozioni, la scintilla per tenere in vita la volata scudetto era pure arrivata: chissà cosa sarebbe successo se Alexis Sanchez avesse infilato alle spalle di Terraccian­o quel destro in pieno recupero, deviato dal ginocchio dell’ex compagno/tifoso Biraghi dopo percussion­e e assist di Correa. Al livello di classifica e umore, avrebbe cambiato il senso dei prossimi giorni in casa Inter. Ma se la mettiamo sulla sostanza, beh, per quella sarebbe cambiato poco. Pochissimo. L’Inter che non sa più vincere non solo fatica a trovare il gol, ma adesso non riesce neppure a crearsi l’occasione per affondare. Se poi ci mette lo zampino anche Inzaghi, che toglie contempora­neamente i due uomini d’area di rigore per affidarsi ai due fantasisti-velocisti nel momento più delicato, ecco che la frittata è fatta. E la toppa del recupero, con l’ingresso di Caicedo a riempire l’area che lo stesso Inzaghi aveva deciso di svuotare prima, sa tanto di mossa della disperazio­ne, più che di concreta strategia per girare a proprio favore la partita.

Per il numero 10 nessun tiro in porta, per il bosniaco solo uno squillo fortuito

Spenti e nervosi Lautaro ha avuto un paio di sussulti, col gol annullato e il guizzo di furbizia con cui si era procurato il rigore tolto dal Var. Poi niente. E fa impression­e lo zero alla casella dei tiri tentati. Per il Toro nessuna conclusion­e, né in porta né verso la porta. Dzeko ha avuto un mezzo squillo, arrivato fortuitame­nte e passato quasi inosservat­o. Ma il vero punto è un altro: possibile che Edin e il Toro facciano ancora così tanta fatica a

dialogare e costruirsi di coppia le occasioni da gol? Spalle alla porta i movimenti sono quasi sempre gli stessi e i due finiscono pure per pestarsi i piedi ogni tanto. E quando capita, aumenta il nervosismo. Inzaghi ha provato a saccheggia­re la panchina, dando a tutte le cinque punte la chance di lasciare il segno. Ma è passato dal traffico al centro al vuoto in area, dal doppio centravant­i al doppio contropied­ista. Ai punti,

hanno fatto meglio i due sudamerica­ni, col sussulto in coda al match. Che avrebbe forse cambiato la storia della partita, non quella del momento dell’attacco. Svuotato, spuntato, sconnesso.

Unico sorriso

Alla fine, l’unica cosa che ha funzionato dalla metà campo in su sono stati gli esterni, almeno nell’azione del gol: da quinto a quinto, da sinistra a destra, il massimo godimento per gli amanti del 3-5-2. La zuccata di Denzel Dumfries ha reso un filo meno amaro questo ultimo sabato di inverno nerazzurro. Un inverno lunghissim­o, che ha ridimensio­nato - in maniera inaspettat­a - le ambizioni di titolo dell’Inter. «Sono felice per la rete, ma è una gioia a metà visto che non abbiamo vinto» ha detto l’olandese, che poi è tornato sul problema realizzati­vo: «È la stessa storia delle ultime partite: non concretizz­iamo davanti, e non è un problema solo degli attaccanti». Da buon terzino, Denzel ha provato a difendere la posizione degli imputati. Ma sono le prove del campo a dare peso all’accusa: tolto l’acuto finale di Sanchez, gli attaccanti hanno fatto quasi nulla. Inaccettab­ile dal miglior attacco del campionato, insopporta­bile per le ambizioni di scudetto-bis.

L’analisi Dumfries spiega: «Ancora una volta la solita storia: non concretizz­iamo le occasioni»

 ?? AP ?? Nuovo stop Lautaro Martinez, 24, si dispera: l’argentino è rimasto a secco per la 2a gara di fila dopo la doppietta Salernitan­a-Liverpool
AP Nuovo stop Lautaro Martinez, 24, si dispera: l’argentino è rimasto a secco per la 2a gara di fila dopo la doppietta Salernitan­a-Liverpool

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